Pagina 2 - Opinione del 9-8-2012

Versione HTML di base

umuli di immondizia, un
odore nauseabondo, casso-
netti dati alle fiamme e cittadini
esasperati. È la fotografia di una
Palermo di agosto che soffoca
tra i rifiuti. La chiusura della di-
scarica di Bellolampo, a causa
dell’incendio dei giorni scorsi,
sta creando una vera e propria
emergenza per la raccolta dei ri-
fiuti nel capoluogo siciliano, già
stretto dalla morsa di un caldo
infernale che non accenna a fi-
nire. Un incubo rifiuti che ritor-
na. Infatti, ci vorrà almeno un
mese per la riapertura della di-
scarica: questi, secondo i tecnici,
i tempi necessari per il monito-
raggio e la messa in sicurezza. E
intanto i rifiuti si accumulano e
l’aria, soprattutto in alcune zone
della città, complice anche l’alta
temperatura, si fa irrespirabile.
Tonnellate di spazzatura per
le strade che l’Amia (l’azienda
palermitana per la gestione dei
rifiuti) sta cercando di smaltire,
mentre la Protezione civile ha
noleggiato 40 autocompattatori
per la raccolta dei rifiuti che ver-
ranno trasferiti verso altre cinque
discariche dell’Isola. Solo in al-
cune vie principali del centro,
quelle più frequentate dai turisti,
i cassonetti sono stati ripuliti. In-
tanto va avanti l’inchiesta aper-
ta dalla procura di Palermo a ca-
rico di ignoti sulla vicenda
Bellolampo. I magistrati paler-
mitani vogliono vederci chiaro
sulle cause dell’incendio. Anche
se ieri, nella relazione del gover-
no alla Camera, il sottosegretario
all’Interno Giovanni Ferrara ha
sottolineato che «non appaiono
emergere elementi di origine do-
losa, ma una carente attività di
bonifica delle sterpaglie». Se Fer-
rara esclude il dolo, questo, in-
vece, è la pista privilegiata dagli
C
investigatori. E il sindaco di Pa-
lermo cosa fa? Leoluca Orlando
non si lascia scappare l’occasione
e per non smentirsi parla di «in-
teressi criminali attorno al ciclo
dei rifiuti in generale e all’ Amia
in particolare». Non solo. In pie-
no stile orlandiano ha sottolinea-
to che «la discarica è gestita
dall’Amia che non è controllata
dal Comune perché commissa-
riata ormai da molti mesi». È fa-
cile trincerarsi dietro il commis-
sariamento
dell’ex
municipalizzata e passare la pal-
la altrove. È una primaria esigen-
za dei cittadini di Palermo che il
problema della gestione dei ri-
fiuti sia risolto una volta per tut-
te. Qual è il programma del sin-
daco Orlando e la sua proposta
per sistemare definitivamente la
questione rifiuti? È vero che
l’Amia al momento è gestita da
rappresentanti del ministero del-
lo Sviluppo economico, ma è il
sindaco che deve dare una rispo-
sta alla città, senza limitarsi a
sollecitare la rimozione dei com-
missari ma indicando quali sono
le sue proposte concrete per af-
frontare l’emergenza rifiuti a Pa-
lermo.
ROSAMARIA GUNNELLA
di
PIER PAOLO SEGNERI
arrivata l’ora di un nuovo Ri-
sorgimento. E sono convinto
che oggi vi siano, sparse nella no-
stra società, anche le persone per
farlo. Si tratta, perlopiù, di persone
comuni. Negli ultimi tempi, infatti,
a mio parere, si è formata una
massa critica nella società italiana
pronta a recepire e a sostenere una
fase di lotta politica nonviolenta e
innovativa di stampo liberale.
L’Italia, in questi ultimi due an-
ni, già prima del 2011, cioè prima
dell’anniversario dei 150 anni
dall’Unità d’Italia, ha maturato
tutte le premesse per un profondo
e radicale cambiamento d’ispira-
zione risorgimentale. Un cambia-
mento capace di aprire una indi-
spensabile stagione di ritrovata
cultura politica riformatrice, d’ispi-
razione mazziniana e cavouriana,
da Destra storica e da Connubio
liberale, come ha scritto in un suo
recente articolo il direttore Arturo
Diaconale.
