Direttore ARTURO DIACONALE
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Sabato 12 Gennaio 2013
delle Libertà
Per un nuovo ambientalismo, nazionale e liberale
i sono molte ragioni che spie-
gano la crisi degli ambientalisti
e degli ecologisti di sinistra ormai
incapaci di esprimere una propria
lista verde, emarginati nel Pd e fa-
gocitati dai giustizialisti di Antonio
Ingroia. C’è l’arretratezza ideologica
che ha impedito a questo mondo
tradizionalmente collaterale alle
grandi formazioni politiche della si-
nistra di uscire dagli schemi passati
della semplice tutela astratta e rigida
e dalla identificazione tra sviluppo
e consumismo capitalista in una vi-
sione perennemente catastrofista del
futuro. E ci sono questioni più con-
tingenti, e magari anche misere, co-
me l’eventualità che a determinare
C
l’esclusione dalla liste del Pd di am-
bientalisti storici come Ferrante e
Della Seta possa essere stata la loro
posizione intransigente contro l’Ilva
di proprietà di quella famiglia Riva
che in passato aveva generosamente
finanziato il partito di Pierluigi Ber-
sani. Oppure come le liti e le diver-
genze personali che hanno impedito
la creazione di un grande partito
ecologista ed hanno creato le con-
dizioni per la dissoluzione degli ul-
timi dei verdi dentro il movimento
giustizialista degli ex magistrati In-
groia, De Magistris e Di Pietro.
Ma la ragione principale della
eclissi degli ambientalisti di sinistra
è che nel momento in cui la crisi
economica internazionale e nazio-
nale è diventata più acuta non so-
no riusciti, proprio a causa dei loro
ritardi culturali ed ideologici, a lan-
ciare la proposta di affiancare al
modello di sviluppo fondato solo
sull’industria e sulla finanza un
modello di sviluppi incentrato
sull’ambiente e sulla cultura. C’è
stato il tentativo di indicare la
green economy” come via d’usci-
ta dalla crisi dell’industria e della
finanza. Ma si è trattato di un ten-
tativo debole, frenato proprio dagli
schematismi ideologici antichi che
impediscono agli ecologisti di si-
nistra di coniugare la tutela con lo
sviluppo e di concepire un futuro
per il mondo globalizzato che non
sia catastrofico.
Il vuoto lasciato dall’ambienta-
lismo della sinistra potrebbe e do-
vrebbe essere riempito da un am-
bientalismo di segno diverso, capace
di considerare la tutela dell’ambien-
te come uno strumento per un tipo
di sviluppo collaterale e non total-
mente alternativo a quello tradizio-
nale. E, soprattutto, convinto che
non esiste una sola formula d’uscita
alla crisi internazionale e che ogni
paese è obbligato a trovare una ri-
sposta ai problemi posti dalla crisi
partendo dalle proprie caratteristi-
che e peculiarità.
Continua a pagina
2
Pannella e l’illegalità delle elezioni (come nel ’76)
ggi, come nel 1976, Marco
Pannella e il gruppo dirigente
della galassia radicale sono in scio-
pero completo della fame, e presto
forse anche della sete, per denuncia-
re la mancanza di informazione da
parte del servizio pubblico radio te-
levisivo a proposito della lista di sco-
po “Amnistia, giustizia e libertà” che
sarà presente a tutte le competizioni
elettorale indette per fine febbraio
2013,
politiche o regionali che siano.
Se allora c’era il vecchio Partito ra-
dicale a presentarsi alle politiche, e
a favore delle battaglie laiche di Pan-
nella firmavano persone come Pietro
Nenni, Jean Paul Sartre, Simone De
Beauvoir, Norberto Bobbio, Umber-
O
to Terracini, Rita Levi Montalcini,
Alberto Moravia, Umberto Eco,
Giorgio Albertazzi, Franco Fortini,
Altiero Spinelli, Alberto Bevilacqua,
Camilla Cederna, Federico Caffè,
oggi ci si deve accontentare, si parva
licet, di solidarietà sparse tra tutti i
partiti presenti in Parlamento e dei
150
deputati che hanno firmato la
petizione dell’ex presidente della Ca-
mera, Fausto Bertinotti, a Napoli-
tano per la nomina del super Marco
nazionale a senatore a vita. Ma i ra-
dicali, mentre in queste ore le giuri-
sdizioni internazionali continuano
a condannare la Repubblica italiana
per la violazione dei diritti umani
sulle carceri, chiedono a chi di do-
vere di interrompere l’impedimento
per i cittadini di conoscere le ragioni,
cioè lo scopo di questa lista “Amni-
stia Giustizia Libertà”. Concettti in-
torno ai quali, dal Natale 2005, si
sono unite le massime autorità isti-
tuzionali, scientifiche, religiose e so-
ciali del paese. Come è noto le ulti-
me iniziative dello stato maggiore
radicale sono state, da una parte, la
lettera aperta dello stesso Pannella
a Monti e alle massime cariche dello
stato, e, dall’altra l’incontro del se-
gretario di Radicali italiani Mario
Staderini con i delegati dell’Ocse in
Italia. Pannella che nei giorni scorsi
ha cercato un’interlocuzione persino
con Berlusconi (che non si è fatto
scappare l’occasione), vista la sordità
di Bersani e dei vertici del Pd al rin-
novo del ticket delle scorse politiche,
a Monti si era offerto come garanzia
di laicismo e di federalismo europeo.
Chiedendo altresì «che l’Italia, que-
sta Italia, esca dalla assoluta flagran-
za criminale nella quale da decenni
e decenni insiste, persevera nei con-
fronti delle giurisdizioni europee, in-
ternazionali e – in primissimo luogo
della Costituzione italiana».
Continua a pagina
2
di
DIMITRI BUFFA
Finora, a parte il leader
radicale, nessuno
ha parlato seriamente
del risanamento
anche costituzionale
del sistema giustizia,
un’infrastruttura
ormai collassata.
Continua, invece, il gioco
delle parti nei talk show
di
ARTURO DIACONALE
Investire su Pompei
può essere più
conveniente e produttivo
che investire sull’Ilva.
Puntare su cultura
ed ambiente nei grandi
parchi nazionali
può aiutare a riassorbire
la disoccupazione
di settori in difficoltà
L’Auditel rilanciaBerlusconi (e Pdl)
K
Boom di ascolti per Silvio Ber-
lusconi, ospite della trasmissione tele-
visiva di La7 “Servizio Pubblico”,
condotta da Michele Santoro. Gli spet-
tatori hanno sfiorato quota nove mi-
lioni (8.670.000, per l’esattezza), pari al
33,58
per cento di share. Un record as-
soluta per la rete. I dati Auditel parlano
di 6,2 milioni di spettatori sintonizzati
su La7 dalle 20.30 alle 22.30 (fascia
che comprende anche il programma di
Lilli Gruber “Otto e mezzo”) e 4,6 mi-
lioni nella seconda parte della serata
con share, rispettivamente del 20,48%
e del 31,02%. Il confronto più impie-
toso è, naturalmente, quello con Pier
Luigi Bersani, ospite al “Porta a Porta”
di Bruno Vespa: appena due milioni di
spettatori con uno share del 16,23 per
cento. Adesso, bisognerà vedere se a
questo straordinario successo di pub-
blico corrisponderà un aumento delle
quotazioni del Pdl, che già nei son-
daggi delle ultime settimane aveva ini-
ziato a recuperare qualche punto
percentuale, rispetto ai minimi storici
che avevano caratterizzato le perfor-
mance del 2012.