Pagina 1 - Opinione del 02-9-2012

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Domenica 2 Settembre 2012
delle Libertà
Ryan non èAyn Rand,ma in Italia fa già paura
aul Ryan allievo devoto di Ayn
Rand? La filosofa ebrea russa,
nata Alissa Rosenbaum, emigrata
negli Usa per fuggire alla repres-
sione sovietica e morta in America
30 anni fa, non avrebbe gradito il
suo “allievo”. Prima di tutto per-
ché Paul Ryan è cattolico e anti-
abortista convinto, mentre la Rand
era atea e notoriamente favorevole
al diritto di abortire. Paul Ryan,
inoltre, è un riformatore pragma-
tico. Non intende, neppure nel lun-
go periodo, ridurre lo Stato alle so-
le funzioni di difesa, ordine
pubblico e giustizia (come prescrit-
to dalla Rand), ma riformarlo per
riassestare i conti pubblici.
P
Eppure il parallelo fra Paul
Ryan e Ayn Rand, per quanto
inopportuno, appare molto spesso
e volentieri sulla stampa italiana.
Massimo Gaggi, sul Corriere della
Sera del 30 agosto dedica all’in-
fluenza della Rand un intero edi-
toriale e attribuisce, indirettamente,
alla sua filosofia liberista l’origine
della crisi del 2008 (Fannie e Fred-
die, però, erano enti para-statali…
). Molti altri quotidiani nazionali
e online hanno improvvisamente
scoperto la figura della Rosen-
baum. Paul Ryan, si legge ovun-
que, avrebbe tratto ispirazione da
“La Rivolta di Atlante”, il suo ro-
manzo filosofico più celebre. Ma
vuol dir poco: come lui, quasi tutti
i sostenitori del libero mercato
americani si dicono fans dello stes-
so romanzo. E allora perché cer-
care un nesso, a tutti i costi, fra il
vicepresidente e la compianta filo-
sofa dell’oggettivismo? Perché l’og-
gettivismo è un “babau” per gran
parte dei giornalisti ed editorialisti
italiani. Lo si deduce dai toni e da-
gli argomenti che usano per sinte-
tizzare quella filosofia. Leggiamo,
infatti, su Famiglia Cristiana, in un
commento a firma di Stefano Sa-
limbeni, del 20 agosto scorso:
«Ayn Rand, romanziera di origini
russe, popolare tra i giovani e gli
universitari, sostenitrice di un estre-
mo e feroce darwinismo sociale
che vede la povertà come il frutto
di scelte personali sbagliate e dun-
que legittimamente punibile con
politiche pubbliche che, in pratica,
lasciano gli svantaggiati “cuocere
nel loro brodo”». Federico Ram-
pini, su La Repubblica del 24 ago-
sto, sottolinea (giustamente) le dif-
ferenze fra il conservatorismo
religioso di Ryan e l’ateismo della
Rand. Ma quest’ultima è definita
dallo stesso Rampini: «Sacerdotes-
sa del liberismo economico» e
qualche riga dopo «Profetessa del
Dio-mercato». Etichette ingrate per
una filosofa che era...
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2
L’avvocato nazista difende le “vittime di Israele”
erché mai i genitori di Rachel
Corrie, cittadina americana uc-
cisa per un tragico errore da un
bulldozer israeliano mentre si in-
terponeva alla distruzione della casa
di un terrorista palestinese, si sono
scelti un avvocato che parla come
un nazista e dice di volere schiac-
ciare la testa al «mostro Israele»?
Come risponderemmo un adole-
scente che frequenta il liceo ci po-
nesse una semplice domanda come
questa? Forse chiamando in causa
la vendetta e i detti come quello se-
condo cui “il nemico del mio ne-
mico è mio amico?”. O forse so-
spettando che, essendoci scappato
un giovane morto, una vita preziosa
P
come quella della odiatrice di Israe-
le Rachel Corrie, per una causa così
stupida come quella di solidarizzare
con il terrorismo islamico, Israele
sia il minimo comune denominato-
re di odio anti-semita e anti-occi-
dentale su cui certe persone si met-
tono d’accordo, consolandosi
persino del dolore che dà il lutto di
perdere una giovane e bella figlia?
Certo bisognerebbe chiederlo a
loro, anche se una corte israeliana,
una di quelle che più volte ha co-
stretto lo stato e il governo di Ge-
rusalemme a tornare indietro su
espropri di terre di palestinesi per
costruire la famosa barriera difen-
siva anti-shahid, ha stabilito che
quella morte fu un tragico inci-
dente e che nessuno voleva ucci-
dere Rachel quel maledetto 16
marzo 2003 a Rafah. Le immagini
su
YouTube
che rimangono di
quella ragazza ce la mostrano
mentre insegna, come se ce ne fos-
se stato bisogno, ai piccoli bambini
palestinesi a bruciare e bandiere
israeliane.
La corte di Tel Aviv ha stabilito
che «la colpa non poteva essere at-
tribuita ai militari israeliani». Per-
chè «Rachel Corrie era entrata
consapevolmente in una zona mi-
litare off-limits e si era posizionata
di proposito in un angolo cieco da
dove non poteva essere vista dal
manovratore del bulldozer. Rimase
uccisa non dal bulldozer stesso, ma
dallo smottamento di un ammasso
di detriti». Fino a poco prima i sol-
dati, con candelotti lacrimogeni e
altri mezzi anti-sommossa, aveva-
no ripetutamente cercato di far al-
lontanare dalla zona delle opera-
zioni lei e altri attivisti
anti-israeliani, «ma la Corrie era
sfuggita ai soldati nascondendosi
dietro al cumulo di detriti».
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2
di
DIMITRI BUFFA
Perché i genitori
di Rachel Corrie,
cittadina americana
uccisa per un tragico
errore da un bulldozer
israeliano, si sono scelti
un avvocato che parla
come Hitler e vuole
«schiacciare la testa
al mostro sionista»?
di
STEFANO MAGNI
Il candidato
vicepresidente è
un cattolico riformatore,
lontano dalle idee
individualiste radicali
della filosofa ebrea russa.
I nostri commentatori
accostano i due nomi
solo per demonizzare
il liberismo“selvaggio”
Giustizia,chi hapauradella riforma?
K
Piuttosto che vedere riformato
il loro feudo, le toghe preferiscono pro-
vano a mettere le mani su quella legitti-
mazione politica che ancora manca a
completare il loro strapotere.
L’attacco a Napolitano, sostiene il presi-
dente dell’unione camere penali ita-
liane, Valerio Spigarelli, va letto proprio
nell’ottica di «una distorsione nei rap-
porti tra i poteri dello stato e in una evi-
dente patologia non solamente
nell’esplicazione dei poteri di indagine
e nell’utilizzazione degli strumenti di
acquisizione delle fonti di prova, ma
anche del principio stesso di obbligato-
rietà dell’azione penale». Quanto sta
accadendo è sintomo «del livello di bar-
barie che il nostro sistema giudiziario
ha raggiunto attraverso l’impropria
commistione tra circuiti investigativi,
ambienti giornalistici e smanie politiche
di protagonismo di molti pm, ma che
segna il punto di non ritorno di un con-
dizionamento rivendicato con un con-
trollo non di legalità ma di presunta
eticità che, del tutto impropriamente,
viene riconosciuto a chi ha il potere di
condurre le indagini».