Pagina 4 - Opinione del 15-8-2012

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II
POLITICA
II
Ilva, il governo fermi la chiusura.Evia allabonifica
di
GIUSEPPE TALARICO
uanto sta accadendo a Taran-
to, dove in seguito ad una de-
cisione del gip Patrizia Todisco ri-
schia di essere chiusa una azienda
che produce acciaio e garantisce la
occupazione ad oltre dodicimila
dipendenti, merita di essere valu-
tato con grande attenzione. In pri-
mo luogo, mai come in questo ca-
so appare necessario riepilogare i
fatti, per capire gli sviluppi di una
vicenda che ha provocato tensioni
nella città di Taranto ed è stata al
centro del confronto democratico
nella politica italiana. Con una or-
dinanza emessa in data 25 luglio,
il Gip Patrizia Todisco ha ottenuto
il sequestro di sei impianti, che si
trovano nello stabilimento di Ta-
ranto, poiché considerati altamente
inquinanti e responsabili dell’emis-
sione di Benzoapirene e della dios-
sina, sostanze nocive che hanno ar-
recato danni all’ambiente, dando
luogo ad una vera emergenza sa-
nitaria. Infatti, secondo i dati dif-
fusi ieri dall’istituto nazionale di
sanità, le patologie tumorali, per i
cittadini che abitano e vivono nei
quartieri dove sorge l’acciaieria,
sono aumentate del 30%. In segui-
to al provvedimento del gip Todi-
sco, che rischiava di condurre alla
chiusura della azienda ed alla per-
dita sia della produzione dell’ac-
ciaio, indispensabile per il sistema
produttivo nazionale, sia alla di-
struzione di molti posti di lavoro,
si è pronunciato il Tribunale del
Riesame. Il Tribunale del Riesame
giorno 8 agosto aveva confermato
il sequestro degli impianti e gli ar-
resti domiciliari per il suo Presi-
dente Emilio Riva. Tuttavia, nella
stessa decisione del Riesame, era
prevista la possibilità di continuare
a utilizzare gli impianti per garan-
tire la produzione industriale, im-
ponendo all’Ilva di attuare la bo-
nifica sia all’interno dell’azienda
sia all’esterno di essa. Inoltre veni-
va, sempre in base alla decisione
del Riesame, prescritto all’azienda
di adottare dei sistemi di monito-
raggio, in grado di misurare l’im-
patto della produzione industriale
sull’ambiente, per tutelare la salute
dei cittadini e l’ecosistema nella
città di Taranto. Per questo motivo
Bruno Ferrante era stato nominato
custode degli impianti e responsa-
bile delle questioni amministrative.
Con una nuova ordinanza, che ha
suscitato stupore e sconcerto sia
tra i ministri del governo compe-
tenti per materia, che avevano av-
viato un dialogo con i vertici del-
l’azienda, si tra le forze politiche,
preoccupate per le conseguenze
della nuova decisione che rischia
di paralizzare la produzione indu-
striale, il gip Patrizia Todisco ha
stabilito che, poiché il tribunale del
riesame ha confermato il sequestro
dei sei impianti, è necessario che
sia vietato e proibito il loro utilizzo
e che vengano di fatto spenti. In
più, sempre con la nuova ordinan-
za con cui di fatto ha dato una in-
terpretazione della decisione del
tribunale del riesame, fatto giuri-
dicamente inusuale e mai avvenuto
in passato secondo l’avvocato che
rappresenta l’Ilva Carlo Alleva, il
gip Patrizia Todisco ha stabilito
che il presidente Bruno Ferante
non può essere il custode degli im-
pianti, a causa di un conflitto di
interesse, e né ha affidato la gestio-
Q
ne ad alcuni ingegneri, tra cui Bar-
bara Valenzano, che hanno realiz-
zato in passato una serie di perizie
tecniche sull’impianto siderurgico
di Taranto. In seguito a questa de-
cisione del gip, visto che nuova-
mente è a rischio sia la produzione
industriale sia la occupazione di
migliaia di operari, e soprattutto
la possibilità di realizzare le azioni
i bonifica nell’impianto di Taranto,
in base al’impegno assunto dai ver-
tici aziendali con il governo nazio-
nale e le parti sociali, il governo ha
deciso di inviare giorno 17 agosto
i ministri competenti, quello del-
l’ambiente e quello dello sviluppo.
