Pagina 2 - Opinione del 17-8-2012

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II
POLITICA
II
di
ENRICO STRINA
a settimana di Ferragosto si è
aperta come una normale set-
timana di calciomercato estiva:
promesse, botti sicuri, campioni in
arrivo, sconosciute meteore spac-
ciate per fenomenali fuoriclasse.
Pagine di dossier per le proposte
del presidente della neopromossa
in Serie A: la squadra Sviluppo.
Parla, dirige, decide, allena il dottor
Corrado Passera. L’Italia può e de-
ve ripartire, ce la può fare, ma a
certe condizioni, sottolinea il mi-
nistro. Come tutti i presidenti che
si rispettino, c’è da rinforzare la
mediana, il reparto che fa girare
gli altri, quello cui serve la spinta
giusta per dare forza ed equilibrio
allo schema. E allora che si riformi
in ambito energia, il Bel Paese pro-
duce poco e maluccio, è troppo di-
pendente dall’estero: si può fare
certamente di più di quel 10% di
produzione interna rispetto alla
domanda reale. Dice Passera che
si può arrivare al 20% con poche
mosse. Quali? Anzitutto estrarre
più petrolio made in Italy, abbas-
sando i vincoli ambientali per le
trivelle, che al momento devono
essere poste ad almeno dodici mi-
glia marine dalla costa. La propo-
sta già era stata avanzata in fase
dibattimentale a maggio, ma l’altro
Corrado, Clini, si oppose ferma-
mente. Peccato, gli rispondono dal
ministero dello Sviluppo, così si
perdono 15 miliardi di investimen-
ti, 25mila posti di lavoro, 6 miliar-
di l’anno sulla bolletta energetica,
in pratica uno 0,5 di Pil annuale.
Il proposito di Passera è ambizioso,
ma subito si scontra con le oppo-
sizioni ambientaliste e non solo. I
Verdi, per bocca di Bonelli: Il pia-
no per l’energia del ministro Pas-
sera? È semplicemente un esercizio
di archeologia industriale ed ener-
getica che affonda le proprie radici
nel secolo scorso invece di guarda-
re al futuro. È ormai evidente che
il governo, con la scusa della crisi,
L
ha deciso di svendere il territorio
italiano alle multinazionali del pe-
trolio autorizzando le trivelle sel-
vagge nei nostri mari. Invece di
continuare a proporre ricette da
prima rivoluzione industriale, il go-
verno dovrebbe prendere esempio
dalla Germania (che ha program-
mato di produrre l’80% della sua
energia da fonti rinnovabili da qui
al 2050) e dagli altri paesi europei
che stanno investendo con forza
sulle fonti rinnovabili e pulite. Di
Pietro è, come sempre, più colorito:
«Cosa vorrebbe fare infatti il ge-
niaccio, stando a quello che pub-
blica oggi Repubblica? Semplice,
moltiplicare le trivellazioni alla ri-
cerca del petrolio e tagliare i fondi
per la ricerca sulle rinnovabili, cioè
sulla strada che tutta l’Europa con-
sidera l’orizzonte del futuro, da cui
prestissimo dipenderanno lo svi-
luppo, la crescita e il risparmio».
È «un colpo alla salute, all’ambien-
te e all’economia del paese», chiosa
l’ex pm di mani pulite. E sui rigas-
sificatori, altro punto importante
della proposta-Passera, si è schie-
rato contro il leader del Prc, Fer-
rero, su una linea molto vicina a
quella dei Verdi. E se fin qui le al-
zate di scudi dei politici più attenti
all’ambiente erano abbastanza pre-
vedibili, al limite del «te lo avevo
detto io!», come se in Italia non
fossero mai esistiti fronti No-Tav
o No-nucleare, la disconnessione
del ministro tecnico con la storia
ed il costume patrio sembra essere
ancora di là dal venire meno. In te-
ma di comunicazioni infatti, secon-
do grande caposaldo della revisio-
ne sviluppista, sarà internet una
delle chiavi determinanti della cre-
scita del futuro prossimo. La co-
siddetta Agenda Digitale prevede
la fine di ogni tipo di digital divide
tra le varie parti del paese. Il piano
sembra quasi un quinquennale ex-
Urss: i quattro milioni di italiani
senza connessione devono essere
subito messi in grado di averne
una veloce e funzionante. Tutto ciò
entro un anno e mezzo: per la fine
del 2013 l’accesso al web e la ban-
da larga dovranno essere condizio-
ni minime accessibili a tutti e, pos-
sibilmente, utilizzate da tutti. Per
arrivare poi al traguardo del 2030,
quando, secondo l’Ue, tutti do-
vranno avere i collegamenti super-
veloci in casa. Il problema qui, ol-
tre che infrastrutturale, è anche di
utilizzo civile-culturale del mezzo.
