loccata, per ora, la ristruttu-
razione del
Corriere dello
sport-Stadio
,
la testata diretta da
Paolo de Paola che dopo 4 anni
alla direzione di
Tuttosport
ha
preso, prima dell’estate, il posto
di Alessandro Vocalelli per 9 an-
ni al vertice del quotidiano di
piazza Indipendenza dell’editore
Roberto Amadei, che ha in por-
tafoglio anche il giornale torine-
se.
L’assemblea di redazione ha
giudicato «unanimemente irrice-
vibile il piano dell’azienda e del
direttore al comitato di redazio-
ne, ritenendolo inadeguato a rag-
giungere gli obiettivi che si po-
ne».
La crisi economica si fa sen-
tire anche nel giornalismo spor-
tivo, che un tempo era un’isola
felice per vendite e pubblicità.
Negli anni Cinquanta il Corriere,
direttore Bruno Roghi prima di
lasciare il timone ad Antonio
Ghirelli, vendeva una media di
150
mila copie al giorno, che ar-
rivavano anche a 300mila il lu-
nedì a seconda dei risultati della
Roma, della Lazio e del Napoli.
Il primo record con l’edizione
di lunedì 12 luglio 1982 dopo la
vittoria degli Azzurri di Enzo Be-
arzot e la Coppa alzata a Madrid
in tribuna dal presidente Sandro
Pertini con accanto il re di Spa-
gna Juan Carlos. Il titolo era:
B
«
Eroici». Il secondo record nel
2006
quando gli Azzurri di Mar-
cello Lippi conquistarono il
quarto titolo mondiale in Ger-
mania . Italia-Germania a Berli-
no, tempi supplementari, due a
zero, strada spianata per la finale
all’Olimpia Stadion contro la
Francia di Zidane. Si va ai rigori.
In tribuna ci sono il Cancelliere
Angela Merkel e il presidente
della Repubblica, Giorgio Napo-
litano. È ancora Fabio Grosso
che assegna la vittoria agli azzur-
ri. Il giorno dopo il
Corriere del-
lo sport
vende due milioni di co-
pie, superando anche la
concorrenza .
I tempi sono cambiati, dicono
in azienda. Occorre rinnovarsi.
Il verbo della nuova editoria è “
multimedialità”. I giornalisti ora
devono districarsi tra montaggi
audio, video, tweet, facebook,
smartphone, tablet. Negli anni
Ottanta si ragionava in termini
di ristrutturazione tecnologica (il
passaggio dal sistema a caldo del
piombo e delle linotype a quello
a freddo dei computer e delle
macchinette) oggi si incide sugli
organici, puntando sui collabo-
ratori esterni. È un altro giorna-
lismo. Non quello delle notizie.
Perché, dicono gli editori, quelle
si ritrovano su Internet. I giornali
della carta stampata si caratte-
rizzano per gli “approfondimen-
ti”. Come? Il piano del
Corriere
dello sport
non spiega, osserva
la redazione, in modo concreto
né convincente la futura organiz-
zazione del giornale(filiazione,
numero di edizioni, programma)
né gli interventi di riorganizza-
zione.
L’unico aspetto chiaro del pia-
no è il numero degli esuberi la
cui congruità, dicono in redazio-
ne, tutta da dimostrare non può
prescindere da un’analisi precisa
e dettagliata dell’organizzazione
del lavoro. Il taglio degli organici
del 20% si aggiungerebbe alla ri-
duzione di un altro 10% già ef-
fettuata con il mancato rispetto
dell’accordo sindacale raggiunto
a fine 2009: da 65 giornalisti a
59.
L’assemblea di redazione ha
dato mandato al comitato di re-
dazione di avviare con l’azienda
un confronto sulla base di un
reale piano di riorganizzazione.
