II
POLITICA
II
Una spesa contro la crisi
Carrefour taglia l’Iva
Vendola come Bertinotti
La palla al piede del Pd
L’errore di Monti?
Presentare due liste
scoltando Mario Monti nel
coro della sua partecipazione
a “Porta a Porta”, ho trovato con-
ferma in ciò che mesi addietro pen-
savo fosse l’approccio più ragio-
nevole - al di là di qualunque
questione di merito - di un premier
tecnico sceso nell’agone elettorale.
Ovvero, impostare la sua campa-
gna elettorale spiegando al popolo
che le cose realizzate dal suo go-
verno hanno rappresentato una
sorta di compromesso al ribasso
con le forze politiche della sua stra-
na maggioranza e che, pertanto,
questa zavorra politica ha impedito
alla sua azione di dispiegarsi nel
modo più efficace.
Ora, che questo sia vero o no,
che soprattutto sul fronte dei tagli
alla spesa vi sia stato un continuo
esercizio dei veti incrociati, soprat-
tutto da parte del Pd e del Pdl, tale
da snaturare l’autentico indirizzo
montiano, lo giudicheranno gli
elettori. Resta comunque il fatto
che, soprattutto in una fase storica
in cui la politica di professione ha
raggiunto in Italia un livello infimo
di credibilità, presentarsi su una li-
nea totalmente alternativa rispetto
ai partiti tradizionali, proponendo
una sorta di referendum tra Monti
e la classe politica, appare senza
dubbio una linea corretta e piut-
tosto producente. L’ho scritto in
tempi non sospetti e lo ribadisco
con medesima convinzione.
A
Tuttavia, per rendere veramente
efficace questa strategia elettorale,
interpretando appieno il desiderio
di rinnovamento della società, il
premier uscente avrebbe dovuto se-
guire il consiglio di Corrado Pas-
sera, proponendo una sola lista sia
alla Camera che al Senato. In que-
sto modo, eventualmente imbar-
cando qualche fedele alleato come
Fini e Casini, avrebbe definito senza
equivoci la sua diversità rispetto al
vecchio sistema. Ma così non sono
andate affatto le cose. L’apparen-
tamento alla Camera con l’Udc e
con Fli e, cosa ancor più grave, la
presenza dominante di Casini e dei
suoi uomini nella lista “Monti” al
Senato, hanno gravemente compro-
messo l’immagine di rinnovatore
del bocconiano, dando ragione alla
definizione di capo di un centrino
espressa da Berlusconi. Ciò è con-
fermato da un leader dell’Udc ca-
polista in ben cinque regioni e dalla
posizione del braccio destro Moa-
vero nel Lazio: terzo dopo lo stesso
Casini è l’esponente di Futuro e Li-
bertà, Giulia Bongiorno. Tutto que-
sto indebolisce presso l’opinione
pubblica il peso specifico di Monti,
a tutto vantaggio dei volponi della
vecchia politica che lo hanno fin
qui sostenuto ma che ora, a costo
di rischiare di arrivare quarti nella
corsa elettorale, tendono a fagoci-
tarlo. Staremo a vedere.
CLAUDIO ROMITI
di
RUGGIERO CAPONE
a lista “Monti per l’Italia” non
piace all’elettorato. Alcuni son-
daggi prevedono un taglio delle
preferenze anche per i suoi mag-
giori alleati politici (Fini e Casini).
Emerge che Casini e Fini potreb-
bero risultare eletti sul filo di lana,
perché il loro elettorato punirebbe
l’appoggio a Monti votando per
Grillo, Storace, Berlusconi ed In-
groia. Già passate consultazioni
hanno dimostrato che l’elettorato
di centrodestra difficilmente si spo-
sta verso quelle sinistre che ancora
odorano di vecchio Pci. A questo
s’aggiunge l’inaspettata rimonta
consensuale di Silvio Berlusconi:
dopo l’ospitata a “Servizio Pubbli-
co”, il Cavaliere ha ricominciato
a macinare consensi e, come ha di-
mostrato il sondaggista Antonio
Noto, ormai il Pdl è nuovamente
alla pari col Pd. Allora dove s’an-
niderebbe la marcia in più per por-
tare a casa politiche e regionali? Il
parere dei sondaggisti è unanime,
tra l’elettorato del voto di protesta,
che indubbiamente s’astiene o vota
per Grillo o per Ingroia. In que-
st’ottica il Cavaliere ha sguainato
la candidatura di Francesco Sto-
race a governatore del Lazio, certo
che “epurator” potrebbe intercet-
tare sia i delusi da Fini che gli ar-
rabbiati indecisi tra Grillo e Ingro-
ia. I sondaggisti parlano già
L
d’effetto Storace-Berlusconi nel
Centro-sud, e lo considerano pari
all’alleanza Lega-Pdl, ma con l’ef-
fetto novità che il Carroccio ormai
non ha più in serbo.