Certo, si dirà, per avviare un
nuovo Risorgimento servirebbero
energie umane e politiche con il
profilo e lo spessore di Giuseppe
Garibaldi o studenti capaci di
muoversi nel solco di quello spirito
ideale e liberale che fu di Nicola
Ricciotti, dei fratelli Bandiera o di
Carlo Pisacane. Personalmente, so-
no convinto che persone simili ci
siano, ne conosco anche qualcuna,
il problema è che non sono perso-
ne che vanno in tv o nei program-
mi d’approfondimento perché que-
sto regime illiberale non vuole che
si conoscano, non devono essere
conosciuti dagli italiani. Non pen-
so, però, che gli studenti debbano
diventare dei martiri, anzi: i ragaz-
zi potrebbero riscoprire la forza
della nonviolenza gandhiana o la
spinta ideale di un Antonio Rosmi-
È
ni, di un Massimo D’Azeglio o di
un Carlo Cattaneo proprio per evi-
tare che, in fondo a questa crisi, si
trovi un mondo senza più un fu-
turo.
Certo, in un qualche modo, ci
vorrebbe una sorta di rinnovata e
moderna spedizione dei Mille. Ma-
gari potrebbe partire dalle carceri,
invece che da Quarto. È da diverso
tempo, comunque, che questo quo-
tidiano e il gruppo di persone che
si è riunito volontariamente intor-
no agli Amici dell’Opinione cerca-
no di offrire ai propri una chiave
politica risorgimentale per uscire
dalla crisi. Ormai, del resto, l’at-
tuale sistema - a cominciare da
quello economico e finanziario -
non regge più e si sostiene ancora
soltanto per inerzia, grazie alla di-
sperata sopravvivenza di un Potere
fine a se stesso che appare ed è
vecchio, logoro, marcio.
Il campo occupato trasversal-
mente dalla partitocrazia, infatti,
è diventato un terreno del tutto
impraticabile. Melmoso. Non è più
un terreno accessibile né coltivabile
e neppure percorribile, tanto meno
edificabile. Il campo unico del re-
gime partitocratico, insomma, non
permette più nemmeno la possibi-
lità di costruire il futuro. Che fac-
ciamo? Che cosa vogliamo fare?
Lo vado ripetendo dal 2009 of-
frendo una mia risposta: costruia-
mo insieme un altro campo, un
campo altro.
Lo ribadisco anche ora e qui.
Mi rivolgo innanzitutto ai Radi-
cali: costruiamo un altro campo
alternativo al blocco unico e tra-
sversale dalla partitocrazia di cen-
tro, di destra e di sinistra. Perché
viviamo in un sistema che, ormai,
tende soltanto a reiterare se stesso,
a sopravvivere. Nel campo di que-
sto regime anti-democratico e illi-
berale, non c’è politica. La politica
è un’altra cosa.
È necessario che si cominci a
fare chiarezza e a non confondere
le parole: una cosa è il Potere,
un’altra cosa è la Politica. La par-
titocrazia delle spartizioni, delle
corruzioni, dei verticismi di appa-
rato, delle becere angherie, dei ri-
catti, dell’immobilismo, delle pre-
potenze, delle menzogne, delle
omissioni, del viscido cinismo, del
malaffare, è il Potere che ha di-
strutto la Politica eliminando an-
che la possibilità di seminare liber-
tà, uguaglianza e stato di diritto
su quel campo. Ci vuole un altro
campo. Se si mette un piede sulla
superficie del pantano partitocra-
tico, infatti, si rischia di finire in-
ghiottiti dalle sabbie mobili. Siamo
arrivato all’apice di quella «meta-
morfosi del male» che Marco Pan-
nella e i Radicali hanno ben sapu-
to descrivere nel libro giallo sulla
«Peste italiana». E ora?
II
POLITICA
II
K
Marco PANNELLA
Leoluca Orlando
non si lascia scappare
l’occasione, sostiene
che il comune
non c’entra e per non
smentirsi parla
di «interessi criminali
attorno ai rifiuti»
segue dalla prima
Giannino
e i vecchi merletti
(...) dietro cui ci dovrebbero essere le bene-
dizioni (ma non la presenza diretta) di Luca
di Montezemolo ed Emma Marcegaglia.Può
essere che i promotori del progetto abbiano
qualche carta segreta da giocare.
E può essere anche che, favorito da una legge
elettorale fatta apposta per superare il bipo-
larismo e creare una sorta di proporzionali-
smo protetto per le forze politiche maggiori,
il disegno centrista diventi il sasso destinato
a provocare una valanga. Ma se le carte se-
grete non dovessero comparire e la valanga
non scattare, non è difficile prevedere un fu-
turo niente affatto trionfale per il cosiddetto
Partito della Nazione.
Tutto questo non per sopravvalutare la ca-
pacità di resistenza del Pdl e di Silvio Berlu-
sconi o per sottovalutare l’abilità tattica e
strategica di Casini, Fini, Pisanu, Passera e
del portavoce indiretto di Montezemolo e
Marcegaglia, Oscar Giannino.
Il limite vero di questa aggregazione è che
non rappresenta alcuna vera novità nella po-
litica italiana ma nasce con il proposito di-
chiarato di restaurare la Prima repubblica, è
portata avanti in prima persona da perso-
naggi che sono in campo da quarant’anni
sulla scena pubblica indossando le casacche
più diverse ed interpretando i ruoli più con-
trastati.