Ogni iniziativa futura dovrà pas-
sare attraverso la valutazione
della forza del marchio
Corriere
dello sport-Stadio
,
la cui fusione
avvenne nel 1977, direttore Gior-
gio Tosatti, su iniziativa dell’al-
lora proprietario Francesco Amo-
dei con l’intento di creare un
giornale che potesse attirare i let-
tori di entrambe le testate. Quelli
del sud con quelli del nord.
SERGIO MENICUCCI
II
POLITICA
II
Banche e finanza: è arrivata l’ora della trasparenza
di
MAURIZIO BONANNI
onti a “Chi l’ha visto”? A
pensar male si fa peccato,
ma... E qui gli italiani, che sono
stati costretti a versare 4 miliardi
di Imu per la prima casa, hanno
fatto “quattro” rapidi conti, rite-
nendo (certamente a torto) che,
quei soldi, fossero stati il regalo di
Monti a Mps (Monte dei Paschi
di Siena, banca “fidelizzata” al Pd,
partito quest’ultimo solo “teorica-
mente” antagonista del Prof. alle
prossime elezioni). Il governo,
Grilli in testa, risponde che “Nos-
signore!”: Mps pagherà a tassi ele-
vati - appena inferiori a quelli
d’usura! - il prestito ricevuto. Per-
fetto, sembrerebbe. E, invece, no!
Due rapide considerazioni in me-
rito. Primo: dove sta, di grazia, co-
pia via web (in modo che, aprendo
Internet, lo possano vedere e veri-
ficare tutti quanti) del contratto di
prestito relativo? Perché, finora,
non lo si è reso pubblico? Secon-
do: è vero che, in caso d’insolven-
za, Mps può rendere il prestito a
Grilli in “titoli”? E quale natura
avrebbero questi ultimi? Le azioni
ordinarie di Mps che, in caso di
fuga dei correntisti, non varrebbe-
ro più nulla? Scusate, ma perché
non si pubblica in prima pagina
l’andamento pluriennale della rac-
colta di denaro dal risparmio pri-
vato, da parte di Mps? E, poi: che
senso ha “statalizzare” chi ha crea-
to simili voragini, discriminando
istituti bancari sani, che gradireb-
bero moltissimo l’ingresso dello
M
Stato, per tutelare i prestiti all’eco-
nomia reale dei cittadini e degli
imprenditori, con sane idee e ini-
ziative in testa?
Per favore, non prendiamoci in
giro con la storiella del “vecchio”
e “nuovo” management! È tutto
quello che, storicamente, ruota at-
torno a Mps, politica locale e Fon-
dazione comprese, che andrebbe
radicalmente cambiato, e non si
può! Mps è, infatti, il simbolo, il
modo di essere, l’orgoglio di un’in-
tera comunità locale. Eventual-
mente, è solo e soltanto quest’ul-
tima che se ne deve far carico, per
salvarla o farla fallire. Agli Italiani,
semmai, serve una Banca Nazio-
nale statale per gli investimenti e
i consumi “nuova di zecca” - il cui
capitale sia garantito, ad esempio,
con le riserve auree di Bankitalia
-,
che si qualifichi, come tale, per
l’accesso al credito della Bce. La-
sciatemi, da profano, sollevare un
altro punto, che ritengo di fonda-
mentale importanza: anziché cu-
rare il malato da... morto, perché
Monti & Co. non propongono
all’Europa, e a chi verrà dopo di
loro (Bersani o Berlusconi che sia-
no), di affidare al Bankitalia, tra i
nuovi poteri, quello della verifica
preliminare di contratti e patti so-
cietari ad altissimo rischio, come
i derivati tipo Alexandria, renden-
doli nulli e privi di efficacia, qua-
lora non vengano comunicati, o
superino una prestabilita soglia di
rischio nell’investimento, parame-
trata sugli “asset” reali degli Isti-
tuti interessati?
