Pagina 1 - Opinione del 9-10-2012

Direttore ARTURO DIACONALE
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Martedì 9 Ottobre 2012
delle Libertà
Alemanno e quelle liste che vanno oltre il Pdl
ome dare torto al sindaco di
Roma Gianni Alemanno
quando afferma che in ogni caso
non ci dovrà essere una lista del
Pdl alle prossime elezioni per il
Consiglio comunale della capitale?
Il Pdl, a Roma e nel Lazio, si è di
fatto autorottamato. La vicenda
Fiorito ha fatto piazza pulita di
una intera classe politica cresciuta
all’ombra del Colosseo e della Pi-
sana. In maniera completa e spie-
tata. E lo sa anche chi pensa di
uscire da questo immane buco ne-
ro in cui è sprofondato il Pdl ripe-
tendo la vecchia e stantia tesi se-
condo cui le colpe sono del singolo
(
o al massimo di pochi “singoli”)
C
e non dell’intero gruppo dirigente
del partito. Il fenomeno Fiorito, in-
fatti, non è indica il caso di un iso-
lato “mariuolo”. Ma è ed è stato
interpretato dalla stragrande mag-
gioranza del vecchio elettorato del
partito di Silvio Berlusconi come
la punta di un iceberg di un intero
sistema di “mariuoli”. Cioè la di-
mostrazione più lampante di come
un partito che non pone al centro
della propria azione una qualche
idea politica ma solo l’interesse per
il potere (e per il denaro che ali-
menta questo potere) sia condan-
nato a finire, presto o tardi, nella
polvere e nel disonore.
Naturalmente è ingiusto fare di
tutt’erba un fascio e mescolare sen-
za distinzioni di sorta colpevoli ed
innocenti, responsabili ed irrespon-
sabili. Ma l’ingiustizia non cambia
la realtà dei fatti. Che è quella di
una condanna piena e completa
dell’elettorato di centro destra nei
confronti del partito che, per arro-
ganza ed ottusità del proprio grup-
po dirigente, ha la colpa insupera-
bile di aver tradito tutte le proprie
speranze ed aspettative.
È inutile e controproducente,
allora, presentare a Roma e nel La-
zio una qualche lista del Pdl. Ha
ragione Alemanno. Ma ora si trat-
ta di stabilire quale o quali liste
dovrebbero sostituire quella del
Pdl con l’obbiettivo di recuperare
la fiducia e rappresentare al meglio
le istanze degli elettori non di sini-
stra. Ed è bene mettere in chiaro
che non si tratta di una operazione
semplice. È inutile, ad esempio, so-
stituire la lista dei “fioriti” con una
lista di “gattopardi “, cioè cambia-
re l’etichetta e ripresentare le vec-
chie facce che hanno dato vita alle
faide di corrente da cui è nato il
disastro. Gli elettori non sono sce-
mi. Ed è altrettanto inutile inven-
tarsi qualche lista civica costruita
con il criterio del casting dell’
Isola
dei famosi
.
Gli elettori non abboc-
cano.
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2
Antropologicamente superiori emorale trinariciuta
ia chiaro una volta e per tutte: a
destra si ruba molto più che a si-
nistra. Non solo, ma si ruba anche
con più sfacciataggine e volgarità.
Anzi, se proprio la vogliamo dire
tutta, quelli di destra, quando ruba-
no, puzzano pure. Ecco. Questa è
una verità che non può essere taciu-
ta, anzi va gridata. E non lo dico io,
ma uno che di verità se ne intende:
Curzio Maltese, uno di quelli che
sanno vedere il mondo come cambia
e scavare nei reconditi abissi delle
trasformazioni sociali. Mica un se-
gaiolo radical-chic qualsiasi. Ed è
lui, con certezza e convinzione, sul
Venerdì di Repubblica
,
a spiegarci
che i Fiorito e gli altri «riflettono
S
l’antropologia di una classe dirigente
ignorante, pacchiana e soprattutto
ladra. Non solo rubano, ma non se
ne pentono». E certo, vuoi mettere
com’è più colto, elegante e meno la-
dro uno come Lusi, che va in con-
vento ad espiare?
Ma non finisce qui. Puliti gli oc-
chialetti inquisitori, Maltese conti-
nua con la fermezza che tutti noi
ammiriamo e ci spiega che questa
schifosa corruzione di destra è frutto
del ventennio berlusconiano e di co-
lui che, «almeno nei libri di scuola»,
descriveranno come «il grande ar-
tefice del regime più corrotto d’Ita-
lia». Poco importa che, conti alla
mano, in questi 20 anni di suo re-
gime, Berlusconi abbia governato
meno della metà; anche i neuroni di
Curzio Maltese, se ogni tanto venis-
sero usati, capirebbero che un dit-
tatore all’opposizione è un contro-
senso persino per le fantasie
ossessive del più acerrimo antiber-
lusconiano.
Il punto è che se dovessimo af-
frontare il tema della corruzione po-
litica con l’approccio di Maltese, po-
tremmo dire che non è vero che a
destra rubano di più, ma che a sini-
stra rubano meglio, perché non si
fanno beccare. E quando li beccano,
non si dice in giro, così che si rispetti
la regola sovrana di questa demo-
crazia mediatica, secondo cui non è
vero ciò che è vero ma ciò che i me-
dia vogliono sia vero. Per esempio,
il fatto che qualche giorno fa la ve-
dova Fortugno, alias on. Laganà de-
putata del Pd, sia stata condannata
in primo grado per truffa aggravata,
lo avete letto sulla prima pagina di
Repubblica
?
No, solo otto giorni
dopo in ventunesima pagina. Su
Il
Fatto Quotidiano
?
Sì, in un box di
10
righe a pagina 6. Appunto. Quin-
di, il caso in pratica non esiste.
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2
di
GIAMPAOLO ROSSI
Se il complesso rapporto
tra diritto e morale
in una moderna
democrazia fosse
solo una questione
antropologica,
basterebbe prendere
tutti quelli di destra
e ficcarli in galera. Così
ci “hanno imparato”
di
ARTURO DIACONALE
Forse ha ragione
il sindaco di Roma
quando dice di voler
superare il partito
del predellino.Ma non
basta un’operazione
di facciata. Occorre
cambiare alla radice
il modo di selezionare
la classe dirigente
Pdl: verso il passo indietro del Cav
K
«
Per unire il centrodestra Silvio
Berlusconi è pronto a non ricandidarsi».
Lo ha detto ieri il segretario del Pdl, An-
gelino Alfano.
Insomma, adesso è definitivo: il Cava-
liere è disposto a farsi da parte, se que-
sto suo passo indietro dovesse servire
a riunire sotto la stessa bandiera non
solo le anime in pena del Popolo della
Libertà, ma tutte le forze moderate, libe-
rali, cattoliche e sociali che nel 1994
avevano strappato di mano il paese alle
sinistre sotto la bandiera del Polo delle
Libertà.
A chi gli chiedeva un ritorno allo spirito
del ‘94, Berlusconi ha risposto così. La-
sciando, di fatto, il cerino in mano a chi
storceva il naso di fronte ad una sua ri-
candidatura. Perché, come ha dichiarato
subito dopo lo stesso Alfano ai giornali-
sti, ora «occorre un gesto di visione e
generosità degli altri protagonisti del
centrodestra».
Il sacrificio del Cav non dev’essere dun-
que isolato, ma solo il primo di tanti altri
sacrifici. Necessari, dice il segretario del
Pdl, se non si vuole «consegnare l’Italia
alla sinistra».