Direttore ARTURO DIACONALE
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Mercoledì 6 Febbraio 2013
delle Libertà
Ci voleva Ingroia per la riforma della giustizia
on è affatto un guaio che i
magistrati politicizzati entrino
in politica. Anzi, è un bene. Perché,
pur essendo una anomalia fin trop-
po evidente (ma frutto della più
grande anomalia rappresentata dal-
lo squilibrio costituzionale tra i po-
teri dello stato), rappresenta un ele-
mento di positiva chiarezza agli
occhi dell’opinione pubblica nazio-
nale. La conferma viene dal caso
Ingroia. Che con il suo fin troppo
previsto passaggio di campo dalla
magistratura inquirente alla politica
militante ha reso evidente l’anoma-
lia di cui sopra anche a molti di
quelli che per più di vent’anni l’ave-
vano testardamente negata bollan-
N
dola come una accusa strumentale
dei garantisti fasulli e pelosi.
Ma il chiarimento provocato
dalla vicenda Ingroia non riguarda
solo la dimostrazione lampante
della necessità di rivedere la Costi-
tuzione nella parte relativa alla tri-
partizione dei poteri. Comporta
anche due conseguenze che al mo-
mento appaiono nascoste dal cla-
more della campagna elettorale ma
che dopo il voto di fine febbraio
sono destinate a venire fuori ed a
produrre effetti di portata sicura-
mente significativa sulla vita pub-
blica del paese.
La prima riguarda il panorama
politico. Ingroia, insieme ai resti
dell’Idv di Di Pietro, alla legione
giustizialista campana di De Magi-
stris, agli ultimi dei Verdi ed ai re-
perti archeologici del vecchio co-
munismo militante, ha dato vita al
più classico dei “nemici a sinistra”
del Partito Democratico. Nessuno
pensava che questo potesse avvenire
nelle dimensioni oggi indicate dai
sondaggi. Bersani era convinto di
aver risolto il problema provocando
la scissione di Donadi dall’Idv. In-
vece Ingroia ha sfruttato con gran-
de abilità il sostegno e la copertura
avute dalla sinistra post-comunista
nella sua crociata giudiziaria contro
l’esecrato Cavaliere ed è riuscito nel
miracolo di dare vita ad una ultra-
sinistra al tempo stesso giustizialista
e nostalgica destinata a dare filo da
torcere ed a condizionare comun-
que la futura politica del Partito
Democratico.
La seconda conseguenza riguar-
da, invece, il panorama giudiziario.
Non perché il passaggio di Ingroia
alla politica abbia provocato par-
ticolari sconvolgimenti tra le diverse
e frastagliate correnti dell’Associa-
zione Nazionale Magistrati. Chi se-
gue le vicende interne del sindacato
dei magistrati sa bene che questo è
un mondo abituato da tempo e ri-
flettere le spaccature e le lacerazioni
del mondo della politica.
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Maroni sorpassaAmbrosoli. E Storace rimonta
oberto Maroni mette la freccia
e, trainato dai sondaggi nazio-
nali, supera per la prima volta Um-
berto Ambrosoli. L’ultimo sondaggio
realizzato da Spincon per
L’Opinio-
ne
certifica il sorpasso del Barbaro
Sognante che, nonostante rimanga
sostanzialmente stabile al 38,7%
(
+0,2% rispetto a sette giorni fa)
riesce a distanziare Ambrosoli fermo
al 38,1% e in discesa dello 0,8%.
La rimonta di Maroni era in atto da
almeno un paio di settimane e si
concretizza oggi soprattutto grazie
al calo vistoso dell’avversario che
lascia per strada quasi due punti
percentuali in quindici giorni.
Voti in libera uscita dal centro-
R
sinistra che finiscono soprattutto tra
il non voto e gli scontenti (Grillo è
nuovamente in salita) e che trovano
la loro spiegazione più plausibile
nella difficoltà dei vertici democratici
di gestire da un lato lo scandalo
Mps e dall’altro la strabordante pre-
senza scenica del cavaliere.
Non approfitta del la situazione
Gabriele Albertini che perde lo
0,2%
e rimane inchiodato al 10,2%
dimostrando come, anche in com-
petizioni amministrative come que-
sta, il peso specifico del Terzo Polo
rimanga marginale.
La sua candidatura, in partico-
lare, stupisce per debolezza. Non
va dimenticato, infatti, che stiamo
comunque parlando di uno degli
ex sindaci milanesi più in vista e
mediaticamente più scaltri degli ul-
timi anni. Nonostante questo, e no-
nostante la candidatura-traino al
Senato, Albertini rimane lontanis-
simo da ogni chance di vittoria e,
anzi, viene scavalcato dalla candi-
data del Movimento 5 Stelle, Sil-
vana Carcano. I grillini guadagna-
no un punto percentuale in sette
giorni e consolidano il trend di cre-
scita iniziato la settimana scorsa,
portandosi al 11%.
Situazione simile nel Lazio dove
il sondaggio odierno sorride a
Francesco Storace. Il candidato de
La Destra sta conducendo sin qui
una campagna elettorale molto ef-
ficace e riesce nell’intento di rosic-
chiare all’avversario quasi nove
punti in quindici giorni, riducendo
per la prima volta il vantaggio di
Zingaretti sotto il 4%.
Il candidato del centrosinistra
cede lo 0,7% e non supera la so-
glia psicologica del 40% (39,5%)
dimostrando una scarsa capacità
di reazione all’offensiva del cen-
trodestra laziale...
Continua a pagina
2
di
ANDREA MANCIA
e
SIMONE BRESSAN
Nell’ultimo sondaggio
Spincon per l’Opinione
sulle elezioni regionali,
Maroni leggermente
davanti adAmbrosoli.
Nel Lazio continua
la rimonta di Storace
ai danni di Zingaretti:
9
punti in due settimane
di
ARTURO DIACONALE
Fino a ieri la corrente
di sinistra tradizionale
dei magistrati Italiani,
cioè Magistratura
Democratica,
sapeva di avere,
proprio come il Pd,
un“nemico a sinistra”.
Oggi, per fortuna,
lo sanno anche i cittadini
Monti e Bersani, prove d’inciucio
K
Un accordo post-elettorale
con il premier uscente Mario Monti? Al
segretario del Pd e candidato premier
del centrosinistra, Pier Luigi Bersani,
non dispiacerebbe affatto. «Noi siamo
prontissimi a collaborare con tutte le
forze contro il leghismo, contro il ber-
lusconismo, contro il populismo. E
quindi certamente anche con il profes-
sor Monti», spiega Bersani a Berlino.
Un’apertura che è stata raccolta a
braccia aperte da Monti: «Apprezzo
ogni apertura e ogni disponibilità e
anche questa frase che Bersani ha
detto dalla Germania, dove, mi pare, la
politica fatta in quest’ultimo anno con
l’aiuto del Parlamento, è stata apprez-
zata». «Io - assicura il Professore -
sarò disponibile ad alleanze con tutti e
solo coloro che saranno seriamente
impegnati sul piano delle riforme strut-
turali». Dopo qualche scaramuccia di
facciata, insomma, torna aria d’inciu-
cio tra centrosinistra e centro. A tutto
vantaggio di Silvio Berlusconi e del
centrodestra che, secondo ormai quasi
tutti i sondaggisti, continua a recupe-
rare il terreno perduto.