Direttore ARTURO DIACONALE
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Venerdì 1 Febbraio 2013
delle Libertà
Chiesa, Europa, giustizia: i tre chiarimenti politici
on è vero che questa campa-
gna elettorale non serva a nul-
la visto che pare destinata a pro-
durre solo ingovernabilità ed a
creare le condizioni per rendere bre-
vissima la prossima legislatura. Sarà
pure vero che questo sarà il risulta-
to finale e più significativo, ma è al-
trettanto vero che qualche risultato,
parziale ma importante, è già stato
ottenuto sul piano del chiarimento
di alcune questioni fino ad ora mol-
to oscure e confuse. E sarebbe sba-
gliato non tenerne conto. Perché la
probabile prossima ingovernabilità
potrà essere curata anche grazie a
questi significativi chiarimenti.
Il primo riguarda il ruolo sostan-
N
zialmente inesistente giocato dalla
Chiesa nella partita elettorale in
corso. I tempi del partito unico dei
cattolici sembrano lontani quanto
il Medio Evo. Ed anche il tempo
della strategia di infiltrazione e di
condizionamento delle maggiori
forte politiche da parte dei cattolici
portata avanti con impegno ed in-
telligenza dal Cardinale Ruini ap-
pare ormai irrimediabilmente pas-
sato. Questo è il tempo della
frantumazione del mondo cattolico,
che aveva tentato nei mesi scorsi di
percorrere la strada del ricompat-
tamento all’insegna del neo-centri-
smo, ma che ben presto ha dovuto
prendere atto della impraticabilità
di un percorso del genere. Ne con-
segue che ad influire sulla campa-
gna elettorale non è il mondo cat-
tolico ma le sue divisioni e
lacerazioni. Con la conseguenza che
il neo-centrismo oggi espresso da
Mario Monti non ha alcuna spinta
propulsiva ed i cattolici, estromessi
dal Pd, inesistenti nel resto della si-
nistra, marginalizzati dai tecnici al
centro, hanno una qualche presenza
significativa solo nel Pdl. E solo per-
ché nel partito di Berlusconi la vec-
chia classe dirigente si è arroccata
su se stessa e di questa classe diri-
gente fanno ancora parte i cattolici
dell’era Ruini.
Il secondo ed importante chia-
rimento riguarda il rapporto tra il
nostro paese e l’Europa. Un rappor-
to che al di là degli europeismi di
maniera e di facciata espressi da tut-
te le forze politiche in campo (so-
prattutto quelle di sinistra) appare
ogni giorno di più come un rappor-
to di subalternità e di dipendenza.
Le sortite di questo o quel esponen-
te politico europeo in favore di
Monti, contro Berlusconi e di pre-
occupazione per la presenza di Ven-
dola accanto a Bersani non sono
solo dei boomerang che danneggia-
no Monti, sostengono Berlusconi
ed aiutano Vendola ma sono il se-
gno preciso della convinzione...
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Berlusconi, il Pdl e il vecchiomodo di fare politica
e parole di stima e apprezza-
mento che Silvio Berlusconi mi
ha rivolto ieri fanno piacere e te-
stimoniano che, nonostante la
scelta di uscire dal Pdl, rimane la
riconoscenza di un percorso co-
mune fatto insieme in questi anni.
La decisione di fondare Fratelli
d’Italia, insieme a Guido Crosetto
e Ignazio La Russa, non inficia il
mio rispetto nei confronti dell’ex
presidente del Consiglio, ma ac-
centua il rammarico per ciò che
questa stagione politica poteva es-
sere e non è stata in termini di rin-
novamento dell’Italia. La mia è
stata una decisione che Berlusconi
non ha mai compreso fino in fon-
L
do (e non poteva essere altrimen-
ti), non avendo mai capito vera-
mente l’abisso che ormai separa
l’idea di un centrodestra moderno
da ciò che è diventato il Pdl oggi,
non solo per colpa di Berlusconi.
Ho cercato di mostrare a Berlu-
sconi un’altra narrazione possibile
rispetto a ciò che i suoi avviluppati
consiglieri continuavano a raccon-
targli e cioè che un partito non è
una corte decadente al seguito di
un monarca bizzarro, né un comi-
tato d’affari in mano a faccendieri
e scarsi replicanti, ma lo strumen-
to essenziale, in una democrazia,
di mediazione tra società e politica
e, per questo, è fondamentale eser-
citare il ruolo di selezione della
classe dirigente.
Io, Crosetto e La Russa, avrem-
mo potuto comodamente rimane-
re in questo contenitore, forti dei
nostri ruoli e delle garanzie avute.
Abbiamo deciso di rimetterci in
gioco e fondare Fratelli d’Italia,
un centrodestra “a testa alta” che
potesse riaccendere l’energia, la vi-
talità e l’orgoglio nella nostra gen-
te, prima ancora che in noi stessi.
Berlusconi, insieme alle genti-
lezze, ha detto anche che rappre-
sento un modo vecchio di conce-
pire la politica. Se per vecchio si
intende sognare un Parlamento
fatto di persone oneste e capaci,
preparate e con il consenso degli
italiani, e non di veline e perso-
naggi da rotocalco senza alcun ra-
dicamento territoriale; se per vec-
chio si intende che tutte le scelte
debbano essere rimesse nelle mani
degli italiani e a decidere non sia-
no cinque persone chiuse in una
stanza; se per vecchio si intende
che il partito sia uno strumento e
non un fine, fondato sulla parte-
cipazione e non su decisioni...
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2
di
GIORGIA MELONI
Si è giovani quando
si anticipa il tempo
che scorre. Senza
negarlo, ma donando
a un’idea più grande
quello che si è imparato.
Vecchio è chi conserva,
chi non trasforma,
chi s’abbarbica al molo
se il mare entra in porto
di
ARTURO DIACONALE
In questa campagna
elettorale qualche
risultato, parziale
ma importante, è già
stato ottenuto sul piano
del chiarimento di alcune
questioni fino ad ora
molto oscure e confuse.
E sarebbe sbagliato
non tenerne conto
Monti incercadellabenedizioneUe
K
Mario Monti vola a Berlino per
la fase più importante della sua campa-
gna elettorale: l’incontro con Angela
Merkel. In teoria i due hanno parlato del
bilancio dell’Unione europea. In pratica,
sembra sempre più evidente che il pre-
mier italiano cerca disperatamente al-
l’estero i consensi che non è in grado di
trovare in patria. Nella conferenza
stampa al termine dell’incontro, Monti si
è limitato a parlare di questioni europee.
«
Germania, Francia e Italia - afferma il
presidente del Consiglio italiano - sono i
principali contributori netti al bilancio
dell’Unione europea. Per l’Italia è essen-
ziale che il prossimo bilancio europeo
sia dotato di risorse adeguate alle ambi-
zioni dell’Unione e promuova la crescita
e la solidarietà». «Sono molto ottimista
che sulla questione del bilancio Ue
avremo successo, che troveremo un ac-
cordo - ha aggiunto la Merkel - Certo
questi colloqui non saranno facili e ci
aspettiamo che l’Italia salvaguardi i pro-
pri interessi». Domenica Monti incon-
trerà il presidente francese Francois
Hollande. Il tour elettorale europeo è ap-
pena cominciato.