E, soprattutto, non sembra già da adesso pro-
fondamente divisa tra quanti (pochi) puntano
su una ricetta liberale per uscire dalla crisi e
quanti ( a maggioranza) sono fermi al vec-
chio dirigismo statalista della Prima repub-
blica che era abituato a risolvere i conflitti
scaricando il peso ed i costi sull’aumento del
debito. L’unico elemento di novità del Partito
della nazione, con Casini, Fini e Pisanu buoni
solo per la rottamazione e Passera ancora
fermo allo stato di incognita senza identità,
è dunque l’immaginifico e rutilante Giannino.
Che ha idee giuste, è intelligente, può contare
su qualche pezzo di Confindustria ben deciso
a non rischiare in proprio.
Ma che corre il pericolo di essere fagocitato
ed annullato da vecchi marpioni che, oltre
tutto, rappresentano politicamente e cultu-
ralmente il suo esatto contrario.
Naturalmente Giannino ha tutto il diritto di
giocare una partita personale per un proprio
futuro politico. Auguri.
Ma perché proprio con quelli di “arsenico e
vecchi merletti”?
ARTURO DIACONALE
Primavera araba:
un’illusione
(...) Svilite, umiliate e rese al rango di com-
plementi rispetto all’uomo. Ecco come l’in-
tegralismo tratta il suo incubo peggiore, le
donne, che non vorrebbe vedere nemmeno
con un niqab addosso e che tenta di sotter-
rare allo strato più basso della condizione
sociale. Ma alle associazioni pseudo-femmi-
niste cosa interessa se le donne tunisine sono
già sul piede di guerra perché non vogliono
tornare in catene? Cosa interessa loro se la
sponda sud del Mediterraneo diventa un ci-
mitero di donne? Nulla, probabilmente, visto
che le loro degne rappresentanti in politica
votarono contro la legge sull’infibulazione.
Cosa sarà mai l’essere un complemento di
fronte ai tanti problemi della vita, come la
propria carriera o il perdere una serata al sa-
lotto buono radical chic? Ringraziando il cie-
lo le donne tunisine non hanno bisogno di
voi e lotteranno ancora una volta con il solo
sostegno dei moderati e degli intellettuali,
perché per loro, sia qui che lì non ci siete mai
state. Anzi, avete remato loro contro quando
serviva una mano per non affondare.
SOUAD SBAI
Il campo della partitocrazia
è assolutamente irriformabile
Emergenza rifiuti
Palermo in crisi
CHIUSO IN REDAZIONE CENTRALE ALLE ORE 19,15
Organo del movimento delle Libertà per le garanzie e i Diritti Civili
Registrazione al Tribunale di Roma n. 8/96 del 17/01/’96
Direttore Responsabile:
ARTURO DIACONALE
Condirettore:
GIANPAOLO PILLITTERI
Vice Direttore:
ANDREA MANCIA
Caposervizio:
FRANCESCO BLASILLI
AMICI DE L’OPINIONE soc. cop.
Presidente
ARTURO DIACONALE
Vice Presidente
GIANPAOLO PILLITTERI
Impresa beneficiar ia per questa testata dei contr ibuti
di cui al la legge n. 250/1990 e successive modifiche e integrazioni.
IMPRESA ISCRITTA AL ROC N. 8094
Sede di Roma
VIA DEL CORSO 117, 00186 ROMA
TEL 06.6954901 / FAX 06.69549024 / [email protected]
Redazione di Milano
VIALE MONTE GRAPPA 8/A, 20124 MILANO
TEL 02.6570040 / FAX 02.6570279
Amministrazione - Abbonamenti
TEL 06.69549037 / [email protected]
Ufficio Diffusione
TEL 02.6570040 / FAX 02.6570279 / [email protected]
Progetto Grafico:
EMILIO GIOVIO
Tipografia
L’OPINIONE S.P.A. - VIA DEL CORSO 117, 00186 ROMA
Centro Stampa edizioni teletrasmesse
POLIGRAFICO SANNIO S.R.L. - ORICOLA (AQ)
TEL 0863.997451 / 06.55261737
Distributore Nazionale
PRESS-DI DISTRIBUZIONE STAMPA E MEDIA S.R.L.
VIA CASSANESE 224, 20090 SEGRATE (MI)
Concessionaria esclusiva per la pubblicità
SISTECO S.P.A. - VIA DEL CORSO 117, 00186 ROMA
TEL 06.6954901 / FAX 06.69549024 / [email protected]
In vendita obbligatoria abbinata
con ROMA NEWS € 1,00
L’OPINIONE delle Libertà
GIOVEDÌ 9 AGOSTO 2012
2