Intanto, secondo i sondaggi Eu-
romedia (spesso risultati corretti)
il centrodestra è al 34,2 % (il
Pdl al 23,1) ed il centrosinistra
al 38,3. Il centrodestra è sotto di
soli 4,1 punti, che certamente Ber-
lusconi conta di riportare a casa
con l’effetto Storace: ovvero il Ca-
valiere porta voti al La Destra e
Storace trascina consensi verso l’al-
leanza col Pdl. Un lavoro a quattro
mani che assorbirebbe voti soprat-
tutto in casa dei centrini (la lista
Monti): un 4% che verrebbe tutto
risucchiato in casa Fini e Casini.
Considerando che l’Udc è al 4%
e Fli all’1, è evidente che l’effetto
Cavaliere-Storace scombinerebbe
totalmente i piani della lista Mon-
ti. Il risultato potrebbe essere una
parità alla Camera tra Pd e Pdl,
ma con il Cavaliere in netto van-
taggio al Senato. E se il centrode-
stra superasse quota 170 senatori
(
la parità è leggermente sopra i
150),
il Pd per governare l’Italia
dovrebbe elemosinare l’aiuto di
Grillo, Ingroia e Monti. Infatti il
senatore a vita (Monti) sa di essere
ancora “bancariamente” determi-
nante, sono di poche settimane fa
i rumors che vedrebbero il sistema
bancario non garantito nel caso
dell’assenza di Mario Monti in po-
sizione dominante nel prossimo
governo. Dichiarazioni che eviden-
ziano come un governo senza
Monti difficilmente godrebbe
dell’assenso delle banche italiane
ed europee, anzi mondiali. È evi-
dente che dopo gli ultimi strali del
Cavaliere difficilmente Monti ac-
cetterebbe d’appoggiare (ed in su-
bordine) un Pdl vincitore sul filo
di lana. Di contro Berlusconi si sa-
rebbe già dichiarato pronto a go-
vernare senza il bene placet del si-
stema bancario, quindi invocando
una sorta d’autarchia monetaria
prodromica ad un ritorno alla lira.
Invece il Pd non nasconde di poter
cucinare, ed in nome dell’Ue, l’in-
tesa tra Vendola e Monti: un piat-
to che servirebbe agli italiani il
doppio delle contraddizioni.
L’effetto Storace-Berlusconi
scombina tutti i pronostici
La rimonta del Cavaliere
è ormai una certezza
e la squadra del Pdl
ha in pratica raggiunto
la coalizione di Bersani.
Adesso parte la caccia
al voto dei delusi
e alla fetta di indecisi
hissà se ai giorni nostri Humphrey Bo-
gart, parafrasando un passaggio del
film “L’ultima minaccia”, si lascerebbe an-
dare al commento: «È la crisi bellezza e tu
non puoi farci niente». Eppure c’è chi da
questo assioma contemporaneo ha trovato
lo spunto per un’iniziativa solidale e figlia
del buon senso. La catena di supermercati
Carrefour, a partire da venerdì garantirà,
per i clienti con oltre i 65 anni e per i nu-
clei familiari composti da cinque o più per-
sone, uno sconto pari al valore dell’Iva.
Il progetto andrà avanti sino al 31 mar-
zo. In questo periodo gli interessati po-
tranno chiedere la tessera direttamente ai
banchi di accoglienza negli oltre mille pun-
ti vendita Carrefour. Per la precisione, gli
anziani dovranno presentare la propria
carta d’identità per avere la “Senior Card”,
invece lo stato di famiglia servirà per con-
seguire la “Superfamily card”. Lo sconto
riguarderà la merce dei reparti macelleria
e pescheria, senza dimenticare che l’offerta
sarà allargata anche a frutta, verdura, sa-
lumi, formaggi e pane fresco.
«
Questa iniziativa - ha detto Giuseppe
Brambilla di Civesio, l’amministratore de-
legato di Carrefour Italia - nasce dalla vo-
lontà di compiere uno sforzo per dare un
contributo concreto e permanente al so-
stegno dei consumi. Per questa ragione,
se la prima fase dell’iniziativa, che si con-
cluderà il 31 marzo, evidenzierà il gradi-
mento dei clienti, contiamo di prolungarla
per tutto il 2013, che - ha concluso - sarà
ancora un anno difficile per i consumi e
i bilanci delle famiglie».
L’idea del gruppo è emersa dopo
C
un’analisi delle abitudini di acquisto dei
clienti e grazie agli ultimi dati diffusi dal-
l’Istat sulla condizione delle famiglie, se-
condo i quali più del 28% dei nuclei nu-
merosi è in condizioni di difficoltà e più
del 40% degli over 65 vive con meno di
mille euro al mese.