Il web in Italia sta diventando fa-
ticosamente un servizio, anche se
il suo utilizzo per l’entertainment
è ancora pesantemente maggiori-
tario. L’idea alla base di Passera è
quella di digitalizzare le burocrazie
al fine di rendere internet un mez-
zo indispensabile. Contemporanea-
mente le imprese saranno spinte
sempre più all’e-commerce, facen-
do diventare così la Rete un insie-
me di servizi e mercato. Difficile
spiegare tutto ciò ad uno dei paesi
più anziani del mondo, più facile
farne speranza, appunto, tra una
ventina d’anni. Nel frattempo, pe-
rò, sarà necessario per i Passera
imparare a confrontarsi con il pae-
se reale, quello dei lavori lenti,
spesso malfatti, e della difesa del-
l’ambiente. I tecnici vogliono rifor-
mare antecedendo i tempi perché
sanno che prevenire è meglio che
curare. Altro paio di maniche è pe-
rò sintonizzarsi con quello che la
storia del paese suggerisce, non
tanto per uniformarcisi, quanto per
capirne le (poche) virtù e i (tanti)
vizi. Se la rivoluzione s’ha da fare,
almeno la si faccia partendo dal
calpestare le umili terre su cui tutti
quanti camminiamo. Bisogna nor-
malizzare e modernizzare gli ita-
liani, prima dell’Italia.
Il Bel Paese produce
poco e maluccio,
è troppo dipendente
dall’estero: si può fare
di più di quel 10%
di produzione interna
rispetto alla domanda.
Si può arrivare al 20%
Il ministro si scontra
con le opposizioni
ambientaliste. Per i Verdi
il piano per l’energia
è solo un esercizio
di archeologia industriale
ed energetica
che guarda al passato
segue dalla prima
Il “nuovo centro”
rottama Casini
(...) Tutto questo significa che la strada del
nuovo centro passa per la rottamazione di
Casini dopo quella di Fini e di Rutelli? La
risposta è scontata. La presa di posizione
degli amici di Montezemolo e di quelli di
Giannino ha un significato evidente. Ma se
la risposta è scontata, l’operazione di rot-
tamazione lo è molto meno. Proprio perché
espressione di una prassi politica e di una
cultura risalente alla prima Repubblica, Ca-
sini non ha alcuna intenzione di lasciarsi
rottamare e si difenderà con con ogni mez-
zo da un’offensiva che non vuole farlo pri-
gioniero. È difficile prevedere quale potrà
essere l’esito di questa novità rappresentata,
non dall’ipotizzato processo di aggregazio-
ne del centro, ma dall’annuncio di una bat-
taglia tra “vecchi” e “nuovi” nell’area cen-
trale. Di sicuro c’è che i primi hanno tutto
da perdere dall’attacco dei secondi, ma que-
sti ultimi difficilmente riusciranno a scalzare
del tutto gli altri. Con conseguente frazio-
namento dell’area centrista e riproposizione
di fatto del sistema bipolare.
ARTURO DIACONALE
Un brusco risveglio
dopo il sogno estivo
(...) dei risparmi di 26 punti percentuali ri-
spetto a dieci anni or sono, e lo stesso red-
dito e lo stesso potere d’acquisto del 2001.
Con comuni ed enti locali che spremono il
contribuente portando le aliquote Irpef fino
ai massimi consentiti dalla legge, le spese
delle famiglie aumentate del 4%, con le
aziende che scappano all’estero, oppure fal-
liscono, e persino la drammatica verità che
è molto meglio correre il rischio di morire
di cancro perché l’acciaieria dove lavori in-
quina, piuttosto che avere la certezza di
morire di fame perché la stessa fabbrica
chiude i battenti per non inquinare mai più.
Credevamo che andare in vacanza fosse già
una spesa troppo grande per il nostro ma-
gro portafogli. Probabilmente ci troveremo
costretti a constatare che l’essere andati in
vacanza dai nostri problemi reali ci costerà
molto più caro.
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L’ambizioso programma energetico di Passera
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Il ministro dello Sviluppo detta la strada per il rilancio italiano: più petrolio made in Italy
L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 17 AGOSTO 2012
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