Pagina 3 - Opinione del 11-9-2012

II
POLITICA
II
Il caso Favia spezza
la linea del Fatto
eppe Grillo non ci sta e lo di-
mostra con l’ultimo editoriale
pubblicato sul suo blog. Attingen-
do dal repertorio di Fabrizio De
André, il comico genovese se la
prende, neanche troppo velata-
mente, con Giovanni Favia, il reo
confesso di
Piazza Pulita
.
Parte
da
Canzone per l’estate
l’ispira-
zione di Grillo che scrive: «Una
vecchia canzone diceva “Perché
non riesci più a volare?”. Ti senti
rinchiuso senza vie di uscita, ma
la porta del piccolo locale dove ti
trovi (da quanto tempo?) non ha
serrature. Se abbassi quella ma-
niglia potrai uscire fuori, ma non
lo fai». Un invito abbastanza
esplicito: la porta è quella, caro
Favia, uscire sarebbe semplice e
molto probabilmente anche un
gesto molto ben accetto. Come i
partiti di una volta insomma. Fa-
via come gli scissionisti de
Il Ma-
nifesto
,
tutto uguale a quarant’an-
ni fa. Alla faccia del movimento
aperto e diverso da tutti. Giovan-
ni Favia intanto è atteso a
Otto e
mezzo
,
ancora su
La7
,
il canale
che più di tutti sta seguendo lo
scisma in casa Cinque Stelle. E
proprio nell’intreccio tra
La7
,
Il
Fatto Quotidiano
e
Pubblico
si
sta strutturando una rottura in
più fronti tra direttori, opinionisti
e transfughi. E così il transfugo
Telese attacca Grillo-Casaleggio
dal sito di
Pubblico
,
nuovo quo-
B
tidiano di cui è direttore. Il car-
taceo sarà in edicola dal 18 set-
tembre, ma il sito è già online e
qui Telese risponde riga per riga
a un critico post apparso pochi
giorni fa sul blog di Grillo, in cui
si criticava
Pubblico
.
Che Telese
non sia mai stato un grillino è ab-
bastanza evidente, ma la risposta
piccata del giornalista è la dimo-
strazione palese che tra i due scor-
re un oceano di differenze. Sulla
stessa linea di Telese (per motivi
più politici) sembra viaggiare an-
che Antonio Padellaro. Come ri-
porta
Il Giornale
di ieri, il diret-
tore del
Fatto
,
dalla festa del suo
quotidiano a Marina di Pietrasan-
ta, ha dichiarato: «Renzi e Grillo
si stanno muovendo e agitando
in una politica che non è quella
reale». E Travaglio? Il giornalista
antiberlusconiano rischia di di-
ventare la serpe in seno al
Fatto
:
se c’è uno che stravede per Grillo
(
e Casaleggio) è proprio lui, che
non sembra retrocedere di un pas-
so dalle sue posizioni. Tempi duri
per il fronte pro-pm, una volta in-
terno al giornale di Padellaro: pri-
ma uniti, ora divisi. Padellaro e
Telese oramai sono concorrenti
pur mantenendo linee simili, Tra-
vaglio è ancora un dipendente del
Fatto
.
Si prevedono nubi ed altre
scissioni, Grillo (Casaleggio) è sta-
to maestro anche in questo.
ENRICO STRINA
di
FEDERICO PUNZI
li ultimi dati Istat indicano che
il nostro Pil sta precipitando
verso un rovinoso -3% e che lo scu-
do anti-spread di Draghi non risol-
ve da solo i problemi dell’Italia. La
sfida è trovare una politica credibile
per abbattere il debito senza depri-
mere l’economia, risultato a cui in-
vece ci sta portando la ricetta Mon-
ti. Su questo dovrebbe vertere la
campagna elettorale, ma i partiti
sembrano concentrati piuttosto su
alchimie politiche. Il Pdl non per-
venuto: incapace di iniziativa poli-
tica, paralizzato in attesa della de-
cisione di Berlusconi sulla sua
ricandidatura. A onor del vero, una
proposta concreta per abbattere il
debito l’ha elaborata, ma leadership
e personale politico non rinnovati
non la rendono credibile. Per il Pd
il governo tecnico è servito a cac-
ciare Berlusconi e a varare decisioni
impopolari; un intermezzo neces-
sario a preparare la presa del pote-
re. Bersani scalpita, vede Palazzo
Chigi a portata di mano e scalda i
motori della sua gioiosa macchina
da guerra 2.0, che lo fa assomigliare
a Occhetto nonostante lui si creda
Hollande. Si dice pronto, davanti
all’Italia e al mondo, ad assumersi
la responsabilità di governare, ma
per ora si barcamena per scacciare
i fantasmi di Monti e Renzi. La
campagna del giovane sindaco di
G
Firenze è per lo più rivolta al rin-
novamento interno, non si capisce
ancora in che direzione guiderebbe
il paese. Ma dal Pd non servono
tante parole, sappiamo cosa aspet-
tarci: rigore a base di tasse, quindi
depressivo, e tentativo di rilancio
con investimenti pubblici nelle ri-
strette pieghe del bilancio. Il piano
l’ha svelato D’Alema giorni fa: go-
vernare con Casini e Vendola. Ca-
sini spera invece di convincere il Pd
a sostenere un Monti-bis. È più in-
teressato alle formule, a rafforzare
la sua rendita di posizione, speran-
do in un risultato elettorale incerto
che disponga i due poli a farsi gui-
dare verso il centro. Crede che co-
me programma basti una generica
evocazione dell’“agenda Monti” e
come rinnovamento una sorta di
Udc allargata a qualche esponente
della società civile (Emma Marce-
gaglia, Raffaele Bonanni) e ministro
tecnico (Corrado Passera, Andrea
Riccardi). Ma che credibilità avreb-
bero personaggi che accettassero di
intrupparsi senza chiari impegni al
cambiamento, né programmatici né
di apparato? «La pesca a strascico
di Casini e i docili tonni della so-
cietà civile», è il duro attacco di
Montezemolo via “Italia Futura”.
