Page 4 - Opinione del 16-9-2012

II
POLITICA
II
MatteoRenzi è un prodotto della vecchia politica
di
PIER PAOLO SEGNERI
desso! E’ lo slogan che il sin-
daco di Firenze ha scelto per
connotare la sua campagna eletto-
rale per le primarie del centro-si-
nistra, quelle cioè che dovranno
decidere il leader della coalizione
che si candiderà a guidare il pros-
simo governo dell’Italia e non
quelle che servono a scegliere il se-
gretario del Partito Democratico.
Adesso! Come se non fossimo
già tutti troppo dentro ad un eter-
no presente, dentro un sistema par-
titocratico fermo, autoreferenziale,
immobile, tutto incentrato sul pre-
sente, senza futuro e senza memo-
ria.
Adesso! E’ lo slogan della par-
titocrazia. Ma è comunque lo slo-
gan giusto per Matteo Renzi per-
ché gli appartiene, perché lo
rappresenta, ne traccia il profilo
politico in maniera puntuale. E’
forse la parola che più e meglio di
altre corrisponde al suo modo di
essere perché svela la sua natura
politica: quella di chi non ha una
visione, di chi ha la vista corta, an-
che se dice di guardare ai prossimi
25
anni.
Adesso! E’ lo slogan che iden-
tifica Renzi sul piano politico per-
ché, quella sola e unica parola, ci
trasmette un messaggio preciso e
ci dice che il sindaco di Firenze
guarda all’oggi e non al domani.
Del resto, non può guardare al fu-
turo perché non ha memoria sto-
rica né memoria politica.
A lui interessa il presente, non
il futuro, anche se si affanna a dire
il contrario.
Quello che conta, però, non so-
no le parole che si dicono, ma il
messaggio che si trasmette, il sot-
totesto, ciò che si è.
La campagna elettorale di Ren-
zi ci dice che il sindaco non ha una
visione, ma si muove in modo tat-
tico non avendo altra strategia
tranne, forse, se stesso e la sua am-
bizione.
A
Matteo Renzi ha dimostrato,
però, di saper cogliere la sfida po-
litica con serietà e, allo stesso tem-
po, con la giusta leggerezza. E’ co-
me se avesse trovato un equilibrio
tra serenità e urgenze, tra gioiosità
e problemi, tra proposte e doman-
de.
Renzi si diverte a fustigare i
vecchi costumi e trasmette legge-
rezza ma, allo stesso tempo, sa af-
frontare le più gravi questioni con
serietà. Insomma, ha dimostrato
di avere molte qualità politiche e
di saperle esprimere con coraggio
ed efficacia.
Prima di tutto ha saputo af-
frontare la nomenclatura del suo
partito senza farsi mettere da parte,
rilanciando sempre, come un gio-
catore di poker. In più, sa fare un
uso calcolato della demagogia, ben
sapendo che non è da quella de-
magogia che trarrà i presupposti
per diventare un leader, ma fa leva
su di essa per sollevare il dibattito
sulla sua persona. E questa è
un’abilità.
Inoltre, Renzi ha dimostrato di
saper essere una persona recettiva,
capace di ascoltare, di osservare
ciò che accade intorno, si interro-
ga, impara alla svelta, assorbe i
consigli del suo staff, copia anche
dall’avversario se necessario e se
può essere utile all’immagine di
novità che ha saputo cucirsi ad-
dosso.
Ma non basta: il sindaco di Fi-
renze ha soprattutto la capacità di
cavalcare l’onda polemica e con-
testatrice senza farsene travolgere,
come se andasse sul wind serf.
E’ una dote rara. Di più: Renzi
sa mantenere una invidiabile luci-
dità in pubblico, ma è anche ab-
bastanza emotivo e questo gli gio-
va perché restituisce verità a un
suo sottotesto che, troppo spesso,
fa suonare le sue parole come finte,
artificiose, costruite, estranee al suo
corpo. Perché le idee nascono dal
corpo.
Comunque, lo sfidante di Pier
Luigi Bersani sa utilizzare con in-
telligenza il mezzo televisivo, anche
se in tv non conta ciò che si dice,
ma quel che passa sul piano emo-
zionale.
In tv, quello che conta sono gli
occhi, lo sguardo, la faccia, i gesti,
le gambe, i silenzi.
Ecco, Renzi in tv appare co-
struito, finto, non crede nelle cose
che dice, anche se sa esprimerle
molto bene, e si capisce che le sue
parole o le sue proposte politiche
nascono per esigenze mediatiche e
di immagine personale, non in vir-
tù di un suo pensiero politico o di
un progetto politico per il Paese.
Anche quando sono parole sue,
le idee espresse da Renzi sembrano
essere distoniche rispetto a ciò che
lui sente veramente dentro di sé.
Il messaggio dei suoi sottotesti,
che arrivano tramite lo schermo
televisivo, è quello di una persona
che non la racconta tutta, di un ar-
rivista, di un furbo. Forse onesto,
ma non intellettualmente onesto.
