Pagina 6 - Opinione del 5-8-2012

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II
CULTURA
II
Pound, il poeta del fascismo che venne dall’Idaho
di
PAOLO PALLICCIA
zra Weston Loomis Pound, fra
i poeti più importanti del XX
secolo, merita certamente un posto
di riguardo. L’autore dei
Cantos
,
l’opera letteraria che lo impegnerà
per tutta la vita, geniale e per certi
versi sublime e unica, ha attraver-
sato il Novecento con le sue liriche
e la sua incessante azione promo-
trice di cultura. Pound fu amico e
sostenitore di nuovi talenti letterari,
come ad esempio Joyce, Hemin-
gway e T.S. Eliot che, al poeta ame-
ricano, devono molto della loro fa-
ma. La forza con la quale
sponsorizzò e aiutò fino in fondo
gli amici letterati appena elencati,
dimostrò al mondo culturale occi-
dentale la forza delle idee che questo
poeta americano, nato nel 1885 nel-
la città di Hailey, nello stato del-
l’Idaho, da una famiglia fortemente
religiosa, serbava in sé. La divulga-
zione al pubblico inglese della gran-
dezza letteraria di Dante e Caval-
canti, ancora oggi, lo rendono agli
occhi dei critici una figura di pri-
missimo piano nel mondo della cul-
tura contemporanea. Fra le maggio-
ri figure del movimento poetico
modernista, Pound, attraverso lo
sviluppo dell’
Imagism movement
,
s’oppose con determinazione ai poe-
ti dell’era Vittoriana e Georgiana
favorendo una nuova visione della
poesia, con più attenzione verso il
rapporto tra le qualità sonore e mu-
sicali dei versi che componevano le
sue liriche. Il 7 novembre 1896 ap-
parve la sua prima pubblicazione
sul
Jenkintown Times-Chroniclee
,
due anni dopo, ad appena 13 anni,
riuscì, grazie alla madre e alla zia,
ad intraprendere un importante
viaggio in Europa. Sotto certi aspet-
ti, quel viaggio giovanile fu l’anti-
camera del suo trasferimento in Eu-
ropa avvenuto nel 1908. Pound,
formatosi all’Università di Pennsyl-
vania e poi all’Hamilton College,
subì un’attrazione fatale per il vec-
chio continente e, in particolare, per
l’Italia.
Nel 1913 il suo bagaglio cultu-
rale s’arricchì di un’altra perla: la
poesia cinese. Il poeta, infatti, aveva
appena ricevuto un lascito del sino-
logo Ernest Fenollosa che gli schiuse
le porte d’accesso verso la poesia si-
nica, determinante per la crescita
della sua letteratura e “rifugio cul-
turale” nei momenti più drammatici
della sua esistenza. Anche prima del-
l’incipit dei
Cantos
, le liriche di
Pound rappresentano comunque
una ricerca stilistica e fonetica im-
portante. Il poeta, passando prima
per Gibilterra, approdò a Londra
nel 1908 e, sempre con più convin-
zione e capacità espressiva, intra-
prese un percorso culturale, un cam-
biamento lirico significativo: si
discostò dall’interessamento per i
poeti preraffaelliti e per la lettera-
tura medievale avvicinandosi sem-
pre più verso forme di poesia mo-
derne, già presenti in Lustra del
1915.
Il processo di modernizzazione
della poesia di Pound ricevette un
forte impulso dalla sua amicizia con
il poeta irlandese William Butler Ya-
tes, quest’ultimo giudicato dallo
stesso Pound il più grande dei poeti
contemporanei. L’amicizia tra i due
prosperò portandoli ad affrontare
e studiare anche la letteratura giap-
ponese. La fiducia di Pound verso
E
la modernità s’infranse contro i col-
pi assestati dalla Prima guerra mon-
diale. Colpi che delusero Pound e
lo portarono a guardare con occhi
critici alla moderna civiltà occiden-
tale e soprattutto ai meccanismi re-
golanti la moneta e la sua circola-
zione. Prima di abbandonare la
conservatrice Londra per Parigi, ca-
pitale delle avanguardie culturali del
suo tempo, scrisse due poemetti
d’addio alla città inglese:
Omaggio
a Sesto Properzio
e
Hugh Selwyn
Mauberley
. Come viatico verso nuo-
vi lidi poetici, iniziò
The Cantos
,
pubblicati tra il 1917 e il 1969, ope-
ra che interesserà tutta la vita del
poeta americano. Dopo l’esperienza
parigina, durante la quale venne a
contatto con importanti personalità
del mondo culturale come Picasso,
Constantin ed Hemingway, approdò
in Italia a Rapallo. Sul golfo del Ti-
gullio continuò la sua infaticabile
azione di cultura e promozione di
tutte quelle forme d’arte a lui più
care. Continuò la sua poesia, mai
banale, mai per le masse, ma bensì
pura ricerca di abbinamenti musicali
e linguistici non scontati, dove la
parola non diviene semplice orpello
ma nella sua immediatezza si carica
di significati più aulici.
