II
SOCIETÀ
II
Colangelo, il sogno americano inizia dal basket
o sport ha da sempre un ruo-
lo di veicolo culturale, socia-
le, economico e commerciale del-
la società americana. L’approccio
americano allo sport ha convinto
generazioni di ragazzi e ragazze
forgiandone la consapevolezza
circa il carattere vincente della
società americana; lo sport ha
spesso agito da vero portavoce
della cultura popolare statuniten-
se, contribuendo a renderla inte-
ressante ed ammirata e persino
imitata in tutto il mondo.
Il ruolo dello sport nello svi-
luppo economico degli Stati Uniti
è incommensurabile. Si possono
misurare gli ingenti investimenti
di costante ammodernamento
delle infrastrutture; l’impatto del
merchandising, il business dei di-
ritti sportivi con tutte le nuove
tecnologie ed i nuovi device a di-
sposizione degli utenti; i soldi che
ogni giorno vanno in qualsiasi
strumentazione che permetta agli
americani di fare sport ad ogni
età, in ogni luogo e per ogni con-
dizione fisica; le migliaia di dol-
lari spesi per la promozione pub-
blicitaria nell’ambito di ogni tipo
di evento sportivo; il giro di af-
fari dei media che si occupano di
questa gigantesca fetta dell’eco-
nomia americana: e sono numeri
impressionanti. Ma quello che è
impossibile quantificare è l’inse-
gnamento al migliorare se stessi;
a scommettere sulle proprie ca-
pacità; ad innovare su tecniche
di allenamento e strumentazione
di gara; a rappresentare con or-
goglio i colori per i quali si ga-
reggia; a rispettare l’avversario.
Una società che beneficia di que-
sti insegnamenti sviluppa un eco-
sistema imprenditoriale, econo-
mico, sociale e finanziario in
grado di sempre primeggiare nel
mondo.
Ciò è avvenuto anche grazie
al contributo di tanti italoameri-
cani, che nello sport hanno rico-
perto un ruolo non solo da atleti
ma anche da manager, commen-
tatori, finanziatori, imprenditori,
scopritori di talenti: dopotutto
L
l’epopea degli italiani in America
e la loro costante fenomenale
crescita che li ha portati a salire
uno ad uno i gradini della scala
sociale, economica e culturale
americana sono la migliore me-
tafora della bellezza dello sport
come fattore di livellamento di
possibilità iniziali, e di premia-
zione finale del merito e dell’ec-
cellenza. Nella storia dello sport
americano, uno dei più prestigio-
si tra questi italoamericani è Jer-
ry Colangelo.
Oltre ad incarnare il sogno
americano di chi nasce in una fa-
miglia con pochi mezzi e rag-
giunge l’apice del successo, Jerry
Colangelo è un vera e propria
icona dello sport americano, non
solo del basket: tra i suoi meriti
c’è infatti anche quello di aver
portato in Arizona l’hockey pro-
fessionistico con i Phoenix Co-
yotes ed il baseball professioni-
stico
con
gli
Arizona
Diamondbacks (che vinsero le
World Series nel 2001). Ma è il
basket che l’ha visto e lo vede
protagonista più a lungo. È stato
giocatore, allenatore, general ma-
nager (dei Phoenix Suns, il più
giovane nella storia dello sport,
a 26 anni), imprenditore, nomi-
nato dalla Nba dirigente dell’an-
no per 4 stagioni. Ha contribuito
in maniera fondamentale a lan-
ciare la Wnba, la lega Americana
di basket femminile; è stato
Chairman del Nba’s Board of
Governors, e Capo del Comitato
che ha portato la Nba in Cana-
da; e poi Responsabile del team
olimpico Americano di basket
che ha riportato gli Usa al suc-
cesso a Pechino nel 2008 e poi a
Londra nel 2012, inframezzati
dalla vittoria nei Campionati
Mondiali in Turchia nel 2010.
Ci sentiamo onorati di poterle
chiedere, Mr. Colangelo: perché
lo sport è così importante nella
cultura americana e cosa rappre-
senta per la costruzione del so-
gno americano?
Lo sport è stata parte della
cultura dell’uomo fin dai tempi
dell’epoca greco-romana e la so-
cietà americana deve proprio a
ciò lo sviluppo così forte al suo
interno della partecipazione spor-
tiva e competitiva. Assistere e
partecipare allo sport professio-
nistico è diventato un passatem-
po degli Americani alla fine del
XIX secolo: la gente segue le pro-
prie squadre con grande passione
perché è indice di rispetto del
senso dell’onore, di adesione e di
appartenenza.
Nel suo ultimo libro, “Return of
the Gold”, Colangelo condivide
con i lettori l’esperienza di Pre-
sidente e Direttore della squadra
olimpica di basket maschile sta-
tunitense: un grande successo
che, dopo la clamorosa sconfitta
del 2004, ha riportato la meda-
glia d’oro agli Stati Uniti. E’ stata
una impresa non solo come suc-
cesso sportivo, ma anche come
un ottimo esempio di come pun-
tare in alto e costruire una lea-
dership vincente: nessun altro era
riuscito in precedenza - e sarebbe
riuscito allora - a convincere atle-
ti miliardari, le stelle più impor-
tanti del basket mondiale, a scen-
dere in campo per qualcosa di
più grande della loro carriera
professionistica, come le Olim-
piadi. Ci dice qualcosa a riguar-
do?
