Page 6 - Opinione del 18-10-2012

hi pensava di rivedere un remake del di-
battito di Denver, semplicemente non vi-
ve su questo pianeta. Ripetere quella perfor-
mance sarebbe stato impossibile perché
avrebbe richiesto un Barack Obama per due
sere di fila completamente assente. Non è an-
data così, ovviamente, e il dibattito di ieri
sera a New York ha visto sfidarsi due candi-
dati in discreta forma e che sostanzialmente
si equivalgono in quanto a punti di forza e
di debolezza. Chi vi spiega con dovizia di
particolari che ai punti avrebbe vinto Obama
non vi racconta però che il punto decisivo
non l’ha segnato l’inquilino della Casa Bianca
ma la moderatrice. Romney ha probabilmen-
te sbagliato il timing
dell’uscita ma smentire
un’affermazione vera di
un candidato in diretta tv
è al limite del giornalismo
criminale. Il fact checking
in diretta da parte del mo-
deratore e non dell’avver-
sario è francamente già di
per se una novità imba-
razzante propostaci dal
Team O e dal suo codaz-
zo di adoranti ultras. Se
poi ci aggiungete che il
game changer” della se-
rata è stato una patacca
rifilata al candidato repubblicano davanti a
milioni di elettori indecisi, allora avete la cifra
perfetta del clima che si sta vivendo tra i
mainstream media a stelle e strisce. In ogni
caso, i sondaggi confermano la sensazione
di una vittoria ai punti per il Presidente
uscente, anche se alcuni numeri devono fare
C
riflettere (e sperare) il ticket repubblicano.
Romney ha mancato il colpo da ko. Secondo
il survey Cbs il 65% dei telespettatori ritiene
Romney più credibile sui temi economici,
contro un 34% di intervistati che preferisce
Obama. Stesso esito anche per la Cnn: il
58%
di chi ha visto il dibattito crede che
Romney gestirebbe meglio l’economia e una
percentuale molto simile lo ritiene più affi-
dabile sul fronte del debito pubblico. Tutti
in positivo per il repubblicano anche gli altri
numeri: il 51% preferisce la visione di Rom-
ney sulle tasse (il 44% Obama), il 49% ri-
tiene Romney un leader più forte di Obama
(46%)
e Mitt Romney è avanti addirittura
sullo spinosissimo tema
dell’assistenza sanitaria
(49-46
anche in questo
caso). Sulla gestione del
dibattito, gli strateghi dei
due team avranno molto
da riflettere. Il sondaggio
Cnn premia ancora Rom-
ney: il 49% degli intervi-
stati pensa che Obama
abbia speso larga parte
del tempo a sua disposi-
zione attaccando Romney
e alla domanda su chi sia
stato più diretto e preciso
nelle risposte la spunta, di
poco, il repubblicano (45 a 43). Detto tutto
questo, e detto dell’arbitro che in realtà aveva
la casacca di una delle due squadre: siete an-
cora convinti che Obama sia il grande vin-
citore della serata newyorchese?
SIMONE BRESSAN
Rightnation.it
bama e Romney si sono presentati alla
Hofstra University nello Stato di New
York, ottanta elettori indecisi li aspettavano
in sala per porre loro delle domande e qual-
che decina di milioni di persone davanti ai
teleschermi era in attesa delle risposte. Gli
sfidanti hanno fatto il loro ingresso tra sorrisi
e saluti, si sono stretti la mano e se le sono
suonate per 90 minuti. (...) Se il primo dibat-
tito era stato un duello al fioretto questo è
stato un match di boxe: si sono attaccati, in-
terrotti, in un confronto che a tratti è sem-
brato quasi fisico (...). Romney ha comandato
la partita nella prima metà del dibattito(...).
Inaspettatamente però è andato fuori misura
sul colpo più facile. Nel
momento in cui i riflettori
si sono spostati sulla Libia
devono essere stati in
molti nel campo repubbli-
cano a fregarsi le mani.
Da giorni l’amministra-
zione Obama è all’angolo
sull’argomento, e tra
smentite imbarazzate,
rimpalli di responsabilità
e ammissioni tardive, tut-
to lascia pensare che lo re-
sterà nelle prossime tre
settimane. Quando è stato
chiesto a Obama chi fosse
il colpevole per aver negato maggior prote-
zione all’ambasciata di Bengasi il presidente
non ha nemmeno provato a rispondere alla
domanda, rifugiandosi in una melina di af-
fermazioni generiche sul valore del personale
americano all’estero. Romney aveva la porta
vuota davanti, ma ha spedito il pallone in
O
tribuna perdendosi in un battibecco sul fatto
che Obama avesse o meno usato l’espressione
atto terroristico” nel suo primo discorso
dopo l’attacco. Un battibecco che il presidente
ha accolto a braccia aperte, essendo questo
l’unico aspetto della vicenda su cui sapeva
di poterne uscire incolume senza dover alte-
rare troppo i fatti. Gli è bastato dire «Con-
trolla il testo del mio discorso» per tirarsi
fuori dai guai. Quello scambio ha modificato
la dinamica del dibattito: da lì in poi Obama
è parso più a suo agio e la possibilità di avere
l’ultima parola sulla domanda conclusiva gli
ha permesso di sferrare l’ultimo attacco sul
famoso 47% senza che Romney potesse ri-
spondere, lasciando il
pubblico con l’immagine
del presidente che dà l’ul-
timo gancio prima del
gong di chiusura. E l’ulti-
ma immagine è quella che
resta più impressa. Non
sorprende quindi che en-
trambi gli instant poll
condotti sul dibattito su-
bito dopo lo spegnimento
delle telecamere vedano
gli sfidanti separati da un
distacco prossimo al mar-
gine d’errore (...) ma con
Obama davanti (...): 46 a
39
secondo la Cnn e 37 a 30 per la Cbs. Ma
il rigore sbagliato sulla Libia è stato di quelli
da mettersi mani nei capelli. Romney avrà
modo di rifarsi sull’argomento lunedi pros-
simo, nel terzo e ultimo dibattito della serie,
tutto sulla politica estera.
awhiteavenue.blogspot.com
Romney toppaun rigore
e ilmatchfinisce allapari
Aveva la porta vuota
davanti, ma ha spedito
il pallone in tribuna
perdendosi
in un battibecco sul fatto
che Obama avesse
o no usato l’espressione
«
atto terroristico»
È patta,ma il gol partita
l’ha segnato l’arbitro
Smentire
un’affermazione vera
di un candidato
in diretta tv è al limite
del giornalismo-crimine.
Il fact checking da parte
del moderatore è
una novità imbarazzante
L’OPINIONE delle Libertà
GIOVEDÌ 18 OTTOBRE 2012
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