Page 1 - Opinione del 2-10-2012

Direttore ARTURO DIACONALE
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Martedì 2 Ottobre 2012
delle Libertà
Le tre condizioni per il progetto diMontezemolo
fin troppo suggestiva l’idea di
Luca Cordero di Montezemolo
di dare vita ad un movimento che
vada oltre la destra e la sinistra
della fallimentare Seconda Repub-
blica e sappia offrire un approdo
sicuro ed affidabile agli italiani li-
berali, democratici e riformisti che
rappresentano la maggioranza
dell’opinione pubblica del paese.
Ma solo almeno tre le condizioni
indispensabili che possono trasfor-
mare la suggestione in concretezza
e rendere realizzabile il progetto
del presidente della Ferrari. Tre
condizioni che riguardano i tre
maggiori partiti presenti al mo-
mento sulla scena politica, Pdl, Pd
È
e Udc e che prevedono, di fatto,
una loro profonda trasformazio-
ne.
Il Pdl può partecipare al ras-
semblement proposto da Monte-
zemolo e diretto verso una legisla-
tura costituente guidata dal Monti
bis solo se rinuncia alle componen-
ti contrarie al governo tecnico ed
al suo rinnovo dopo le elezioni del-
la prossima primavera. Non si trat-
ta di un atto indolore. Perché com-
porta
una
trasformazione
profonda e radicale di un partito
che in un colpo solo dovrebbe fare
a meno degli ex An decisi a caval-
care la protesta contro l’Europa e
contro Monti, cambiare nome e fi-
sionomia (magari assumendo la
forma di federazione) e, natural-
mente, rinunciare alla candidatura
a premier del suo leader carisma-
tico Silvio Berlusconi.
Il Pd, che naturalmente dovreb-
be costituire l’alternativa naturale
e statalista al progetto liberale
montezemoliano, può entrare a far
parte del disegno solo se la batta-
glia delle primarie tra Pierluigi Ber-
sani e Matteo Renzi dovesse sfo-
ciare nella sconfitta del sindaco di
Firenze e nella decisione dei suoi
sostenitori liberali, riformisti e de-
mocratici di uscire dal partito per
unirsi ai liberali, riformisti e demo-
cratici provenienti dalle altre forse
politiche.
Terza ed ultima condizione, in-
fine, prevede che l’Udc possa en-
trare a far parte del progetto solo
se il suo leader Pierferdinando Ca-
sini accetta di rottamare il proprio
partito personale così come do-
vrebbero essere rottamati Pdl e Pd
e rinuncia a presentare candidati
talmente datati da risultare impre-
sentabili come Gianfranco Fini.
Si tratta di condizioni possibili?
Paradossalmente la meno proba-
bile sembra essere proprio quella
che riguarda Casini, l’Udc e la rot-
tamazione di vecchie glorie del tra-
sformismo come Fini.
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Ecco cosa vuol dire perdere i “fini” inibitori...
inquecentomila euro richiesti
da Fini, querelante, a
Libero
.
Cinquecentomila euro richiesti da
Lavitola a Berlusconi per trovare
i documenti che incastrino il co-
gnato di Fini. Ricardo Alberto
Marinelli, presidente panamense,
tirato in ballo da Fini nei ricatti
contro di lui: chissà che non ab-
bia chiesto cinquecentomila eu-
ro.Cinquecentomila euro offerti
da Verdini, La Russa e Santanché,
secondo
La Stampa
,
ad un ono-
revole finiano per passare al Pdl.
Cinquecentomila euro vinti dal
fidanzato con i soldi prestati dalla
fidanzata che ne ottiene la metà,
grazie alle procure. Si indaga per
C
i collegamenti dei due con Pdl,
Libero
o Lavitola. Cinquecento-
mila euro, è il taglio dei nuovi bi-
glietti, secondo nuove indiscre-
zioni, richiesti per partecipare alle
future primarie del Pdl. Si atten-
dono i cinquecentomila euro pa-
gati per firmare Cassibile, per
mettere le bombe in una decina
di luoghi storici. Non è chiaro chi
tra Stato e mafia abbia pagato al-
l’altro cinquecentomila euro in
cambio dei noti accordi.
La sedia trono del presidente
della Camera sarà esorcizzata e
benedetta da sacerdoti esperti di
riti antidiabolici e di riti satanisti.
Anche le massime autorità reli-
giose assieme a quelle laiche con-
dividono la certezza dell’influsso
tremendo e maligno contenuto
nel ligneo trono su chi vi si siede.
Gli ultimi presidenti della Came-
ra (Oscar Scalfaro, Giorgio Na-
politano, Irene Pivetti, Luciano
Violante, Pierferdinando Casini,
Fauso Bertinotti e da ultimo
Gianfranco Fini) sono stati sot-
toposti ad aure che li hanno tra-
sformati rocambolescamente e
sorprendentemente. Democristia-
ni sornioni che si fanno guevari
e pouchisti, comunisti che diven-
tano amanti di
belle epoque
e fi-
nanzieri, leghisti che diventano
soubrette, giustizialisti che chie-
dono pietà per i condannati, fa-
scisti che diventano libertari an-
tifascisti sembrano soggetti da
studio di trasformazione dela
personalità. Decenni e decenni di
onorate carriere, di conclamati
comizi, di frequentazioni schie-
rate oltre ogni dubbio mandate
in fumo in una trasformazione
che ha dell’incredibile, che non
può essere razionale, che appare
magica.
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di
GIUSEPPE MELE
Decenni e decenni
di onorate carriere,
di conclamati comizi,
di frequentazioni
schierate oltre ogni
dubbio mandate in fumo
in una trasformazione
incredibile, che non può
essere razionale,
che appare magica
di
ARTURO DIACONALE
E se la soluzione migliore
fosse una maggioranza
a sostegno del Monti bis
formata da pezzi
del Pdl ispirati
ma non guidati
da Berlusconi, dai liberal
di Renzi, e centro
post-democristiano
in posizione marginale?
Fini e Casini?Monti li scarica
K
Che a un ritorno in quel di Pa-
lazzo Chigi Mario Monti abbia fatto ben
più di un pensierino, ormai l’hanno ca-
pito anche i sassi. Ma l’entusiastica
candidatura “a sua insaputa” avanzata
da Fini e Casini, al professore bocco-
niano non è piaciuta. E così, ieri il pre-
mier ha risposto “no grazie” ai leader
di Udc e Fli che gli proponevano un
posto in prima fila nel loro nascituro
(?)
listone civico nazionale.
Tirato per la giacchetta (pardon, per il
loden) un po’ da tutti, Monti alza la
posta. Vuole giocarsi al meglio le sue
carte, consapevole che, salvo inattese
magie mirabolanti dal cilindro un po’
frusto del Cavaliere, il suo nome po-
trebbe essere l’unico in grado di sof-
fiare a Bersani & Co. una vittoria più
che sicura, almeno sulla carta, alla Pre-
sidenza del Consiglio, e un’opzione al-
trettanto scontata per lo scranno del
Quirinale.
A forza di tirare sul prezzo, però, Su-
permario rischia di finire come la bella
Maria di un vecchio adagio piemon-
tese: quella che tutti vogliono, ma nes-
suno si piglia.