uando qualcuno avanza una proposta
demente, Krugman la sostiene. Questa
volta si è accodato a un deputato democra-
tico, tale Jerrold Nadler, il quale ritiene di
aver trovato la soluzione per aggirare il pro-
blema dell’imminente sforamento del tetto
legale al debito federale (16.400 miliardi di
dollari): il Tesoro dovrebbe coniare una mo-
neta commemorativa di platino del valore
legale di un trilione di dollari, depositandola
alla Fed in cambio di denaro elettronico.
Le cose che fanno cadere le braccia sono
due, la seconda più della prima: Krugman
che non perde occasione per confermare
quanto sia inappropriato definirlo economi-
sta (probabilmente ricor-
derete quando arrivò a ri-
tenere che la minaccia di
un attacco da parte di
alieni sarebbe stato un
fattore positivo, perché
avrebbe indotto lo Stato
a spendere per predispor-
re la difesa, e così facendo
avrebbe sostenuto la do-
manda aggregata); e le di-
verse migliaia di america-
ni hanno sostenuto questa
iniziativa mediante twitter
e altri social network.
Non è la prima volta
che qualcuno propone di risolvere un pro-
blema reale con il ricorso all’illusione mone-
taria, ma finora nessuno si era spinto fino a
questo livello, tanto più che il feticcio dell’in-
dipendenza della banca centrale è un vero e
proprio punto d’onore per tutti i sostenitori
degli attuali sistemi monetari fallimentari.
Q
Sul mercato un’oncia troy (equivalente a
poco più di 31 grammi) di platino è scam-
biata con circa 1.600 dollari. Considerando
il peso effettivo di una moneta, il valore in-
trinseco della moneta commemorativa in
questione potrebbe essere circa mille dollari,
il che significa che 999miliardi 999milioni
999
mila dollari sarebbero effettivamente aria
fritta. Da sostenitore di sistemi monetari ba-
sati su commodity standard (ad esempio
l’oro) non mi sfugge il fatto che quando un
metallo è utilizzato come moneta il suo valore
è funzione principalmente della sua domanda
e offerta come mezzo di scambio piuttosto
che come bene da utilizzare per altri scopi.
Qui, però, mancano sia
la domanda e l’offerta di
mercato, sia l’utilizzo ef-
fettivo di questa moneta
come mezzo di scambio
(
se non, appunto, di un
ipotetico scambio fatto
per decreto tra Tesoro e
Fed). Pertanto, il valore
reale di quella moneta
sarebbe pari a circa
1.000
dollari .
Se davvero qualcuno
ritiene che questa sia la
soluzione ai limiti di in-
debitamento del governo
federale, mi chiedo perché non si proponga
di coniare una moneta cui attribuire valore
legale non da 1000 miliardi, bensì da 10mi-
la miliardi, o anche di più. Immagino che
Krugman approverebbe…
MATTEO CORSINI
n attesa di vedere quale risultato sortirà il
lavoro del super commissario Enrico Bondi
alla ricerca dei-candidati-senza-macchia, i
quattro paletti per l’incandidabilità dei mon-
tiani (condanne penali e processi in corso,
conflitto di interessi, codice deontologico
adottato dalla commissione, limiti dovuti al-
l’attività parlamentare pregressa) creano più
di qualche perplessità, in ragione della visione
forzatamente elettoralistica del metodo. L’uni-
ca assicurazione che garantiscono i criteri
adottati, è rispetto al passato dei candidati.
Il non avere condanne penali, processi in cor-
so, conflitti di interesse e di non essere seduti
in parlamento da più di tre legislature do-
vrebbero essere caratteri-
stiche normali, diciamo di
base. Ma oltre a queste
caratteristiche andrebbe
anche richiesta una affi-
dabilità di fondo, una te-
nuta politica, una coeren-
za che purtroppo certe
liste civiche non sembra-
no destinate a garantire.
D’accordo,
«
ogni
membro del Parlamento
rappresenta la Nazione ed
esercita le sue funzioni
senza vincolo di manda-
to» e tuttavia qualche mi-
nima garanzia politica, in questo clima di
moralismo diffuso, viene voglia di chiederla,
visti i non edificanti episodi di trasformismo
che hanno segnato l’ultima legislatura. Dia-
mo per scontato il tramonto dei vecchi par-
titi, organizzati, strutturati e selettivi. Con-
segniamo al secolo che ci è alle spalle la
I
visione ideologica dei rapporti politici. Ac-
cantoniamo l’idea del partito-cerniera fra il
popolo e il corpo legislativo. Che cosa rimane
a tenere unite le nuove leve della politica post
ideologica di scuola montiana? Quale idee
comuni daranno forma e forza alle loro azio-
ni politico-parlamentari? Chi e che cosa
orienterà le loro scelte? Se ciascuno degli elet-
ti non risponderà che a se stesso, se l’appar-
tenenza non viene reputata un criterio im-
portante di selezione-integrazione del ceto
politico, se le distinzioni di destra e sinistra
come ha dichiarato lo stesso Monti – ap-
paiono inutili e sfuocate, che cosa impedirà
ai “nuovi eletti” di spostarsi da uno schiera-
mento all’altro?
Per quanto usurati i
partiti tradizionalmente
intesi erano comunque
luoghi di compensazione
delle tensioni sociali, di
sintesi di interessi gene-
rali, di selezione di classi
dirigenti, laddove oggi
ad andare per la mag-
giore sono i comitati
elettorali, costruiti intor-
no ad una agenda o –
per dirla con Stefano
Fassina – ai livelli di red-
dito, in grado di fare as-
somigliare la lista Monti ad una lista Ro-
tary. Non ci sembra francamente un grande
salto di qualità ed un contributo per la cre-
scita di una politica inclusiva e capace di
garantire la governabilità.
MARIO BOZZI SENTIERI
In lista l’appartenenza
cede il posto alla fedina
I paletti montiani
per l’incandidabilità
(
condanne e processi,
conflitto di interessi,
codice deontologico,
attività parlamentare
pregressa) creano
qualche perplessità
L’ultimaKrug-scemenza:
lamoneta da un trilione
Non è la prima volta
che qualcuno propone
di risolvere un problema
reale con il ricorso
all’illusione monetaria,
ma finora nessuno si era
spinto fino a questo
livello di assurdità
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L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 15 GENNAIO 2013
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