Insomma, Renzi nasce politica-
mente vecchio. Non ha una visio-
ne. E ormai non può più tornare
indietro, ha fatto la sua scelta pre-
cisa: ha deciso di candidarsi alle
primarie del centro-sinistra, cioè
di sfidare il regime sul campo mel-
moso dell’attuale assetto di Potere.
Anzi, peggio, il sindaco di Fi-
renze è un prodotto della partito-
crazia.
E’ proprio l’attuale sistema di
Potere fine a se stesso che lo ha
prodotto.
Infatti, Matteo ha scelto di ar-
rischiarsi su quel campo, fatto di
sabbie mobili, perché è il terreno
che lui meglio conosce, di cui fa
parte e su cui si muove bene essen-
done, in questo momento, uno de-
gli attori più in auge.
In altre parole, Renzi, ha scelto
di scendere nel campo unico del-
l’attuale partitocrazia, cercando di
dominarlo nella sfida.
Ma così alimenta soltanto ciò
che, a parole, dice di voler cambia-
re. Perché quel terreno è, come lo
chiama Marco Pannella, un “mo-
nopartitismo imperfetto”, quindi
un Regime, cioè un blocco trasver-
sale di Potere anti-liberale, anti-de-
mocratico e contro lo Stato di Di-
ritto. Non servirà mettersi alla
testa del Potere per cambiarlo.
Perché il problema non è la te-
sta, ma il corpo. I latini sosteneva-
no: “mens sana in corpore sano”.
E’ l’antica saggezza a cui dovrem-
mo far riferimento un po’ più spes-
so.
Ecco, a tal proposito, è inutile
avere uno, due o tre poli alla testa
del sistema se il corpo di un tale
Cerbero è uno ed uno soltanto.
Ed è il corpo partitocratico,
cioè un corpo malato.
Per cambiare davvero le cose,
in Italia, è necessario cambiare cor-
po e non aderire a quello partito-
cratico di centro-destra-sinistra,
perché se ne resta complici e vitti-
me.
Bisogna, invece, rappresentarne
un altro, con altri metodi, altre re-
gole, nuove spinte liberali. Insom-
ma, Renzi è caduto nella trappola.
Non potrà più rappresentare il
nuovo.
Ci sono persone, invece, come
il gruppo di Amici dell’Opinione,
come pure tanti singoli cittadini,
come alcuni movimenti e anche al-
tri, che rappresentano un campo
diverso, quello di una democrazia
liberale da conquistare attraverso
un nuovo Risorgimento.
Adesso! E’ lo slogan
della partitocrazia.
Ma è la parola d’ordine
giusta per il sindaco
di Firenze perché
gli appartiene
e ne traccia il profilo
in maniera puntuale
K
Matteo RENZI
Svela la sua vera
natura: quella
di un leader
che non ha visione,
con la vista corta,
anche se dice
di guardare
ai prossimi 25 anni
segue dalla prima
Il pensiero
unico politicista
(...)
Un vero e proprio dogma con cui ci si
relaziona nei confronti della politica e degli
uomini che la interpretano con un atteg-
giamento quasi mistico, quasi che questi
ultimi, solo per aver ottenuto una qualche
investitura democratica, posseggano la pie-
tra filosofale con cui tramutare il piombo
in oro.
A tutto questo una genuina visione liberale,
quasi del tutto assente nel dibattito televi-
sivo, dovrebbe contrapporre la cultura del
senso di responsabilità individuale, da cui
deriva l’assunto di una società spontanea
quale principale artefice della crescita cul-
turale ed economica di qualunque colletti-
vità, affidando alla sfera pubblica pochi e
circostritti compiti e attribuzioni. Una vi-
sione liberale che, a giudicare a dal fermen-
to che essa sta suscitando in rete, si spera
che prima o poi venga notata da qualche
artefice dei nostri tanti soviet del piccolo
schermo, travestiti da talk show politici.
Vedremo.
CLAUDIO ROMITI
I costi dei partiti,
l’occasione del Pdl
(...)
I partiti, tutti i partiti, non possono
continuare a far finta di nulla: ne vale l’esi-
stenza di quel poco che resta della loro cre-
dibilità. Ed il Pdl potrebbe prendere la palla
al balzo ed iniziare proprio dal Lazio
un’opera di pulizia al proprio interno e di
moralizzazione della res publica.
Invece di certo, almeno per ora, c’è una riu-
nione sull’argomento dei vertici del partito
che, dopo 12 ore, è terminata con un nulla
di fatto, c’è l’autosospensione dagli incarichi
dell’interessato e che la Guardia di Finanza
che ha sequestrato alcuni documenti nella
sede della Regione.
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Slogan per le primarie
L’OPINIONE delle Libertà
DOMENICA 16 SETTEMBRE 2012
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