La sua poetica è ricca, in essa
confluiscono diverse tradizioni e
fonti. Spazia dalla poesia latina con
Properzio a quella contemporanea
con Eliot sino ad attingere alla vena
inesauribile di Dante, alternando la
sua arte tra momenti lirici e prosaici
di indiscutibile valore. Poco scontata
fu anche la sua idea della politica.
Il suo pensiero oscillante tra antica-
pitalismo e antimarxismo trovò
quasi uno sbocco naturale nella
“terza via” rappresentata dal fasci-
smo mussoliniano. Nel gennaio del
1933 riuscì ad incontrare il duce del
fascismo omaggiandolo con una co-
pia dei suoi
Cantos
ed esternandogli
alcune idee di tipo economico. Il suo
omaggio al regime e a Mussolini si
concretizzò ulteriormente due anni
più tardi, quando uscirà il suo
Jef-
ferson and Mussolini
. Opera incen-
trata su di un parallelo tra uno dei
più significativi presidenti degli Stati
Uniti e lo stesso Mussolini. La col-
laborazione con il fascismo continua
e, nel 1940, Pound iniziò a trasmet-
tere dalle frequenze dell’Eiar il pro-
gramma radiofonico
«Europe cal-
ling, Ezra Pound speaking»
,
divulgato in lingua inglese. Nei suoi
interventi il poeta difendeva il fasci-
smo di Mussolini accusando la fi-
nanza internazionale di aver provo-
cato la guerra contro quei paesi che
non si erano fatti sottomettere dalle
grinfie dell’usura.
Dopo il crollo di Mussolini aderì
alla Repubblica sociale sino all’ar-
resto da parte dei partigiani. In se-
guito, venne consegnato al governo
statunitense che lo accusò di alto
tradimento. Dopo alcune settimane
di reclusione a Pisa ebbe un tracollo
fisico e mentale. Ma questo non li-
mitò la sua vena poetica che gli con-
sentì di comporre gli undici
Canti
pisani
e lavorare alla traduzione di
Confucio. Sul finire del 945 fu tra-
sferito negli Stati Uniti per essere
sottoposto a processo. Venne dichia-
rato infermo di mente e internato
nell’ospedale criminale federale di
St. Elizabeth’s a Washington. Nel
1959 riuscì a tornare in Italia dove
morì, a Venezia, il primo giorno di
novembre del 1972.
La sua poetica è ricca,
e in essa confluiscono
diverse tradizioni e fonti.
Spazia dalla poesia
latina con Properzio
a quella contemporanea
con Eliot sino
ad attingere alla vena
inesauribile
di Dante, alternando
la sua arte tra momenti
lirici e prosaici
di indiscutibile valore.
Poco scontata fu anche
la sua idea della politica.
Il suo pensiero oscillante
tra anticapitalismo
e antimarxismo trovò
quasi uno sbocco
naturale nella“terza via”
rappresentata dal
fascismo mussoliniano.
Il suo omaggio al regime
si concretizzò
ulteriormente
con la pubblicazione
di “Jefferson
andMussolini”. Opera
incentrata sul parallelo
tra uno dei più
significativi presidenti
degli Stati Uniti
e lo stessoMussolini.
La collaborazione
con il fascismo continuò
e, nel 1940, Pound iniziò
a trasmettere
dalle frequenze dell’Eiar
il programma
radiofonico“Europe
calling, Ezra Pound
speaking”, divulgato
in lingua inglese
L’OPINIONE delle Libertà
DOMENICA 5 AGOSTO 2012
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