Pagina 4 - Opinione del 17-8-2012

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II
POLITICA
II
Carceri, quando il ministro
smentisce l’altroministro
di
VALTER VECELLIO
ntervistata a “tutto campo” dal
settimanale
l’Espresso
(«Che sco-
perta, la politica»), il ministro della
Giustizia, Paola Severino, a un cer-
to punto sostiene di avere «molto
a cuore il problema delle carceri e
la drammatica situazione in cui
versano», e alla domanda se pensa
di aver fatto abbastanza, risponde:
«Il possibile, per ora. Quasi due-
mila posti in più con i nuovi padi-
glioni,tremila detenuti in meno con
le sliding doors e altri duemila con
gli arresti domiciliari. Ma conti-
nuerò a lavorare per loro».
Tremila detenuti in meno con
le
sliding doors
e altri duemila con
gli arresti domiciliari, fanno cin-
quemila. Considerando che la po-
polazione carceraria toccava, dete-
nuto più, detenuto meno, circa
68mila unità, se non fosse una que-
stione tremendamente seria e
drammatica, quei cinquemila dete-
nuti in meno farebbero sorridere.
Si potrebbe inoltre eccepire sulla
creazione di quei duemila posti in
più, e basterebbe chiedere a un
qualunque rappresentante sinda-
cale degli agenti penitenziari. Resta
il fatto che sulla carta la capienza
carceraria è di 44mila unità. Si ag-
giungano pure i “nuovi” duemila.
Non si arriva a 50mila: sempre me-
no 18mila. Il “possibile”, signor
ministro?
L’agenzia
Ansa
poi, ha diffuso
alcuni dati che conviene riportare
integralmente: «Nelle carceri ita-
liane ci sono ad oggi 65.758 dete-
nuti, 706 in meno rispetto al Fer-
ragosto dell’anno scorso, quando
erano 66.464». Si badi: sono cifre
ufficiali, comunicate dal Diparti-
mento dell’amministrazione peni-
tenziaria nel corso dei collegamenti
che il ministro dell’Interno, Anna-
maria Cancellieri, ha avuto con le
sale operative dei diversi corpi dello
stato. Qualcuno evidentemente da
i numeri. Qualcuno dovrebbe spie-
gare come mai il ministro della
Giustizia si gloria un calo di cin-
quemila detenuti grazie alle
sliding
doors
e agli arresti domiciliari; e la
collega degli Interni fa sapere che
il fatto «possibile, per ora», si è tra-
dotto in 706 detenuti in meno ri-
spetto all’anno scorso. Ecco dun-
que che il «si è fatto il possibile,
per ora», diventa una vera e pro-
pria presa in giro.
E intanto, Marco Pannella...
Già: Pannella, intervistato per 90
I
secondi dal
Tg2
il giorno di Ferra-
gosto, ha “scritto” un’altra, bella
pagina di comunicazione televisiva:
dopo il lungo, interminabile silen-
zio imbavagliato, il “Babbo Nata-
le” in giallo, i nudi del Flaiano, il
«faccia come il culo» spiattellato
a uno spudorato Dario Franceschi-
ni, ha concluso con le mani giunte
in laica e orientaleggiante preghie-
ra... Cosa vuole mai questo Pan-
nella, cosa dice, cosa farfuglia con-
cetti difficili da comprendere,
quando gli fanno domande se ne
parte per la tangente, ridondante,
ripetitivo, logorroico, faticoso da
seguire... molte volte accade di sen-
tire questi discorsi: obiezioni, fatte
spesso senza astio, da persone che
ti dicono di avere in grande simpa-
tia i radicali, di averli seguiti, ap-
provati, qualche volta (perfino!) vo-
tati... Cosa vuole, dunque, Pannella
che ora accende questa polemica
con il presidente della Repubblica
che – lo dico in modo pedestre –
sostiene sia parte attiva del proces-
so di tradimento della Costituzio-
ne... Sì, certo, la giustizia, le carceri,
tutte cose giuste; ma con tutti i pro-
blemi che ci sono, la crisi, il lavoro
che manca, i giovani che non tro-
vano occupazione...
È una sintesi del banale e del-
l’ovvio che circola sul conto dei ra-
dicali e di Pannella in particolare.
Un catalogo di luoghi comuni ci-
clicamente ripetuti. A conferma di
una antica “maledizione”: Pannella
e i radicali sono “buoni”, “ragio-
nevoli”, “accettabili” sempre “ieri”,
mai “oggi”. Solo che “ieri” si dice-
va esattamente quello che di loro
si dice “oggi”. E sicuramente “do-
mani” si dirà di Pannella e dei ra-
dicali quello che si dice “oggi”, e –
sempre “domani” – si rimpiangerà
quelli che sono “oggi”, dimentican-
do quello che si è detto e scritto. I
radicali “buoni”, insomma, sono
sempre e solo quelli alla memoria...