Prende le distanze dall’Udc anche
Fermareildeclino”, le cui proposte
sono tra le più chiare e condivisibili.
Ma restano l’incertezza sulla lea-
dership e il personale politico e il
rischio che un certo antiberlusco-
nismo, viscerale in Giannino &
Co., colpevolizzi troppo gli elettori
che in Berlusconi hanno creduto e
che “Fild” con la sua agenda mira
a conquistare. Monti ha osservato
nei giorni scorsi che «l’Italia ha bi-
sogno di un governo politico», ma
in un modo che non sembra esclu-
dere una continuazione della sua
esperienza, a suo giudizio tutt’altro
che “tecnica”. Il professore però
continua a giocare da riserva della
Repubblica: disponibile a tornare
su richiesta” dopo il voto, o per
l’impossibilità di formare una mag-
gioranza, o per il peggioramento
del quadro economico. Rispetto a
Bersani-Vendola un Monti-bis è
senz’altro il male minore. Ma se
spuntasse come opzione residuale
per superare uno stallo post-eletto-
rale rischierebbe di fungere da zat-
tera di salvataggio dei vecchi partiti,
senza un mandato forte per le ri-
forme necessarie. Un conto è un
premier calato dall’empireo per uno
scorcio di legislatura; un altro conto
è un suo incarico all’inizio di una
nuova, sostenuto tra i mal di pancia
di chi si sente scippato della vittoria
elettorale e di chi è tentato di svol-
gere fino in fondo il ruolo dell’op-
posizione per recuperare voti. Se
Monti dev’essere, che gli italiani
trovino il suo nome sulla scheda e
che le forze politiche si riposizioni-
no di conseguenza.
Le piccolemanovre dei grandi
partiti sulla scia delMonti-bis
a presa di distanze sembra or-
mai netta. Con un’intervista
concessa ieri al
Corriere della Se-
ra
,
Renata Polverini contraddice
esplicitamente la linea del segre-
tario politico del Pdl, Angelino
Alfano. Mentre l’ex Guardasigilli
ha apertamente comunicato l’in-
disponibilità del proprio partito
a sostenere un secondo incarico
di Mario Monti a Palazzo Chigi,
il presidente della regione Lazio
si è dimostrata assai più possibi-
lista: «È il momento di un gover-
no politico» ha dichiarato Polve-
rini, aggiungendo però «che
potrebbe essere guidato da Mon-
ti». Un vero e proprio sgarbo nei
confronti della dirigenza del Pdl,
che sta tentando di raggiungere
una posizione univoca in vista
della prossima campagna eletto-
rale che si preannuncia assai in-
sidiosa per le truppe azzurre.
Probabilmente non è un caso
che Polverini sia stata tra i po-
chissimi dirigenti di primo piano
del Pdl a omaggiare con la pro-
pria presenza la convention di
Chianciano dell’Udc. La quale,
oltre al restyling del simbolo con
lo scudocrociato, è stata anche la
piattaforma di lancio per un par-
tito di centro che punta a inglo-
bare alcuni dei ministri tecnici at-
tualmente in carica.
Il governatore ha così spiegato
la sua presenza nella cittadina del
L
senese: «Sono qui – ha detto ai
giornalisti che la incalzavano –
perché l’Udc è nella mia coalizio-
ne (alla Pisana
n.d.r.
)
e mi sem-
brava giusto venire ad ascoltare».
