Pagina 7 - Opinione del 11-8-2012

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II
CULTURA
II
Un tipo americano
, fotografia
degli States scattata daRoth
di
GIUSEPPE TALARICO
a lettura del libro di Henry
Roth,
Un Tipo Americano
, edi-
to dalla garzanti, ha fatto riaffiorare
nella mia mente una riflessione di
Roberto Calasso, grande studioso
di letteratura, per il quale l’inven-
zione letteraria è la forma più alta
della conoscenza umana
Henry Roth, grande scrittore
ebreo autore di
Chiamalo Sonno
,
divenuto un classico della letteratura
del novecento, in questo suo ultimo
libro, scritto prima della sua morte
avvenuta nel 1995, ha ritratto con
una scrittura di rara perfezione sti-
listica l’America del 1939 immersa
nella depressione economica. Il libro
è uscito dopo la scomparsa del suo
autore, grazie alla cura editoriale di
un giornalista del
New Yorker
, la
celebre rivista letteraria sulla quale
hanno pubblicato i loro testi lette-
rari i maggiori intellettuali degli Usa.
Nella prima parte della narra-
zione viene descritta la condizione
di un giovane scrittore, che, dopo
avere pubblicato un libro ottenendo
ampi riconoscimenti, vive il famoso
blocco creativo. Il nome dello scrit-
tore protagonista del libro è Ira Stig-
man, e appare fin dall’inizio un alter
ego dell’autore, visto che nella sua
vita Roth ha personalmente speri-
mentato e conosciuto la difficoltà a
scrivere, dopo avere composto un
grande libro come
Chiamalo Sonno
.
Stigman, per superare lo smarrimen-
to che lo ha colto, impedendogli di
coltivare la sua creatività letteraria,
abbandona Manhattan, dove vive
con una giovane studiosa di lette-
ratura di nome Edith, e si reca in
una comunità di artisti e di intellet-
tuali chiamata Yaddo.
In questa comunità, situata in un
luogo silenzioso e tranquillo, artisti
di diverse discipline, sostenuti da
una fondazione privata, possono
dedicarsi alla propria arte, senza es-
sere turbati dai problemi della vita
quotidiana. Ira si trova bene a con-
tatto con intellettuali con i quali di-
scute dei grandi problemi del suo
tempo, ma malgrado la serenità re-
gni sovrana in questo luogo, non
riesce a ritrovare la perduta capacità
creativa. In questa comunità incon-
tra e conosce M, una giovane donna
che compone musica, di cui si inna-
mora, poiché si accorge che è dotata
di una rara sensibilità umana. Rien-
trato a New York, dopo la perma-
nenza nella comunità degli artisti, è
costretto a informare Edith che ha
L
maturato la volontà di lasciare la
sua casa, dove ha vissuto a lungo,
sia perché si è innamorato di altra
donna sia perché vuole avere la pro-
pria indipendenza economica e per-
sonale.
Le pagine che descrivono il di-
stacco doloroso ed ineluttabile di
Ira da Edith, una raffinata studiosa
ed una grande intellettuale, sono
molto belle e assai commoventi. Ira,
dopo avere lasciato la casa di Edith,
insieme con un suo amico di nome
Bill, mosso dal desiderio di cono-
scere a fondo la realtà americana,
intraprende un viaggio verso l’Ame-
rica dell’ovest, dirigendosi a Los An-
geles e verso il deserto dell’Arizona.
Bill è un uomo sposato e milita nel
partito comunista degli Usa. Quan-
do parla con Ira, che considera un
intellettuale borghese, proclama il
suo odio verso il sistema capitali-
sta.
Nella narrazione risuonano con
una flebile eco gli avvenimento che
nel 1939 stanno sconvolgendo il
mondo e l’Europa: la guerra civile
spagnola, che porterà Franco ad in-
staurare la dittatura, il nazismo che
perseguita gli ebrei minacciando la
civiltà liberale, la paura e la preoc-
cupazione per il rischio di una guer-
ra mondiale, considerata come ora-
mai imminente ed inevitabile.