Il desiderio di vincere una
competizione è parte di una cul-
tura che spinge ad essere il nu-
mero uno e a raggiungere gli
obiettivi che portano alla vitto-
ria: è una questione di leadership,
una parte fondamentale del rag-
giungimento del successo in qual-
siasi campo. Il mio coinvolgimen-
to con il basket olimpico
americano mi ha offerto l’oppor-
tunità di contribuire a cambiare
una cultura che aveva bisogno di
essere modificata e anche di rin-
novare il modo in cui il mondo
del basket guarda all’America. Io
lo definisco “il mio viaggio”, e
mi ha permesso di condividere
nel libro un messaggio di inco-
raggiamento per tutti coloro che
hanno voglia di mirare in alto, di
raggiungere il proprio massimo
e non hanno paura di farlo anche
se rischiano di non riuscirci.
Questo impegno aveva l’esplicito
obiettivo di riscattare il program-
ma del basket olimpico america-
no che aveva avuto così grandi
successi in passato e siamo stati
felici ed orgogliosi di averlo po-
tuto raggiungere con classe e di-
gnità, coinvolgendo atleti di un
talento unico a livello mondiale
come Kobe Bryant, Dwayne Wa-
de, LeBron James e Carmelo An-
thony che hanno avuto l’orgoglio
di poter servire con il loro talen-
to la loro patria.
Lei è anche Chairman della Niaf,
la più importante associazione
che riunisce i nostri connazionali
di ogni generazione che vivono
negli Stati Uniti. Nel corso del
XX secolo, gli italiani che anda-
rono in America furono spesso
discriminati, e uno dei pochi fat-
tori di orgoglio per loro fu il suc-
cesso di alcuni dei loro connazio-
nali in America nel campo
sportivo. In che modo i molti
campioni italoamericani hanno
rappresentato una sorta di rivin-
cita dei loro conterranei?
Gli italoamericani guardarono
con orgoglio a chi proveniva dal-
la loro stessa patria e dimostrava
talento ed impegno negli sport
americani, appassionando le folle
nonostante gli italiani fossero
spesso oggetto di discriminazio-
ne. Lo sport agisce come un fat-
tore di equilibrio e contribuisce
a promuovere l’uguaglianza: fu
anche merito del successo di in-
dividui come Joe Di Maggio, Yo-
gi Berra e Tommy Lasorda nel
baseball, o come Rocky Marcia-
no nel pugilato, insieme a molti
altri, se il modo in cui gli italiani
venivano visti nella società ame-
ricana iniziò a migliorare.
Lei è anche il Presidente del Na-
tional Leadership Committee del
National Italian American Sports
Hall of Fame, che si trova nella
Little Italy di Chicago. Nata nel
1977
come Italian American Bo-
xing Hall of Fame, il suo succes-
so indusse il fondatore George
Randazzo a trasformarla nella
casa che celebra gli italoamerica-
ni in tutti gli sport, e si trasferì
nella sua sede odierna nel 1998
proprio grazie al suo impegno,
tanto che il nuovo impianto è
chiamato proprio “The Jerry Co-
langelo Center”.
Anche la mia esperienza con
la National Italian American
Sports Hall of Fame a Chicago
coinvolge la passione, l’orgoglio
e l’interesse a mantenere l’eredità
degli italoamericani di diverse ge-
nerazioni che hanno raggiunto il
successo nello sport americano.
Credo che sia importante tra-
smettere l’eredità alle generazioni
future in modo che il nostro pa-
trimonio continui. Oggi la Na-
tional Italian American Sports
Hall of Fame onora e celebra il
ricordo di più di 200 atleti ita-
loamericani: finora inoltre abbia-
mo raccolto oltre 6 milioni di
dollari per borse di studio e cau-
se di beneficenza. Inoltre, la col-
lezione di memorabilia sportive
raccolta finora è una delle più
importanti e considerevoli in as-
soluto.
UMBERTO MUCCI
Oltre ad incarnare
il sogno americano
di chi nasce
in una famiglia
con pochi mezzi
e raggiunge l’apice
del successo, Jerry
Colangelo è un vera
icona dello sport
americano, non solo
del basket.
«
Lo sport - spiega
a L’Opinione -
è stata parte della cultura
dell’uomo fin dai tempi
dell’epoca greco-romana
e la società americana
deve proprio a ciò
lo sviluppo
della partecipazione
sportiva e competitiva».
Perché «il desiderio
di vincere
una competizione
è parte di una cultura
che spinge l’uomo
ad essere
il numero uno,
a raggiungere
gli obiettivi che portano
alla vittoria:
è una questione
di leadership,
una parte fondamentale
del raggiungimento
del successo
in qualsiasi campo»
L’OPINIONE delle Libertà
MARTEDÌ 15 GENNAIO 2013
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