di
DETLEV SCHLICTER
e banche rappresentano qual-
cosa tra un dinosauro e un
vampiro. Una cosa è ormai chiara
anche all’osservatore più distratto:
le banche non sono imprese capita-
listiche. Nella loro attuale incarna-
zione hanno poco a che fare con il
libero mercato e non c’è posto per
questo. Oscillano costantemente tra
due posizioni: una volta sono un
protettorato dello stato in disperato
bisogno di sostegno da parte della
stampa pubblica o dei fondi illimi-
tati dei contribuenti, dove, in assen-
za di tale sostegno, ci troveremmo
presumibilmente di fronte alla te-
muta ricaduta sociale di un totale
collasso finanziario; un momento
dopo sono un comodo strumento
per la politica dello stato, affinché
quest’ultimo venga alimentato con
riserve bancarie ampie e con bassi
tassi di interesse per creare ancora
più credito a buon mercato e favo-
rire la fabbricazione di una certa
crescita artificiale. O le banche sono
le regine permanenti del sistema
monetario fiat o sono leve conve-
nienti per i pianificatori centrali ma-
cro-economici. In ogni caso, le im-
prese capitalistiche hanno un
aspetto diverso.
Le banche centrali e le moderne
banche a denaro fiat sono sempli-
cemente una macchia sul sistema
capitalista. Affinché il capitalismo
operi agevolmente devono, in ulti-
ma analisi, essere rimosse. Credo
che la logica di fondo del capitali-
smo funzionerà in questa direzione.
L
Personalmente, credo inoltre che il
tentativo di “riformare” il sistema
attuale sia uno spreco di tempo e di
energia. E’ particolarmente disdice-
vole per i libertari, poiché corrono
il rischio di essere infettati con i cep-
pi dello statalismo che corrono at-
traverso il sistema. Sostituiamo que-
sto sistema con qualcosa di meglio,
con un sistema monetario basato
sul mercato.
Quando e come esattamente il
sistema attuale finirà, nessuno può
dirlo: credo siamo nell’inning finale.
In tutto il mondo, tutte le principali
banche centrali hanno ora fissato i
tassi di interesse a zero o vicino allo
zero ed utilizzano i propri bilanci
nel disperato tentativo di evitare che
i loro sistemi bancari fortemente in-
debitati si contraggano o collassino
potenzialmente. Se pensate che tutto
questo è solo temporaneo e che pas-
serà senza intoppi quando l’econo-
mia finalmente si “riprenderà”, al-
lora siete probabilmente sotto
farmaci o avete dato ascolto per
troppo tempo agli economisti main-
stream che sono, nella maggior par-
te dei casi, felici di operare come
apologeti del sistema attuale.
Credo ancora nella possibilità
che, ad un certo punto, qualcuno
spingerà l’acceleratore monetario a
tavoletta; l’ultimo trimestre che
spingerà il sistema giù dal burrone.
Questo sarà il momento in cui i
banchieri centrali scopriranno – e
lo scopriranno nel modo più difficile
che la loro capacità di stampare
denaro fiat può anche essere illimi-
tata, ma che la fiducia della popo-
lazione in questa moneta fiat non
lo è di certo. L’intero sistema salterà
in aria come una palla di fuoco ipe-
rinflazionata, il che è stata la fine
della maggior parte degli esperimen-
ti precedenti con sistemi a denaro
fiat totali, tutti gli altri si sono con-
clusi con un ritorno volontario alla
moneta-merce prima che la popo-
lazione perdesse la totale fiducia nel
sistema. E la prospettiva di un ri-
torno volontario ed ufficiale ad un
gold standard sembra minima al
momento. Tuttavia, questo non è
l’argomento di questo saggio.
Il futuro del denaro
Spesso mi viene chiesto: “che co-
sa verrà dopo dopo che il sistema
attuale sarà crollato? Dovremo tor-
nare al baratto?” No. Ovviamente,
una moderna economia capitalistica
ha bisogno di un sistema monetario
funzionante. La mia speranza è che
dalle ceneri del sistema attuale sorga
un nuovo sistema monetario che sia
interamente privato e non gestito
dagli stati – e che non abbia la dia-
bolica alleanza stato-banca al suo
interno, un’alleanza che esiste in op-
posizione a tutto ciò che il libero
mercato rappresenta. Nessuno può
dire di preciso a che cosa assomi-
glierà questo nuovo sistema. La sua
forma e caratteristiche saranno alla
fine decisi dal mercato. In questo
campo, come in altri, ci sono pochi
limiti alla capacità inventiva ed al-
l’ingegno umano. Ma possiamo già
porre alcuni punti concettuali su un
tale sistema e dovremmo contem-
plare la perfezione di tale sistema
ora, mentre il vecchio schema è in
agonia.
