Direttore ARTURO DIACONALE
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Martedì 15 Gennaio 2013
delle Libertà
Ilmezzomiracolodel Cav e il compitodegli esterni
essuno è in grado di preve-
dere se Silvio Berlusconi
riuscirà a compiere il miracolo
del recupero dei delusi del centro
destra così come fece nel ‘94 e
nel 2006. Può essere che ci rie-
sca, anche se l’impresa appare
estremamente difficile. Ma qua-
lunque possa essere il risultato
numerico del voto di febbraio è
assolutamente certo che la coa-
lizione di centro destra si confer-
merà come lo schieramento al-
ternativo a quello del centro
sinistra. Magari destinato all’op-
posizione (più facilmente ad una
trattativa per un governo di
grande coalizione finalizzato alle
N
riforme) ma niente affatto disper-
so, frantumato e destinato ad es-
sere sostituito da un’area centri-
sta
impersonificata
dal
tecnocrate di potere Mario Mon-
ti. Al momento, dunque, Berlu-
sconi non ha compiuto il mira-
colo del recupero dei delusi. Ma
ha sicuramente realizzato il mez-
zo miracolo della riaffermazione
dello schema bipolare e della
riaggregazione delle diverse com-
ponenti, fino a ieri sbandate e di-
vise, del centro destra. A dicem-
bre si ipotizzava che attorno a
Monti si sarebbe catalizzata una
galassia formata da una parte
maggioritaria e scissionista del
Pdl, dalla totalità delle compo-
nenti del mondo cattolico e da
gran parte delle liste civiche e
delle formazioni minori dell’uni-
verso estraneo e contrapposto al
mondo della sinistra. Sempre a
dicembre si dava per scontato
che la Lega non avrebbe fatto al-
leanze con i berlusconiani ridotti
ormai al lumicino e che la sorte
del Cavaliere sarebbe stata di ac-
contentarsi di conservare un mi-
nipartito personale destinato ad
occuoare il quarto posto nella
gerarchia delle forze politiche
dopo il Pd, l’area montiana e le
Cinque Stelle di Beppe Grillo.
Oggi, invece, non si può non
registrare che il Cavaliere ha evi-
tato una rovinosa scissione del
Pdl, recuperato il rapporto con
la Lega ed costruito una alleanza
elettorale con tutte quelle forze
minori, dalla Destra di Storace a
Fratelli d’Italia di Meloni, La
Russa e Crosetto, da Grande Sud
e Mpa di Miccichè e Lombardo,
dal Mir di Samorì al partito dei
pensionati di Fatuzzo fino alla
lista di Sgarbi. Può essere che
questo schieramento non compia
il recupero ma può ragionevol-
mente puntare al pareggio ed a
pesare in maniera determinante
nella prossima legislatura.
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2
L’Italia e la politica estera della ruota di scorta
a Francia sogna la
grandeur
,
l’Italia paga il conto. Il fallito at-
tentato al console italiano a Bengasi
è solo l’ultima scomoda eredità del
vespaio libico stuzzicato dall’inter-
ventismo di Parigi, pedissequamente
avallato con la politica estera da
ruota di scorta” adottata da Roma.
Era stato infatti il
wannabe
Napo-
leone del terzo millennio, Nicolas
Sarkozy, a premere sull’acceleratore
per un intervento militare al fine di
rovesciare Gheddafi. Ma, al netto
delle legittime aspirazioni democra-
tiche del popolo libico, a fare le spe-
se maggiori di una “guerra lampo”
sulla quale ancora oggi pesano più
ombre che luci (a cominciare dal
L
presunto zampino dei servizi fran-
cesi nell’uccisione del Colonnello) è
stata l’Italia. Costretta a rincorrere
goffamente i cugini francesi per non
vedersi soffiare
manu militari
uno
dei più importanti partner commer-
ciali nel Mediterraneo.
Il conto per l’Italia è stato salato
a cominciare dalle forze schierate.
Come scritto da Leonardo Tricarico
su
l’Opinione
, «
oltre 2.300 sortite
per 8.300 ore di volo. Uomini e ae-
rei di 11 nazioni ospitati e messi in
grado di operare da 5 basi nazionali.
L’unica forza aerea presente in tutti
i ruoli: rifornimento in volo, difesa
aerea , guerra elettronica in tutte le
sue forme, controaviazione offensiva
e difensiva, ricognizione, soppres-
sione difese aeree, guerra psicologi-
ca, persino droni senza pilota. Una
rete di satelliti da osservazione con
capacità uniche. Uso esclusivo di
munizionamento di precisione, con
la distruzione del 97% degli obiet-
tivi ingaggiati. Un ruolo crescente
man mano che vari paesi ritiravano
i propri assetti o esaurivano le scor-
te». Senza contare il reiterato impie-
go sul campo degli incursori del
Comsubin della Marina Militare,
intervenuti a fianco dei Navy Seals
statunitensi, dei SAS britannici e dei
legionari francesi nelle operazioni
contro i mercenari fedeli a Gheddafi.
Un impegno fondamentale, dunque,
senza il quale l’intera missione sa-
rebbe andata gambe all’aria. L’Italia,
però, è riuscita a rimediarne soltanto
grattacapi. A cominciare dalla ge-
stione delle ondate di disperati, di
fronte a cui la la Francia non solo
fece spallucce, ma addirittura chiuse
le sue frontiere, in palese violazione
del trattato di Shengen. Per finire
con la messa in pericolo degli inte-
ressi petroliferi italiani in Libia. Il
petrolio libico è (...)
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2
di
LUCA PAUTASSO
InMali si prospetta
un bis di quanto
avvenuto in Libia.
Nonostante il cambio
di colore all’Eliseo,
infatti, François
Hollande ha già
mostrato di condividere
col predecessore la stessa
invidia del pene gaullista
di
ARTURO DIACONALE
Qualunque sarà
il risultato del voto
è certo che la coalizione
di centrodestra
si confermerà come
lo schieramento
alternativo a quello
del centro sinistra.
Magari all’opposizione,
ma non disperso
L’Imu diMonti fa crollare i mutui
K
Crolla il mercato immobiliare.
E crollano anche le richieste di accen-
sione di mutui. Secondo il Crif, istituto
specializzato nello sviluppo e nella ge-
stione di sistemi di informazioni credi-
tizie, il 2012 è stato «l’anno nero per la
domanda di credito delle famiglie».
La richiesta di mutui è infatti scesa del
42%
rispetto al 2011, mentre quella di
prestiti è calata del 4%. I dati del Crif
rivelano che dal 2008, quando ancora
la congiuntura economica negativa
non si era consolidata, è emersa una
diminuzione complessiva del 18%. Ri-
spetto al 2010 e al 2009 la richiesta di
mutui è invece diminuita del 53%,
mentre nel confronto con il 2008 la va-
riazione è pari a -49%.
Numeri che parlano di un calo spa-
ventoso, nonostante il lieve migliora-
mento dei dati registrato negli ultimi
mesi del 2012. Dicembre si è infatti
chiuso con un calo del 27% per le ri-
chieste di mutui, confermando il
trend di rallentamento degli ultimi tre
mesi: dopo il -43% di settembre si è
infatti registrato -40% in ottobre e -
32%
in novembre.