Ora il tema del viaggio, come
esperienza conoscitiva, lo si può ri-
trovare nei grandi libri della lette-
ratura che hanno formato il canone
occidentale: l’Odissea di Omero,
L’Eneide di Virgilio, il Don Chisciot-
te di Cervantes. In effetti Ira, grazie
al suo viaggio per esplorare l’Ame-
rica in profondità e svelarne il fon-
damento su cui si basa la sua demo-
crazia, scopre che i pregiudizi
razziali sono presenti anche nel suo
paese. Viaggiando su un treno mer-
ci, accanto a vagabondi e a persone
in difficoltà a causa della depressio-
ne economica, percepisce il pregiu-
dizio, per il quale ogni persona di
colore è guardata con sospetto. Inol-
tre, mentre compie il suo viaggio, è
costretto a dissimulare la sua iden-
tità ebraica, e deve ascoltare e regi-
strare tutti gli stereotipi che l’anti-
semitismo di maniera ha diffuso nel
tempo, alimentando l’odio razziale
verso gli ebrei.
Una volta rientrato a New York,
Ira ritrova la capacità di comporre
i testi letterari, quasi che il viaggio
nel suo Paese gli abbia fornito gli
elementi per descrivere il suo tempo.
Ira inizia una lunga storia d’amore
con la musicista M, che in seguito
diventerà su moglie. Mentre osserva
i sui parenti, che hanno la proprietà
di un ristorante di lusso nel cuore
di Manhattan, si interroga su quale
sia stata la motivazione che ha in-
dotto gli europei ad abbandonare
il vecchio continente, all’inizio del
novecento, per approdare nel nuovo
mondo. Comprende, in virtù di una
illuminante intuizione, che gli im-
migrati, che appartengono a diverse
culture e religioni, hanno sacrificato
la loro vita al demone del successo
per inseguire il denaro e mammona,
contribuendo al miracolo americano
con il duro lavoro quotidiano, con
il quale ogni persona ha il diritto di
raggiungere la sua felicità.
In particolare questa riflessione
nel libro, volta a cogliere il carattere
americano, rinvia alle pagine subli-
mi e profonde di un grande classico
del pensiero liberale,
La democrazia
in America
di Alexis de Tocqueville,
nel quale la religione puritana viene
presentata come il fondamento che
ha reso possibile la edificazione di
una società liberale, in cui convivo-
no, da uomini liberi ed uguali, per-
sone che hanno differenti culture. Il
libro è notevole non solo perché
racconta la origine del miracolo
americano e le radici liberali della
grande democrazia negli Usa, ma
anche perché vi è una riflessione sul
senso e la funzione della letteratura.
Alla stessa maniera di quanto acca-
de in un grande libro del novecen-
to,
il Dono
di Vladimir Nabokov,
anche in questo romanzo viene spie-
gata la genesi delle opere letterarie.
Ira si trova in un ristorante di
lusso con Dalton. Dalton è un ricco
avocato che ha sposato Edith, la
donna amata dallo scrittore nella
sua gioventù. Durante una conver-
sazione profonda ed illuminante,
Dalton si chiede se sia possibile ri-
trarre il reale attraverso il linguaggio
letterario, come è avvenuto in pas-
sato. A questo proposito, Ira, citan-
do un verso del terzo atto dell’Am-
leto di Shakespeare, ricorda che il
fine dell’arte drammatica consiste
nell’offrire alla natura umana uno
specchio, in cui essa possa riflettersi
e specchiarsi. Quindi la letteratura
è uno specchio che ritrae la società
per coglierne le contraddizioni e le
imperfezione, aiutando in tal modo
gli uomini a organizzare meglio la
propria esistenza nella società. Que-
sto libro di Henry Roth, può essere
considerato un capolavoro con cui
si chiude il ciclo narrativo che ha
avuto inizio con
Chiamalo Sonno
.
Un libro notevole e profondo.
Henry Roth, grande
scrittore ebreo autore
di “Chiamalo Sonno”,
divenuto un classico
della letteratura
del Novecento, in questo
suo ultimo libro, scritto
prima della sua morte
avvenuta nel 1995,
ha ritratto
con una scrittura
di rara perfezione
stilistica l’America
del 1939 immersa
nella depressione
economica. Il libro
è uscito dopo
la scomparsa
del suo autore, grazie
alla cura editoriale
di un giornalista
del “NewYorker”,
la celebre rivista
letteraria
sulla quale hanno
pubblicato i loro testi
letterari i maggiori
intellettuali degli Usa
L’OPINIONE delle Libertà
SABATO 11 AGOSTO 2012
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