Un gold “standard” privato...
I sistemi monetari di libero mer-
cato, in cui l’offerta di moneta è
fuori dal controllo politico, è pro-
babile che siano sistemi in cui il de-
naro è proprio una merce di quan-
tità limitata e piuttosto anelastica.
Sembra improbabile che un mercato
completamente libero concederebbe
a qualsiasi soggetto privato il diritto
di produrre denaro (cartaceo o elet-
tronico) secondo volontà e senza li-
miti. Il sistema attuale è insolito in
questo senso e non è chiaramente
una soluzione di libero mercato.
Non è nemmeno sostenibile. I can-
didati più ovvi sono l’oro e l’argen-
to, che hanno operato come denaro
per migliaia di anni. Potremmo im-
maginare un moderno sistema al cui
centro ci sono aziende private che
offrono l’immagazzinamento di oro
ed argento, probabilmente in una
varietà di giurisdizioni (Zurigo,
Londra, Hong Kong, Vancouver).
Intorno a questo nucleo di metallo
monetario immagazzinato, un siste-
ma finanziario è costruito affinché
utilizzi le ultime tecnologie di infor-
mazione e di pagamento per facili-
tare i trasferimenti di proprietà in
questa base monetaria in modo fa-
cile, sicuro e conveniente tra chi sce-
glie di partecipare a questo sistema.
Queste compagnie che immagaz-
zinano oro e argento sono imprese
bancarie? — Beh, potrebbero diven-
tare banche. In realtà, fu così che
iniziò il nostro sistema bancario at-
tuale. Ma ci sono differenze impor-
tanti su cui dirò un paio di cose do-
po. In ogni caso questo sarebbe
denaro sonante, internazionale, pri-
vato ed apolitico. Sarebbe denaro
capitalista.
O Bitcoin
Un’altra soluzione potrebbe es-
sere quella del denaro privato vir-
tuale, come Bitcoin.
Bitcoin è denaro immateriale,
soldi su internet. Si tratta di un soft-
ware. Bitcoin può essere pensato co-
me una merce crittografata: i singoli
Bitcoin possono essere creati attra-
verso un processo che si chiama
mining”
.
Coinvolge una certa po-
tenza di calcolo ed il complesso al-
goritmo al centro di Bitcoin rende
la creazione di ulteriori Bitcon più
difficile (e più costosa) man mano
che gli stessi vengono ad esistenza.
L’offerta complessiva di Bitcoin è li-
mitata a 21 milioni di unità. Di
nuovo, ciò è fissato dall’algoritmo,
che non può essere alterato.
Così, la creazione di denaro Bit-
coin è interamente privata, ma non
gratuita e non è illimitata. La mag-
gior parte delle persone, natural-
mente, non “minerà”mai i Bitcoin,
così come sotto il gold standard la
maggior parte delle persone non mi-
nava l’oro. La gente acquisirà Bit-
coin attraverso il commercio, attra-
verso lo scambio di beni e servizi
per Bitcoin, quindi utilizzandoli per
le altre transazioni. Bitcoin è una
moneta forte. La sua offerta è ane-
lastica e non sotto il controllo di un
organismo emittente. E’ “denaro”
veramente capitalista ed internazio-
nale – ovviamente ciò presuppone
che la popolazione sia disposta ad
usarlo come moneta.
