Page 2 - Opinione del 04-11-2012

l 3 dicembre 1922 veniva istituito il pri-
mo parco nazionale italiano, quello del
Gran Paradiso. Gli eventi in occasione delle
celebrazioni del novantesimo anniversario
sono partiti il 20 maggio a Torino e si svi-
lupperanno sul territorio sino alla festa
conclusiva ad Aosta.
Nel 1838 l’artista e viaggiatore inglese
William Brockedon, descriveva il massiccio
nella Guida Murray, catturando nelle sue
incisioni la superba immagine del più alto
4.000
interamente italiano: «Sopra di noi,
maestose, si innalzavano le stupende mon-
tagne del Gran Paradiso, che limitano la
valle di Cogne sul versante opposto, e le
loro cime, ammantate superbamente di nevi
e ghiacciai, offrivano un magnifico spetta-
colo di paesaggio alpino». In una di queste
campeggia, come un essere imperiale, la sa-
goma di uno stambecco; un esemplare tra
i pochi in cui i primi alpinisti potevano
aver l’avventura di imbattersi. Al di sotto
ed attorno alla “grande parete” - questa
sembrerebbe la corretta interpretazione del-
l’etimo “Gran Paradiso” - un anello di pa-
scoli ricchi di specie colorate ed endemiche
sovrasta fitti boschi di larice, abete rosso
e pino cembro, facendo da cornice ad un
ambiente insieme severo ed affascinante.
Anche il giovane Vittorio Emanuele II, nel
1841
non ancora Re d’Italia, affacciatosi
al cospetto delle vette e dei ghiacciai, nel
corso di una delle sue peregrinazioni alla
ricerca di selvaggina “restò stregato per
tutta la vita da quelle grandiose montagne
e dalla loro fauna selvatica”, fondandovi
nel 1855 una vasta riserva di caccia, che
ebbe il merito di contribuire alla salvezza
dell’ultimo nucleo di stambecco rimasto
sulle Alpi. In sessanta anni la riserva si ar-
ricchì del Corpo delle guardie reali di cac-
cia, di sette case di caccia e di una rete di
I
mulattiere reali lunga trecento chilometri.
Nel 1919 il nipote Vittorio Emanuele III
cedette le sue terre di caccia al Governo,
per l’istituzione di un Parco che dovette at-
tendere il 3 dicembre 1922 per vedere la
luce, primo tra i parchi nazionali storici
italiani. Oggi il Gran Paradiso forma in-
sieme al confinante Parc National de la Va-
noise, con cui sono saldi i rapporti di scam-
bio e collaborazione, l’area protetta più
vasta dell’Europa occidentale.
Il Parco ha dunque rappresentato
l’estremo rifugio per lo stambecco sulle Al-
pi, salvando questa
specie dall’estinzione e contribuendo a
reintrodurlo sull’arco alpino. Oggi il Gran
Paradiso ospita una ricca fauna e rappre-
senta un luogo eccezionale per l’osserva-
zione di animali in condizioni di assoluta
naturalità e per la conduzione di ricerche
scientifiche in condizioni di vera wilder-
ness.
Tuttavia l’area protetta non è un luogo
disabitato: i caratteristici villaggi ed i pa-
scoli alpini che occupano le montagne te-
stimoniano una lunga storia di civiltà pa-
storale, dall’Ottocento fortemente legata
alle visite estive del monarca, la cui prodi-
galità nei confronti delle popolazioni locali
riverbera ancora oggi per alcuni un fascino
ed una larvata nostalgia.
Dopo i tempi bui tra la prima e la se-
conda guerra mondiale (la gestione da par-
te della Milizia forestale causò il crollo da
4.000
a poco più di 400 esemplari di stam-
becco), la rinascita del Parco si ebbe nel
1947
grazie all’azione dell’infaticabile Ren-
zo Videsott, primo direttore dell’Ente di
gestione, che salvò lo stambecco dal nuovo
rischio di estinzione e garantì il risorgere
del Parco in un clima di non facile gestione,
sfociato in anni successivi in forti contrasti
per il ripristino dei confini del 1923 ed una
gestione che sottovalutava le esigenze di
vita e sviluppo locale. Tale situazione per-
mase immutata sino alla legge quadro sulle
aree protette del 1991, nata con una nuova
attenzione alla protezione della natura ed
integrata con lo sviluppo economico soste-
nibile.
Grazie ad alcuni sindaci pionieri, che
misero a disposizione strutture comunali,
furono istituiti i primi centri visitatori. Oggi
non solo la rete si è arricchita di nove cen-
tri su temi naturalistici (Homo et ibex, Le
forme del Paesaggio, Tradizioni e biodiver-
sità, Il Gipeto, I preziosi predatori, Tute-
lattiva) ed etnografici (Antichi e nuovi me-
stieri delle valli, la Fucina da Rame, la
Mostra della cultura e delle tradizioni re-
ligiose), ma anche di un giardino alpino
botanico con collezione petrografica e di
un giardino delle farfalle, di due esposizioni
permanenti, di un’antica scuola di monta-
gna restaurata e di sei percorsi natura.
Sono inoltre nate le guide del Parco con
cui l’Ente gestisce diverse attività ricreative,
culturali, scientifiche e sportive. la struttura
dell’Officina di attività ambientali La stam-
beccaia di Cogne, è specificatamente desti-
nata all’educazione ambientale ed alla di-
vulgazione scientifica e culturale pur
mantenendo dei locali annessi per la ge-
stione sanitaria della fauna selvatica.
Uno degli scopi prioritari del Parco è
infatti l’educazione del pubblico verso un
modo nuovo di fruire l’ambiente: per rag-
giungerlo sono stati creati programmi di-
dattici per le scuole, attività estive, un cen-
tro di educazione ambientale, libri,
pubblicazioni ed altri strumenti educativi
per far comprendere le complesse intera-
zioni esistenti in un mondo ed una natura
impareggiabili.
II
AMBIENTE
II
Il Gran Paradiso del Piemonte compie 90 anni
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DOMENICA 4 NOVEMBRE 2012
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