Tra i cervi e caprioli spunta la“Cappella Sistina”
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AMBIENTE
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Registrazione al Tribunale di Roma n.8/96 del 17/01/’96
ntro i confini del Parco Nazionale dello
Stelvio si possono ammirare ghiacciai, al-
peggi, ampie distese boschive, aree coltivate,
masi di montagna abitati tutto l’anno, villaggi
e paesi. Il paesaggio del parco si contraddi-
stingue anche per l’accostamento caratteristico
ed armonico di territori alpini intatti e di aree
coltivate da secoli. Le condizioni idrogeolo-
giche danno un’impronta singolare al paesag-
gio, dove si incontrano laghi glaciali e spu-
meggianti torrenti di montagna. Grazie ai
dislivelli ed alle varietà morfologiche del ter-
ritorio esistono ampi ecosistemi ricchi di flora
e fauna. È tuttavia facile immaginare come
interessi diversi si scontrino: da un lato la pro-
tezione ed il mantenimento di un’area natu-
rale, dall’altro interventi che vanno di pari
passo con il progresso e le nuove risorse tec-
nologiche.
L’orientamento è quello di garantire al par-
co uno sviluppo sostenibile mantenendo nel
tempo qualità e riproducibilità delle risorse
naturali, integrità dell’ecosistema e diversità
biologica ed assicurando benessere, opportu-
nità economiche, sociali e culturali.
Morter
Nell’area troviamo tutte le possibili for-
mazioni alpine, dai ghiacciai di alta quota
(
Ortles - 3905 m) agli alpeggi ed alle terrazze
fino al fondovalle (Morter - 700 m). Morter,
frazione di circa 660 abitanti del comune di
Laces in Val Venosta, sorge a 729 m s.l.m, al-
l’imbocco della Val Martello: la vera e propria
porta d’ingresso nel mondo di bellezze naturali
del Parco Nazionale dello Stelvio. Alla posi-
zione strategica dell’abitato di Morter si deve
la presenza dei due castelli che caratterizzano
la località, quelli di Montani di Sotto e di
Montani di Sopra, località in cui si trova an-
che la Cappella di Santo Stefano, i cui prege-
voli affreschi del XV secolo le sono valsi il so-
E
prannome di “Cappella Sistina dell’Alto Adi-
ge”. Meritevoli di una visita anche la gotica
Chiesa parrocchiale di San Dionisio e la ro-
manica Chiesetta di San Virgilio.
Se può sembrare superfluo ricordare come
la Val Martello sia un’inesauribile miniera di
escursioni, ascensioni e percorsi scialpinistici,
va necessariamente fatto un cenno alla pre-
senza, non lontano da Morter, di un attrez-
zatissimo centro per la pratica dello sci di fon-
do e del biathlon, tra il lago di Gioveretto e
la località di S.ta Maria in der Schmelz.
La fauna
In tutti i settori del Parco Nazionale dello
Stelvio vivono numerosi esemplari apparte-
nenti alla fauna alpina, ad esclusione dei gran-
di predatori estinti ad opera dell’uomo.
Troviamo branchi di cervi che prediligono
i boschi fitti e ci sono i caprioli che vivono ai
bordi di essi.
Salendo di quota si vedono i camosci ed
in alcune valli sono tornati gli stambecchi.
Non mancano la volpe, la marmotta, er-
mellino; numerosi sono anche gli scoiattoli e
le lepri, più rari i tassi e le donnole.
Se poi alziamo un poco lo sguardo, tra i
rami degli alberi o più in alto verso il cielo,
troveremo numerose specie di uccelli, come
il gracchio corallino, il corvo imperiale o la
cornacchia.
Ci sono anche il picchio, il gallo cedrone
ed il francolino di monte, ed i predatori: la
poiana, lo sparviere ed il gufo.
Diverse coppie di aquile reali si sono in-
sediate nidificando su pareti vertiginose e da
qualche tempo è possibile avvistare anche il
gipeto o avvoltoio degli agnelli.
Non vanno poi dimenticati i numerosi gli
abitanti di stagni e torrenti e naturalmente gli
insetti che contribuiscono a completare la ca-
tena alimentare.
La flora
Gli appassionati della natura trovano nel
territorio del parco numerose specie arboree
e varietà floristiche che superano di gran lunga
le aspettative anche delle persone più esigenti.
L’escursione altimetrica tra il punto più basso
e la cima dell’Ortles, unitamente ad una gran-
de varietà di situazioni pedologiche e micro-
climi particolari, fa sì che innumerevoli specie
botaniche, anche molto rare, come il ranun-
colo dei ghiacciai che cresce ad oltre 3500
metri di quota o la Soldanella pusilla, la Lin-
nea borealis, la Drosera rotundifolia trovino
qui il loro habitat.
Dalle zone umide a quelle detritiche, dai
terreni calcarei a quelli silicei, ogni zolla di
terra è ricoperta da una flora varia e vario-
pinta: una vera festa per gli occhi.
La notevole estensione del parco ed i di-
versi piani altitudinali, che dai 650 m giun-
gono fino ai quasi 4000 m di altezza dell’Or-
tles, permettono la presenza di differenti e
caratteristici ecosistemi: dai luoghi umidi ri-
coperti da ontani ai boschi di betulle, per giun-
gere alle foreste di conifere che si spingono
oltre i 2000 m di quota in tutte le valli del
parco.
Sono l’abete rosso ed il larice a dominare
incontrastati su quasi tutti i versanti; troviamo
però anche il pino cembro, il pino silvestre e
qualche raro abete bianco. Queste foreste co-
stituiscono l’habitat ideale per la maggior par-
te delle specie animali presenti nel parco, ma
i boschi hanno anche l’importante funzione
di drenare l’acqua e trattenere il terreno ren-
dendo possibili e sicuri gli insediamenti umani
in quota.
Lunghi processi geomorfologici hanno pla-
smato le vette e le valli del parco. Nel corso
degli ultimi secoli, tuttavia, anche la presenza
umana ha contribuito in maniera determinan-
te a ritoccare il paesaggio naturale: disbosca-
menti effettuati per creare spazi adatti al pa-
scolo, dissodamenti e terrazzamenti per per-
mettere pratiche agricole, la costruzione di
villaggi, mulattiere e strade, lo sfruttamento
delle miniere e negli ultimi anni la creazione
di bacini artificiali a scopo idroelettrico.
L’OPINIONE delle Libertà
DOMENICA 11 NOVEMBRE 2012
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