C’è chi aveva compreso, capito.
Una persona, uno scrittore che ci
ha lasciato, sarebbe stato prezioso
il suo consiglio, il conforto della
sua critica: Leonardo Sciascia.
In un articolo scritto oltre ven-
t’anni fa, Sciascia coglieva perfet-
tamente l’essenza, il nocciolo della
questione radicale: «Marco Pan-
nella», scriveva, «è il solo uomo
politico italiano che costantemente
dimostri di avere il senso del dirit-
to, della legge, della giustizia. Ce
ne saranno altri, ma senza volto e
senza voce, immersi e sommersi in
partiti la cui sensibilità ai problemi
del diritto soltanto si manifesta
quando qualche mandato di cattu-
ra raggiunge uomini del loro ap-
parato: per il resto, se ne stanno in
silenzio; e anzi certi arbìtri dell’am-
ministrazione della giustizia, quan-
do toccano altri, di altri partiti, li
mettono in conto dell’alacre ed
esatto agire dei giudici. Ciò fa parte
della vecchia e fondamentale dop-
piezza della vita italiana: buono e
giusto è quel che facciamo noi o di
cui noi caviamo comunque vantag-
gio; cattivo, ingiusto e da punire è
la stessa, identica azione fatta dagli
altri. Doppiezza che si può far ri-
salire al cattolicesimo controrifor-
mismo e che tirannie, fascismi e an-
tifascismi hanno alimentato e
perfezionato».
Poi la risposta all’ovvio, al ba-
nale che giorno dopo giorno si ro-
vescia su Pannella e i radicali: «Si
fa quello che si può: e per richia-
mare l’attenzione degli italiani su
un così grave e pressante problema,
Pannella è spesso costretto (lui che,
a ben conoscerlo, è uomo di grande
eleganza intellettuale) a iniziative
che appaiono a volte funambole-
sche e grossolane. Ma come si fa a
vincere quella che si può conside-
rare una congenita insensibilità al
diritto degli italiani, se non attra-
verso la provocazione, l’insulto, lo
spettacolo? Si suol dire - immagine
retorica tra le tante che ci affliggo-
no - che l’Italia è la “culla del di-
ritto”, quando evidentemente ne è
la bara...».
Queste cose Sciascia non le ha
potute pubblicare in Italia, perché
non un giornale, tra i tanti che
c’erano e ci sono, volle ospitare
quest’articolo. Queste cose Sciascia
le pubblicò sul quotidiano spagno-
lo
El Pais
. Tutto torna. Sciascia
pubblicava all’estero quello che
pensava di Pannella e dei radicali;
Pannella e i radicali oggi come ieri
non hanno modo di comunicare,
cosicché giustamente ci si può do-
mandare: ma sono impazziti, con
le loro accuse al presidente Napo-
litano? Giorni fa la Rsi ha trasmes-
so un bel film di quella Hollywood
che non c’è più, il film è in bianco
e nero:
Vincitori e vinti
. Parla di un
processo a Norimberga, a dei na-
zisti. Il difensore di quei criminali,
un superbo Maximilian Schell, cer-
ca di convincere il giudice (un al-
trettanto superbo Spencer Tracy) a
non condannarli: hanno obbedito
agli ordini; non bisogna umiliare
la Germania; c’è la guerra fredda
e contro Stalin i tedeschi, anche i
nazisti, possono servire... Il giudice
ascolta, riflette, e dice quella che è
la frase chiave del film: «È tutto lo-
gico. Ma non è giusto». Ecco: in
Italia accadono tante cose logiche;
e il comportamento del presidente
Napolitano è il più logico di tutti.
Ma non è giusto. Pannella, come
quel giudice, dice: «È logico, ma
non è giusto». E come diceva Scia-
scia, con la nonviolenza ci si batte
per il diritto, la legge, la giustizia.
Qualcuno dovrebbe
spiegare come mai
il ministro della Giustizia
Paola Severino
si gloria per un calo
di cinquemila detenuti
con le“sliding doors”
e gli arresti domiciliari,
mentre la sua collega
degli Interni,Annamaria
Cancellieri, fa sapere
che il fatto «possibile,
per ora», si è tradotto
in 706 detenuti in meno
rispetto all’anno scorso.
Ecco dunque
che il «si è fatto
il possibile, per ora»,
diventa una vera
e propria presa in giro.
Intanto, a battersi
per lo stato di diritto,
sono rimasti soltanto
i Radicali di Marco
Pannella. Eppure
tutti continuano a dire
che i Radicali sono
“buoni e ragionevoli”,
ma soltanto quelli
di “ieri”, mai di “oggi”.
E sicuramente“domani”
si dirà di Pannella
quello che si dice“oggi”
L’OPINIONE delle Libertà
VENERDÌ 17 AGOSTO 2012
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