Per Giuseppe Brambilla di Civesio si
tratta di «una forma di agevolazione si-
gnificativa, che si traduce mediamente in
un risparmio stimato di 150-200 euro
all’anno per gli over 65 e di 300-500 euro
all’anno per le famiglie numerose, cumu-
labile con le altre promozioni in corso nei
punti vendita».
A far eco all’ad di Carrefour Italia c’ha
pensato Roberto Messina, presidente di
FederAnziani: «Ci impegneremo per dif-
fondere capillarmente la conoscenza di
quest’iniziativa poiché, di fronte al 77%
di pensionati che percepiscono un assegno
inferiore ai mille euro mensili e di fronte
ai dati Inps secondo i quali il 17% dei pen-
sionati percepisce un assegno di 500 euro,
siamo obbligati a farlo. In Italia - ha rife-
rito - gli anziani hanno visto distrutto il
proprio potere di acquisto e sono oramai
stremati, come si può vedere dall’assalto
alle mense Caritas. Anche coloro che fino
a qualche tempo fa riuscivano ad arrivare,
sia pure faticosamente e tra molti sacrifici,
alla fine del mese, oggi si trovano fianco
a fianco con i clochard per un pasto caldo.
Per questo - ha chiosato - le nostre duemila
sedi si attiveranno per invitare i cittadini
a beneficiare di questo sconto importante
per la loro sopravvivenza».
CLAUDIO BELLUMORI
e la Storia si ripete - e si ripete, di tanto
in tanto - Nichi Vendola rischia di tra-
sformarsi, per il Partito democratico di oggi,
nella palla al piede che fu Fausto Bertinotti
nel 1997 quando fece cadere il governo di
centrosinistra capitanato dall’Ulivo di Ro-
mano Prodi. E di nuovo, nel 2007, quando
collaborò a mandare in crisi il II esecutivo
del professore bolognese, che poi nel 2008
abdicò in modo definitivo.
Oggi, in piena campagna elettorale per
le “politiche” del 24 e 25 febbraio, l’attuale
governatore della Puglia con il suo Sel (Si-
nistra Ecologia Libertà) poco dopo aver san-
cito l’alleanza già mette in crisi il Pd di Pier
Luigi Bersani, al momen-
to partito di maggioranza
relativa del Paese. Le con-
traddizioni vanno rapida-
mente appalesandosi so-
prattutto quando si parla
dei possibili accostamenti
parlamentari che dovran-
no necessariamente far
seguito a un’eventuale
vittoria delle elezioni (se-
condo il recente sondag-
gio di Emg al momento
la coalizione Pd/Sel è data
a circa il 36,4%, in calo
rispetto alla rimonta di
Pdl & company, arrivati al 27,9). La diffe-
renza di vedute è a dir poco macroscopica:
da una parte Bersani considera il braccio di
Mario Monti (Scelta civica con Monti,
9,9%) -
che fa squadra con L’Udc di Pier-
ferdinando Casini (3,4), con Futuro e Libertà
per l’Italia di Gianfranco Fini (0,9) e con
S
Verso la Terza Repubblica di Luca Cordero
di Montezemolo (3), totale 14,8%) - quello
cui aggrapparsi per dare massima solidità
al proprio governo; dall’altra Vendola che
spara il suo
niet
su tale eventualità perché
preferisce farsi amico Antonio Ingroia (Ri-
voluzione Civile).
Per certi versi la ritrosia del riflessivo Ni-
chi va capita: non si può proprio immagi-
nare un ex comunista (quel Nichi è un no-
mignolo-omaggio a Nikita Krusciov) che
riesca a far comunella in modo proficuo con
il Centro opportunista che si delinea sulla
scia dell’attuale premier, condizionato da un
Casini che, zitto zitto, sta coronando il sogno
di fare da ago della bilan-
cia nei futuri equilibri di
governo. Ma resta il fatto
che se Vendola e Bersani
iniziano a non sopportar-
si a un mese e mezzo dal-
la tornata elettorale, non
si capisce come potranno
andare d’accordo una
volta installatisi alla gui-
da del Paese, quando do-
vranno cominciare a par-
lare soprattutto di
economia e di tassazione.
La confusione nel
centrosinistra, insomma,
regna sovrana con largo anticipo e meglio
non sta il possibile, futuro alleato. Quel
Mario Monti che quando parla - e in que-
sto la televisione è impietosa - genera sem-
pre una noia mortale, aggravata dall’affa-
stellarsi di contraddizioni.
STEFANO MARZETTI
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 16 GENNAIO 2013
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