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ESTERI
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Usa 2012: le dueAmeriche della vigilia elettorale
(
segue dalla prima)
«
Avevo votato per Obama, 4 anni
fa – ci spiega Dimitri, di origine
greca – Tutte le mie speranze in lui
sono finite. Adesso vedo un paese
molto più diviso, un presidente
che ha dimostrato in tutti i modi
possibili di essere privo di espe-
rienza, totalmente privo di leader-
ship. Romney è un bravo uomo
d’affari ed è quello di cui l’Ame-
rica ha bisogno».
«
È la prima volta che partecipo
ad una grande manifestazione po-
litica. Ma penso che Romney e
Ryan siano gli uomini di cui ab-
biamo bisogno, per esperienza, ta-
lento e conoscenza della materia
economica. Per quattro anni non
abbiamo avuto altro che un au-
mento di debito, il fallimento di
tante aziende, il dilagare della di-
soccupazione, l’aumento dei prezzi
ci dice Laura, ex militare di pro-
fessione, nella Marina. A proposi-
to dell’ormai nota battuta di Oba-
ma sull’inutilità della spesa
militare per costruire più navi (pa-
ragonata a uno spreco per acqui-
stare “cavalli e baionette”), Laura
ci spiega che: «In ambiente mili-
tare abbiamo subito capito che il
presidente non avesse un minimo
di dimestichezza con l’argomento.
Curiosamente, se vogliamo essere
pignoli, le baionette si usano ec-
come: sono inastate sui fucili dei
marine. E nelle aree più remote
dell’Afghanistan capita di usare
i cavalli ancora oggi”. Battuta
rimpallata. Peccato non sia inter-
venuta nel terzo dibattito televi-
sivo presidenziale. «Credo che
Romney e Ryan siano le persone
giuste per riportare il paese sulla
strada giusta, creare opportunità
per le piccole imprese e rilanciare
l’occupazione», ci dice Liam Do-
novan, impiegato in un’azienda…
pubblica. Dunque non era vero
che solo i privati fossero fan di
Romney e tutto il settore pubbli-
co sostenesse Obama.
Tutti i motivi per votare l’uno
o l’altro candidato si riducono ad
un solo tema: l’economia. Visto
che la crisi non accenna neppure
a mollare la presa sulla società
americana, è sempre stata forte la
determinazione di chi ha voluto
veder riconfermato il presidente e
lasciargli il tempo di curare le fe-
rite. Così come è stata altrettanto
forte la tentazione di cambiarlo
subito, sostituendolo con un bu-
sinessman più navigato. Queste
due opposte tendenze hanno de-
terminato la situazione «too clo-
se», troppo testa-a-testa per for-
mulare pronostici. È stato anche
un confronto antropologico. Alla
George Mason University, il pub-
blico che ha riempito lo stadio, per
salutare calorosamente l’ultimo
comizio elettorale di Romney, era
costituito soprattutto da famiglie
(
anche parecchio numerose) e an-
ziani. Più gli uomini delle donne.
Quasi nessuno single. Quasi nes-
suna coppia senza figli. Un ex stu-
dente, appena uscito dall’univer-
sità, ci dice di essersi sposato
subito dopo la laurea e di avere
già avuto un bambino. È il popolo
conservatore. L’opposto dell’urba-
nizzato (c’è chi dice: decadente)
popolo di sinistra, fatto anche di
single, coppie che non vogliono
avere figli e minoranze etniche. Un
panorama umano molto più euro-
peo. Queste due americhe, fra loro
inconciliabili, si sono confrontate
per tutta la giornata di ieri nelle
urne. Oggi capiremo quale delle
due è destinata a prevalere.
STEFANO MAGNI
È stato anche
un confronto
antropologico.
Il pubblico dell’ultimo
comizio elettorale
di Romney era
costituito soprattutto
da famiglie e anziani.
Più gli uomini delle
donne. Quasi nessuno
single. Quasi nessuna
coppia senza figli.
Uno studente fresco
di università dice
di essersi sposato
subito dopo la laurea
e di avere già avuto
un bambino.
È il popolo
conservatore.
L’opposto del popolo
di sinistra, fatto anche
di single, coppie
che non vogliono avere
figli e minoranze
etniche. Un panorama
umano molto
più europeo
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 7 NOVEMBRE 2012
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