Ci sono naturalmente una serie
di domande che circondano Bitcoin
che non possono essere trattate in
questo saggio: E’ sicuro? L’algorit-
mo può essere modificato o dan-
neggiato ed i Bitcoin, quindi, essere
contraffatti? I “wallet” virtuali in
cui sono archiviati i Bitcoin sono si-
curi? – Queste sono domande per
un esperto di sicurezza informatica
o un crittografo ed io non sono nes-
suno dei due. La mia tesi è concet-
tuale. Il mio obiettivo non è quello
di analizzare Bitcoin in quanto tale
ma di ragionare sulle conseguenze
di una moneta merce virtuale, che
ritengo fattibile in linea di principio
e suppongo semplicemente – per
amore della discussione – che Bit-
coin sia già la soluzione. Se questo
accadrà, non lo posso dire. Lo deve
decidere – ancora una volta – il
mercato. Però c’è una domanda per
l’economista: Bitcoin potrebbe es-
sere ampiamente accettato come
moneta? Ciò contraddirebbe il teo-
rema della regressione di Mises, in
cui si afferma che nessuna forma di
denaro può nascere come un mezzo
di scambio pronto; che qualunque
sia la sostanza monetaria (o non-
sostanza), deve avere avuto un qual-
che altro uso come merce prima del
suo primo utilizzo come moneta. Il
mio contro-argomento qui è il se-
guente: l’analogia è la banconota,
che è nata non come una merce ma
come uno strumento di pagamento,
vale a dire, un credito nei confronti
del proprio denaro che era l’oro o
l’argento, all’epoca. Le banconote
vennero inizialmente utilizzate come
un modo più conveniente per tra-
sferire la proprietà in oro o argento.
Una volta che le banconote inizia-
rono a circolare ampiamente e ven-
nero generalmente accettate come
mezzi di scambio nel commercio, la
copertura dell’oro potè essere eli-
minata e le banconote ancora con-
tinuarono a circolare come moneta.
Erano diventate denaro.
Allo stesso modo, Bitcoin può
essere pensato, inizialmente, come
una tecnologia di pagamento, come
un dispositivo comodo ed econo-
mico per trasferire la proprietà in
denaro cartaceo dello stato (i Bit-
coin possono al momento essere
scambiati per la cartamoneta a vari
cambi). Ma poiché l’offerta di Bit-
coin è limitata, mentre l’offerta di
moneta cartacea dello stato si
espande costantemente, il valore di
cambio dei Bitcoin è destinato a sa-
lire. E, ad un certo punto, i Bitcoin
potrebbero iniziare ad essere com-
merciati come moneta.
Un sistema monetario costruito
su denaro forte, internazionale ed
apolitico, sia in forma di un sistema
aureo privato sia in forma di Bit-
coin, sarebbe un vero e proprio si-
stema capitalista, un sistema che fa-
cilita lo scambio libero e volontario
tra soggetti privati e le imprese al-
l’interno e attraverso le frontiere,
un sistema che è stabile e fuori dal
controllo politico. Ci sarebbero
molti vantaggi per l’utente del de-
naro ma ci sarebbe un ruolo piccolo
per le attuali banche, il che mostra
in che misura le banche siano di-
ventate una creatura dell’attuale si-
stema monetario fiat dello stato e
di tutte le sue incongruenze.
Profitto e creazione di moneta
Le banche operano a riserva fra-
zionaria bancaria (Frb), il che signi-
fica che prendono i depositi che do-
vrebbero essere sicuri e liquidi,
pagano quel poco di interesse ai de-
positanti e li usano per finanziare i
prestiti che sono illiquidi e rischiosi,
i quali rendono alla banca un inte-
resse elevato. Attraverso il processo
della riserva frazionaria, le banche
ampliano l’offerta di moneta nel-
l’economia; diventano produttrici
di denaro, il che è, ovviamente, red-
ditizio. Molti economisti mainstre-
am accolgono la Frb come un mo-
do per espandere la moneta ed il
credito e “stimolare” l’ulteriore cre-
scita, ma come hanno argomentato
in modo convincente la Scuola Va-
lutaria in Gran Bretagna nel XIX
secolo ed in particolare la Scuola
Austriaca sotto Mises e Hayek nel
XX secolo (e come spiego io in det-
taglio su
Paper Money Collapse –
The Folly of Elastic Money and the
Coming Monetary
)
questo processo
non solo è rischioso per le banche
individuali, ma è destabilizzante per
l’economia nel suo complesso. Deve
provocare cicli di boom-bust. Non
si può escludere un utilizzo della
Frb anche in un sistema aureo pri-
vato o con Bitcoin; tuttavia, in as-
senza di un supporto mediante una
banca centrale che funziona come
prestatore di ultima istanza, la Frb
sarebbe molto limitata in effetti. Sa-
rebbe troppo pericoloso per le ban-
che abbassare i loro coefficienti di
riserva (almeno a livelli piuttosto
bassi), poiché ciò aumenterebbe il
rischio di una corsa agli sportelli
bancari.