Altra considerazione: occorre
annullare del tutto gli enormi van-
taggi dei manager di istituti ban-
cari e finanziari, che guadagnano
fortune moltiplicando come Re
Mida le ricchezze di carta, che fan-
no lievitare a dismisura le azioni
delle rispettive “maison”, per in-
tascare, poi, dividendi miliardari
sulle “stock-option” in loro pos-
sesso! Solo chi fa crescere l’econo-
mia reale, con sani investimenti e
rischi mirati, può motivatamente
chiedere alla collettività di remu-
nerare adeguatamente i propri ri-
sultati!
Altro punto che interessa i cit-
tadini: è vero, come sostiene Giu-
lio Tremonti, che Bankitalia cono-
scesse i termini dell’accordo suici-
da tra Mps e Nomura, per la co-
pertura delle enormi perdite
dell’Istituto senese? Se così fosse,
prego chi ha competenza e profes-
sionalità di proporre una bella
class action” contro l’istituto di
via Nazionale (che, è bene ricor-
darlo, ha nel direttivo della banca
soggetti privati), per non aver ade-
guatamente tutelato i risparmi di
investitori e correntisti.
Altra anomalia da rimuovere
del tutto è quella relativa ai “patti
di sindacato”, dove minoranze
azionarie molto ristrette fanno il
bello e cattivo tempo sulle decisio-
ni degli istituti bancari sotto il loro
controllo, ai danni, in genere,
dell’azionariato diffuso. Soprat-
tutto, come si è visto drammatica-
mente per Mps, e non solo, è giu-
sto che tutte le azioni pesino allo
stesso modo, quando c’è da ope-
rare la scelta dei relativi vertici de-
cisionali degli Istituti bancari e fi-
nanziari, assicurativi compresi. Per
questo, basterebbe pubblicare on-
line i curricula di tutti coloro che
si intendano candidarsi per gli in-
carichi di vertice, ciascuno corre-
dato dal programma del candidato
-
per quanto riguarda il rilancio
delle attività e le nuove iniziative
-,
ammettendo l’espressione delle
preferenze a distanza, tramite po-
sta certificata, da parte di ogni sin-
golo azionista, per avere garantiti
quegli spazi di democraticità che
oggi sono del tutto assenti. Pensate
che si tratti di un’utopia?
Corriere dello Sport, bocciato
il piano di ristrutturazione
Il Tar riammette
le liste dei Radicali
e liste della galassia radicale
con il simbolo di “Amnistia,
giustizia e libertà” potranno par-
tecipare alle prossime elezioni re-
gionali del Lazio. Le ha riammesse
ieri pomeriggio il Tar accogliendo
il ricorso preparato dai radicali. Si
chiude per ora una vicenda che in
pochi giorni aveva fatto parlare,
male, del nostro paese la stampa
di tutto il mondo. La motivazione
ufficiale con cui l‘ufficio elettorale
presso la Corte di appello di Roma
aveva escluso le liste era legata alla
presenza di troppe donne tra i can-
didati. Gongola il capolista Ros-
sodivita: “Non abbiamo vinto solo
noi ma hanno vinto la democrazia,
le donne e quelle leggi introdotte
nell’ordinamento per garantire la
loro presenza nelle istituzioni”. Nel
ricorso, presentato due giorni fa
dai delegati al deposito della lista,
L
Joseph De Falco e Riccardo Magi
(
segretario di Radicali Roma) tra-
mite l’avvocato Giovanni Pesce, si
contestava il provvedimento del
27
gennaio e quello del giorno suc-
cessivo con cui l’Ufficio Centrale
elettorale Regionale respinse la ri-
chiesta di riammissione. L’esclu-
sione era stata motivata con il
mancato rispetto del principio del-
la pari rappresentanza: presente
una donna in più in lista. Non era
servita a far cambiare idea la ri-
nuncia alla candidatura di una di
loro. Era stata considerata “tardi-
va”. In un paese in cui le donne
sono sempre discriminate su tutto,
siffatta motivazione gridava ven-
detta. Ma in Italia la burocrazia è
capace di tutto. Anche di ricorrere
al Consiglio di Stato. Ovviamente
a spese del contribuente.
DIMITRI BUFFA
L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 1 FEBBRAIO 2013
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