L’ex leader dell’Ugl ha inoltre ri-
baltato il punto di vista di tutti
quei colleghi che temono che i
centristi abbiano l’obiettivo di
dare vita a un nuovo esecutivo
tecnico anche dopo le elezioni:
«
L’azione dell’Udc può creare le
condizioni per tornare a un go-
verno politico», è il ragionamen-
to di Polverini. Che ha poi rivol-
to un esplicito endorsement al
progetto di Casini: «Il suo soste-
gno al governo può dare un’op-
portunità a molti che non si ri-
trovano negli schemi tradizionali,
di centrodestra o di centrosini-
stra».
Tra gli azzurri serpeggia mal-
contento nei confronti delle ma-
novre politiche del governatore.
Che, a partire dalle ultime ammi-
nistrative, ha puntato molto sulla
propria lista civica, Città Nuove,
i cui candidati si sono spesso po-
sti come alternativa ai candidati
sindaco del Pdl.
Lo smarcamento, con il pas-
sare dei mesi, è stato sempre più
evidente, al punto che sono in
pochi quelli disposti a giurare che
il Pdl nel 2015 punterà sulla sua
riconferma. All’orizzonte sembra-
no inoltre profilarsi guai giudi-
ziari per la traballante maggio-
ranza di centrodestra della
Pisana. In questo senso andreb-
bero lette le parole di ieri di Fa-
brizio Cicchitto: « Non possiamo
fare a meno di escludere che alla
Regione Lazio, al Comune di Ro-
ma e nelle altre province sia in
atto uno scontro fra gli ex di
Forza Italia e gli ex di An. Se c’è
qualcuno che si vuole esercitare
in operazioni suicide noi non lo
seguiremo». Una battaglia con-
dotta in punto di dossier potreb-
be non giovare alla salute di un
partito già in crisi nella gestione
delle elezioni comunali. Un disa-
gio dal quale Polverini, se decisa
a giocare una partita in proprio,
potrebbe trarre un indubbio van-
taggio.
PIETRO SALVATORI
Lo schiaffo della Polverini
alla dirigenza degli azzurri
Non sarà Renzi
a salvare il Pdl
l quotidiano
Libero
,
nei giorni
scorsi, ha lanciato la sua enne-
sima provocazione (con relativo
sondaggio) e ha invitato Matteo
Renzi a passare nelle fila del cen-
trodestra.
Considerando, soprattutto, il
fuoco incrociato” che si è sca-
tenato contro il primo cittadino
fiorentino all’interno del Pd.
Più del 60% dei votanti si è
espresso a favore del “cambio di
schieramento”.
Per i restanti l’opinione su
Renzi è stata “Mi piace, ma è di
sinistra”, mentre solo l’8% dei
votanti si è dichiarato completa-
mente contrario al sindaco del
capoluogo toscano.
Se Renzi costituisce (e su que-
sto sembra non esserci dubbio)
una spina nel fianco dei vertici
del Pd, l’esito della provocazione
del quotidiano diretto da Belpie-
tro potrebbe però, a sua volta,
costituire uno spunto di rifles-
sione anche per il Pdl, quanto-
meno per due motivi sintetizza-
bili con altrettanti, semplici,
quesiti.
Il primo: «Alla voglia e alla
necessità di rinnovamento che
sono innegabilmente presenti (e
lo stesso sondaggio lo sta a di-
mostrare) nel partito di Berlu-
sconi, è possibile rispondere con
la candidatura a premier dello
stesso Cavaliere?».
I
Il secondo: «È possibile che
in tutti questi anni, dalla nascita
di Forza Italia in poi, negli “az-
zurri” non sia cresciuto nessuno
in grado di rappresentare questo
cambiamento tanto da far cerca-
re l’outsider addirittura nello
schieramento opposto?».
Se così fosse, gli “azzurri”
proprio bene non sono messi.
Non ci vuole molto ad am-
mettere (e i risultati delle più re-
centi consultazioni elettorali lo
hanno confermato) che anche
nel Pdl c’è la necessità di “cam-
biare aria” e non soltanto in sen-
so metaforico.
È necessario modificare net-
tamente strategie e, quindi, avere
il coraggio di cambiare anche gli
uomini.
Limitarsi a ridere sotto i baffi
osservando lo scompiglio creato
in casa avversa da Renzi sarebbe
sintomo, quantomeno, di stoltez-
za e scarsa lungimiranza politica.
Poiché dimostrerebbe che non
si è compresa fino in fondo la re-
altà.
E che dunque la medesima
necessità di “nuovo” che c’è nel
Pd è presente anche nel Pdl (ben-
ché in maniera più velata).
Non comprenderlo significhe-
rebbe gettare le basi ad una nuo-
va, e forse definitiva, sconfitta
elettorale.
GIANLUCA PERRICONE
«
È il momento
di un governo politico»
ha dichiarato
la presidente
della regione Lazio,
aggiungendo però
«
che potrebbe essere
guidato daMonti»
L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 11 SETTEMBRE 2012
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