A volte mi dicono che sono
troppo critico nei confronti delle
banche centrali e dello stato e che
dovrei dirigere la mia ira verso le
banche “private” ed “avide”, perché
sono le banche “private” che creano
tutti i soldi attraverso la Frb. Certo.
Ma la Frb è solo possibile, sulla sca-
la in cui è stato condotta negli ulti-
mi decenni, perché le banche sono
supportate – ed anche attivamente
incoraggiate – nelle loro attività a
Frb da una banca centrale che funge
da prestatore di ultima istanza, in
particolare dal fatto che la banca
centrale ha, oggi, il pieno ed illimi-
tato controllo sulle riserve di denaro
fiat della banca. In un sistema di de-
naro forte (oro o Bitcoin), anche se
le banche stesse avviassero la loro
banca centrale che fungerebbe da
prestatore di ultima istanza, tale en-
tità non potrebbe creare maggiori
riserve auree o riserve di Bitcoin e
quindi fornire supporto illimitato
alle banche.
La Frb è particolarmente impro-
babile che si sviluppi in un’econo-
mia Bitcoin, in quanto non vi è al-
cuna necessità di un deposito, di
servizi per la custodia e di tutti gli
altri che comportino il trasferimento
delle materie prime del sistema mo-
netario (siano esse oro o biglietti
cartacei statali) in altre forme più
convenienti di mezzi di scambio, co-
me il denaro elettronico, in grado
di facilitare le transazioni a grandi
distanze. Il proprietario dei Bitcoin
ha un account simile al suo account
di posta elettronica; lo gestisce da
sé ed immagazzina i suoi stessi Bit-
coin; è denaro già pronto all’utilizzo
per qualsiasi operazione, in qualsiasi
parte del mondo, semplicemente via
internet: la banca come intermedia-
rio può essere bypassata, in quanto
l’utente Bitcoin assume il controllo
diretto del suo denaro. Può accedere
ai propri Bitcoin ovunque, sempli-
cemente tramite la carta Sim nel suo
smartphone.
L’enorme crescita della Frb è sta-
ta resa possibile dalla difficoltà di
trasferire in modo sicuro su lunghe
distanze l’oro fisico o i biglietti car-
tacei fisici. Questo ha creato un po-
tente incentivo a mettere il denaro
fisico nelle banche, il quale, una vol-
ta entratovi, diventava “riserva” da
utilizzare per la creazione di ulteriori
asset monetari.
La canalizzazione dei risparmi
verso gli investimenti reali è molto
importante, ma ricordate che la
FRB è qualcosa di completamente
diverso. Essa prevede la creazione
di moneta e di credito senza alcun
risparmio reale e volontario a so-
stenerli: la Frb non solo è inutile, è
destabilizzante per l’economia nel
suo complesso. Sotto il gold stan-
dard, ha creato cicli economici; sot-
to il sistema di denaro fiat illimitato
e delle banche centrali che fungono
da prestatori di ultima istanza, ha
creato il super-ciclo, che ora è nel
suo doloroso stadio finale.
Traduzione
di Francesco Simoncelli
dal sito del Ludwig von Mises
Institute Italia
II
ECONOMIA
II
II
ECONOMIA
II
Morte del sistema bancario e futuro del denaro
Ormai le banche
rappresentano qualcosa
a metà tra un dinosauro
e un vampiro. Non sono
imprese capitalistiche
e nella loro attuale
incarnazione hanno
poco a che fare
con il libero mercato.
Le banche oscillano
costantemente tra due
posizioni: una volta
sono un protettorato
dello stato in disperato
bisogno di sostegno
da parte dei contribuenti.
Un momento dopo
sono un comodo
strumento per lo stato,
con lo scopo di creare
credito a buon mercato
e crescita artificiale
K
Detlev SCHLICTER
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO 2013
4
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO 2013
5