Pagina 6 - Opinione del 15-8-2012

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emember, we’re Saudis»
, «Ricordate,
siamo Sauditi», sembra voler ribadire
l’Arabia, dopo il “passo avanti” di aver fi-
nalmente permesso a tre atlete (una delle qua-
li rischiava pure di non poter gareggiare a
causa dell’imposizione del velo, vietato invece
dal Cio per la sua sola specialità, il judo) di
partecipare ai Giochi Olimpici di Londra ap-
pena conclusi. Ma non era necessario né que-
sto (dato che tutte le atlete erano rigorosa-
mente velate), né tanto meno la creazione di
una città-ghetto per le donne lavoratrici, per
dimostrare che il wahabismo è ben lungi da
mollare nel Paese. Eppure la città-ghetto per
donne lavoratrici è proprio quello che “serve”
all’Arabia Saudita. Dal
prossimo anno le donne
di questo paese potranno
infatti lavorare “senza
problemi”, perché è ini-
ziata la progettazione di
una città creata a questo
scopo: affinché vengano
protette “dagli sguardi in-
discreti maschili”, come
del resto impone la sharia.
La città sorgerà nella zona
orientale di Hafuf e – se-
condo la visione integra-
lista dell’Arabia Saudita –
in questo “paradiso rosa”
tutte le donne lavoratrici, dalle operaie alle
manager, potranno sentirsi a proprio agio nel
soddisfare le proprie ambizioni.
Si tratta di un’idea presentata all’Autho-
rity saudita per la proprietà industriale (Mo-
don), ente statale responsabile per lo sviluppo
dell’industria nelle città del regno. Per con-
«R
cretizzarla verranno stanziati 500 milioni di
riyal (circa 108 milioni di euro). Si prevede
di creare ben 5.000 posti di lavoro per le
donne, soprattutto nei settori tessile, alimen-
tare e farmaceutico, e di ospitare imprese ge-
stite solo da loro. Ma non è finita qui. Il vi-
cedirettore generale del Modon, Saleh
Al-Rasheed, ha già annunciato la creazione
di una seconda città industriale per sole don-
ne e di imprese esclusivamente al femminile
in altre parti del Paese. A questo punto la do-
manda è lecita: fuori da queste zone, le donne
potranno lavorare? Intendo quelle stesse don-
ne che non possono guidare, uscire di casa
se non accompagnate da un mahram, da un
parente guardiano ma-
schio, fosse anche il figlio-
letto. Potranno dunque
lavorare? Chiaramente
no. Non ci si lasci incan-
tare da una concessione
apparente progressista.
Non ci lasci irretire dal
“riconoscimento” del di-
ritto al lavoro per le don-
ne – conciliando questo
con la segregazione ses-
suale voluta dalla legge
islamica – e si smetta di
farsi condizionare dai pe-
trodollari, che più volte
hanno portato a considerare l’Arabia Saudita
un Paese “islamico moderato”. Non lo è. E
finché le donne verranno considerate un po’
più delle bestie e meno di un uomo, non lo
sarà mai! Con o senza le città ghetto.
ALESSANDRA BOGA
www.iljester.it
arà forse la calura di questa torrida estate
ma non riusciamo a scacciare dalla mente
un dubbio che da tempo ci assilla. Abbiamo
cioè la sensazione di vivere in un paese in cui
il cosiddetto buon senso latiti. A nostro avviso
il “buon senso “ è virtù fondamentale per un
agire equilibrato e fruttuoso nelle complicate
vicende umane. Qualche esempio a sostegno
di tale nostro dubbio. La prof.ssa Fornero,
ministro del Lavoro, emula della Cancelliera
Merkel, ha, ancora una volta, espresso pub-
blicamente ed inopportunamente il proprio
pensiero. Onde confortare gli Italiani e favo-
rire gli speculatori nazionali e soprattutto in-
ternazionali e contribuire così all’aumento
del differenziale tra i titoli
del debito pubblico decen-
nali tedeschi ed i nostri
Btp ha, infatti, dichiarato
che il prossimo autunno
sarà molto duro per il no-
stro paese (non lo sapeva-
mo!) e – dulcis in fundo –
che in Italia è iniziato un
processo di de-industria-
lizzazione. In altri termini
il deserto produttivo è alle
porte. A questo punto ci
sorge spontaneo il ricordo
delle vignette che veniva-
no pubblicati tanti anni fa
da una rivista satirica nelle quali veniva raf-
figurato il “vedovo inconsolabile” che diceva:
«Fammi prima vedere... (= un avvenimento
politico o sociale positivo ma di molto im-
probabile realizzazione) e poi fammi riposare
accanto a quell’anima benedetta». Parafra-
sando: «Fammi incontrare un personaggio
S
politico con incarichi di rilievo che resista al-
l’assalto dei giornalisti ed alla lusinga di “ap-
parire “e metta in pratica il detto “il silenzio
è d’oro” e poi fammi riposare...». Prima, pe-
rò, che una tale condizione venga soddisfatta
non sarà sufficiente la lunghezza della vita
di Matusalemme! (...) Un ultimo esempio:
qualche giorno fa un settimanale ha pubbli-
cato una fotografia che mostra il procuratore
aggiunto dott. Ingroia, noto per alcune ester-
nazioni e relative polemiche, ed il vicediret-
tore de
Il Fatto quotidiano
, Marco Travaglio,
giornalista d’assalto, seduti l’uno accanto al-
l’altro come vecchi amici su (sembra) sedie
a sdraio forse in spiaggia. Se la foto è veritiera
e non si tratta di un foto-
montaggio o di una cir-
costanza del tutto casuale
un minimo di buon senso
avrebbe dovuto spingere
il sullodato magistrato ad
evitare la cosa. Chi eser-
cita l’altissima e delicatis-
sima funzione dell’ammi-
nistrare la giustizia
“deve”, ovviamente, “es-
sere al di sopra delle par-
ti” ma anche “apparire”
tale. Concludendo: se, co-
me crediamo, siffatti epi-
sodi non sono affatto rari
e se ne sono autori persone che, a vario titolo,
hanno un peso non trascurabile nella società
allora l’atroce dubbio manifestato all’inizio
di questa noterella di mezza estate non è la
conseguenza di un colpo di sole.
GIORGIO CASTRIOTA
www.cartalibera.it
Ferragosto, i colpi
di sole invadono l’Italia
Qualche giorno fa
un noto settimanale
ha pubblicato una foto
del pmAntonio Ingroia
e di MarcoTravaglio,
giornalista d’assalto,
seduti insieme al mare
come vecchi amici
Arabia Saudita: il paese
che ghettizza le donne
Smettiamola di farci
condizionare
dai petrodollari,
che più volte hanno
portato a considerare
l’Arabia Saudita
un paese“islamico
moderato”. Non lo è
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L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 15 AGOSTO 2012
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