acciamo i facili profeti. Il Pd di Bersani
vincerà le elezioni, zoppicando al Senato
ove si renderà indispensabile l’appoggio di
Mario Monti che, a quanto pare, si è candi-
dato per fare la stampella. O meglio è stato
candidato per fare la stampella. Quelli come
il professore infatti non si muovono mai
sponte loro, ma vengono inviati al fine di ga-
rantire un risultato preciso. Nella fattispecie
che l’Italia resti salda sul binario dell’Europa
dell’euro, senza deragliare verso derive “po-
puliste” e continuando a sfornare cessioni di
sovranità nazionale, tagli orizzontali alla spe-
sa pubblica e riforme liberiste in tema di la-
voro. Il Pd sembrava già ampiamente quali-
ficato a svolgere il
compito senza supporti
esterni. In un report di
settembre, infatti, la Gol-
dman Sachs augurava al-
l’Italia una vittoria del
centrosinistra. Questo è
l’ultimo capitolo di una
vecchia storia iniziata
quando Achille Occhetto
volò a New York per in-
contrare un potente uomo
dell’establishment ameri-
cano, il facoltoso Edgar
Bronfman che di mestiere,
oltre a giocare in borsa,
riciclava leader comunisti. Prima di Occhetto
si era infatti presentato da lui il meno fortu-
nato Erich Honecker al medesimo scopo: ve-
dersi garantita una nuova verginità, un ri-
lancio internazionale in grande in stile in
cambio di una piena adesione al capitalismo
global che avrebbe imperversato di lì a poco.
F
Occhetto passò in breve tempo da un’inter-
vista all’altra e da un applauso all’altro. Ven-
dendo l’anima, però. E tutto quello che è ve-
nuto dopo non deve sorprendere: le
privatizzazioni selvagge, la guerra in Jugo-
slavia, l’ingresso nell’euro, l’appoggio alle
missioni americane, i ponti d’oro a uomini
della finanza come Prodi e Padoa Schioppa,
la difesa a oltranza dell’Europa e del tecnico
Monti. Se la sinistra non ha mai più fatto co-
se di sinistra lo si deve a quel patto faustiano.
E allora perché non c’è fiducia nel Pd? Perché
la sinistra, per quanto ossequiosa, è anche
confusionaria e litigiosa. Negli ultimi quat-
tro lustri non è riuscita a governare sere-
namente per più di due
anni di seguito e anche
stavolta potrebbe essere
tentata di suicidarsi.
D’altronde, ci sono i
conservatori” Vendola
e Fassina, c’è la Fiom,
c’è D’Alema con le sue
sortite filo-arabe, ci so-
no gli illustri sconosciuti
delle primarie e, soprat-
tutto, la pattuglia di in-
tellettuali cooptati dalla
società civile. E sembra
difficile presumere che
la loro massima aspira-
zione fosse quella di sedersi in Parlamento
per votare macellerie sociali e guerre ame-
ricane. Il progetto mondialista deve andare
avanti senza sbavature di alcun tipo. Il Pd
è una buona soluzione, ma con Monti a
tenergli la mano è la soluzione perfetta.
barbadillo.it
l bacino elettorale potenziale di Silvio
Berlusconi è il solito dal 1994 e corri-
sponde a circa il 25% dell’elettorato. È
quello dei cosiddetti moderati che, a cal-
do, nel periodo delle dimissioni nel no-
vembre del 2011 e, prima ancora, del
Bunga Bunga, sono entrati in sciopero
elettorale, punendo il Cavaliere a Milano
e, poi, in Sicilia, con oltre il 50% di asten-
sionismo.
È lo stesso elettorato, però, che, pur di
non veder trionfare il post comunismo e
il giustizialismo, è disposto a perdonare
qualsiasi cosa alla sua parte politica e so-
prattutto a Berlusconi. È un elettorato co-
stituito per un 15–18%
da tifosi televisivi e per
il restante 6–7 % da
malpancisti puri, cioè
da coloro che si turano
il naso e vanno a mette-
re la X sul Pdl pur di
sconfiggere, appunto, il
pericolo rosso.
Detto questo, un da-
to è certo: quello a cui
ci troviamo davanti oggi
è esattamente il centro-
destra del 2006: difen-
sivo, ma non espansivo;
tattico, ma non strategi-
co. La percentuale del 38% di consensi
del 2008 fu la somma di diverse condi-
zioni: l’avvento e l’affermazione del quasi
bipartitismo, definitivamente tramontato
per colpa di tutti – compreso il Cavaliere
e la cocente delusione per un
Ulivo/Unione di Prodi, naufragato dopo
I
due anni di legislatura per colpa di Ber-
tinotti, ma anche del caso Mastella.
Ad oggi sono letteralmente terrorizzato
per il dopo-elezioni sia nel caso di proba-
bile vittoria di Bersani/Vendola, che du-
rerebbero ben meno di due anni, sia nel
caso di un asse Pd-Monti, perché sarebbe
come vedere andare a braccetto Nosferatu
con Dracula nei locali dell’Avis, sia anche
nel caso di vittoria inaspettata di Berlu-
sconi/Maroni, perché penso sia molto più
semplice far passare il famoso cammello
attraverso la cruna dell’ago, piuttosto che
realizzare la macroregione del nord e la-
sciare il 75% degli introiti da tasse nelle
tasche del Nord mede-
simo; cosa di fatto ir-
realizzabile.
Inoltre con una mag-
gioranza risicatissima,
non si farebbero nem-
meno le riforme istitu-
zionali, dato che, ad
oggi, abbiamo detto ad-
dio alla riforma eletto-
rale e alla riduzione –
nemmeno all’abolizione,
ma solo alla riduzione
delle province, nono-
stante maggioranze se-
mibulgare. Ergo, come
cittadino elettore, sono alquanto terroriz-
zato da una classe politica assolutamente
non all’altezza della situazione e, per giun-
ta, arciframmentata.
Che il buon Dio ce la mandi buona.
GIOVANNI CALABRESI
Berlusconi nonmolla
Con lui il 25%del voto
Il suo è un elettorato
costituito per il 18%
da tifosi televisivi
e per il 7%da coloro che
si turano il naso
e vanno a mettere la X
sul Pdl pur di sconfiggere
il pericolo rosso
Sul perché della sinistra
non ci si può fidare
Il Partito democratico
ha spesso cambiato
per rimanere sempre
uguale. Per questo
dovrà gioco forza
appoggiarsi dopo il voto
alla stampella dei tecnici
di MarioMonti
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L’OPINIONE delle Libertà
GIOVEDÌ 17 GENNAIO 2013
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