Ora è difficile, in presenza della de-
cisione del gip di Taranto Patrizia
Todisco, con cui si rischia di vani-
ficare lo sforzo compiuto dal go-
verno e dalle parti sociali per con-
ciliare le ragioni economiche della
produzione industriale con quelle
che impongono la necessaria sal-
vaguardia ambientale, evitare di
pronunciare una critica all’indiriz-
zo di una parte della magistratura.
Quella del Gip di Taranto è una
decisione, che sia pure dovuta alla
esigenza insopprimibile ed incoer-
cibile di garantire la tutela dell’am-
biente e della salute di cittadini,
appare viziata da una motivazione
ideologica. Quello di Taranto, co-
me gli esperti non hanno avuto esi-
tazione a riconoscere, è un impian-
to obsoleto, che da tempo doveva
essere sottoposto ad una azione di
bonifica e revisione. Si tratta di
uno dei più grandi impianti side-
rurgici d’Europa. Queste aziende
sono scomparse dal panorama in-
dustriale Europeo, perché sono sta-
te delocalizzate e trasferite lontano
dal vecchio continente. Ma ciò che
sorprende ed induce ad una amara
riflessione riguarda la constatazio-
ne che ancora una volta si è pro-
dotta la funzione di supplenza del-
la magistratura, che è intervenuta
in presenza di una emergenza sa-
nitaria ed ambientale, poiché i po-
teri pubblici per troppo tempo, al
cospetto della condizione altamen-
te inquinante degli impianti indu-
striali di Taranto, sono stati assenti
e latitanti. I titolari della proprietà
degli impianti siderurgici di Taran-
to, in nome del profitto, hanno tra-
scurato colpevolmente le conse-
guenze devastanti della produzione
industriale sull’ambiente e sulla sa-
lute dei cittadini. L’ignavia dei po-
teri pubblici, per i quali non esi-
stono scuse e ragioni plausibili, che
da tempo avrebbero dovuto invo-
care la bonifica della fabbrica e del
suo territorio, è l’aspetto più grave
e preoccupante di questa vicenda.
Per alcuni osservatori, la funzione
di supplenza esercitata in questo
caso dalla magistratura, conferma
il fenomeno della giurisdizzazione
del conflitto. Tuttavia occorre os-
servare che non sempre un giudice,
che agisce in base alla obbligato-
rietà dell’azione penale e stabilisce
ciò che è lecito e ciò che è vietato,
possiede le attitudine per comporre
un conflitto grave come quello che
riguarda l’Ilva di Taranto, dove oc-
corre rivedere il modello di svilup-
po, per conciliare le ragioni della
produzione industriale con quelle
della salvaguardia ambientale. Si
spera che il governo eviti la chiu-
sura degli impianti e renda possi-
bile l’azione di bonifica, oramai
non più rinviabile.
Il gip Patrizia Todisco
ha ottenuto il sequestro
di sei impianti,
che si trovano
nello stabilimento
di Taranto, poiché
considerati altamente
inquinanti
e responsabili
dell’emissione
di Benzoapirene
e della diossina,
sostanze nocive
che arrecano danni
all’ambiente, dando
luogo ad una vera
emergenza sanitaria.
L’ignavia dei poteri
pubblici, per i quali
non esistono scuse
e ragioni plausibili,
che da tempo avrebbero
dovuto invocare la
bonifica della fabbrica
e del suo territorio,
è l’aspetto più grave
e preoccupante
di questa storia.
Per alcuni osservatori,
la funzione di supplenza
esercitata in questo caso
dalla magistratura,
conferma il fenomeno
della giurisdizzazione
del conflitto.Ma non
è detto che un giudice
abbia le competenze
necessarie per comporre
uno scontro così grave.
Tocca al governo
evititare la chiusura
degli impianti
e rendere possibile
l’azione di bonifica
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 15 AGOSTO 2012
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