Page 1 - Opinione del 19-10-2012

Direttore ARTURO DIACONALE
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Venerdì 19 Ottobre 2012
delle Libertà
Rottamazione necessaria e democrazia brutale
a rottamazione è come l’epura-
zione. O è una velleità che ri-
mane sulla carta per oggettive dif-
ficoltà di realizzazione. O è una
valanga che una una volta avviata
non si può o più fermare, visto che
ogni rottamatore rischia di trovare
chi lo vuole rottamare, proprio co-
me l’epuratore trova sempre uno
più puro che pretende di epurarlo.
Velleità o valanga? L’impressio-
ne è che il sasso lanciato da Matteo
Renzi abbia messo in moto un mo-
vimento franoso che inizialmente
sembrava destinato a far crollare
solo una parte del vecchio gruppo
dirigente del Partito democratico
ma che adesso sembra destinato ad
L
estendersi all’intera classe politica
italiana.
È un bene o un male? In realtà
è un fenomeno che in una demo-
crazia corretta a matura dovrebbe
essere fisiologico. Se il nostro siste-
ma politico non fosse rimasto quel-
lo della Prima repubblica del par-
lamentarismo partitocratico e si
fosse modellato su una qualche for-
ma di presidenzialismo, il rinnovo
di classe dirigente sarebbe stato au-
tomatico e naturale. Magari Silvio
Berlusconi sarebbe riuscito a farsi
eleggere alla guida dell’esecutivo
per due mandati di seguito. Ma do-
po sarebbe uscito di scena, costrin-
gendo una larga parte dell’intera
classe politica della maggioranza e
dell’opposizione a fare altrettanto.
Né più, né meno di come capita re-
golarmente in Francia, negli Stati
Uniti e nelle democrazie dove l’al-
ternanza ed il cambiamento vengo-
no favorite (e imposte) dal sistema
presidenziale.
In Italia, invece, il rinnovamento
non previsto dalle norme istituzio-
nali non è affatto fisiologico. Assu-
me sempre e comunque l’aspetto
della forzatura e della rottura trau-
matica. Lo stesso Renzi, che pure
deve al termine la propria fortuna
politica, ha definito la rottamazione
una «frase bieca, truce e volgare»
che, però, rappresenta «l’unica so-
luzione per affermare l’esigenza di
cambiamento radicale necessario al
paese». Da noi, in sostanza, se si
vuole far nascere una nuova classe
politica non si può ricorrere al par-
to naturale ma si deve usare l’inva-
sività chirurgica del parto cesareo.
Il metodo cruento usato per
provocare il cambiamento rappre-
senta contemporaneamente un fre-
no ed un moltiplicatore del feno-
meno. È un freno perché suscita la
reazione di chi nutre una istintiva
ripulsa per la la democrazia brutale.
Ma è un moltiplicatore per chi sco-
pre che rinnovare attraverso la rot-
tamazione consente di scavalcare...
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Se il ricambio generazionale è solo un’illusione
n un paese dominato da molto
tempo da una cultura politica
collettivista l’illusione di poter cam-
biare le cose attraverso un semplice
ricambio generazionale della classe
dirigente viene preso come oro co-
lato da tanti individui. Soprattutto
a sinistra, l’idea renziana della rot-
tamazione rappresenta per molte
persone un paradigma fin dai tempi
delle rivolte studentesche degli anni
sessanta. E proprio per confutare il
salto nel vuoto di una pseudo rige-
nerazione totalmente anagrafica
che, all’indomani del ‘68, Giuseppe
Prezzolini scrisse un magnifico
pamphlet: “Il manifesto dei conser-
vatori”. Ribadendo in sostanza il
I
presupposto orteghiano della co-
noscenza storica quale somma delle
acquisizioni accumulate nel passato,
il fondatore de La Voce sostenne la
necessità di operare ogni cambia-
mento sulla base di una gradualità
che tendesse a preservare le migliori
elaborazioni della società, evitando
-
come si suol dire- di buttare il
bambino con l’acqua sporca.
Ora, per tornare all’attualità po-
litica, si potrebbe dire che l’acqua
sporca del momento, la quale in-
quina da troppo tempo la demo-
crazia italiana, non deriva dalla
scelta intenzionale dei singoli sog-
getti eletti ad ogni livello, bensì essa
scaturisce da un sistema che è gra-
dualmente scivolato verso la deriva
che è oramai sotto gli occhi di tutti.
Un sistema che nessun uomo poli-
tico ha creato a tavolino, complot-
tando contro il popolo, ma che un
po’ tutti hanno contribuito ad ali-
mentare restando ancorati ad una
concezione del consenso elettorale
fondato su una progressiva espan-
sione dell’intervento pubblico, quin-
di della spesa, in ogni ambito della
società. Per questo motivo, da libe-
rale, mi cambierebbe ben poco se
ad esercitare l’attuale, catastrofico
controllo operato dallo stato su ol-
tre metà della ricchezza nazionale
fosse un governo composto dai vec-
chi marpioni dei partiti o da una
genia di rampanti rottamatori. An-
zi, e so con ciò di esprimere un con-
cetto in questo momento piuttosto
impopolare, tra un politico di lungo
corso che, tuttavia, riuscisse a ta-
gliare di un colpo 5 punti di spesa
pubblica ed un immacolato paladi-
no del nuovismo dilagante che pro-
mettesse di gestire in modo più one-
sto l’attuale, insostenibile perimetro
pubblico, non avrei alcun dubbio
a dare il mio appoggio al primo.
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2
di
CLAUDIO ROMITI
L’acqua sporca
che inquina
la democrazia italiana
non deriva dalla scelta
intenzionale dei singoli
soggetti eletti,
ma da un sistema
gradualmente scivolato
verso la deriva, oramai
sotto gli occhi di tutti
di
ARTURO DIACONALE
Renzi rottama D’Alema,
Bindi,Marini.Al tempo
stessoMaroni rottama
Formigoni e la valanga
si estende da sinistra
a destra.Ma perché
dovrebbero evitarla
i Fini e i Casini?
EAntonio Di Pietro,
coetaneo”del Cav
Ora nascono i veltroniani bersaniani
K
«
Le prossime primarie pos-
sono e debbono rappresentare un’oc-
casione per affermare il profilo che -
dal Lingotto - era alla base della na-
scita del Pd. Un profilo coraggioso e
innovatore, capace di sintetizzare, in
un nuovo pensiero democratico, le cul-
ture riformiste del paese. In gioco sarà
la credibilità della proposta del Pd e
del centrosinistra. Non solo per vin-
cere le elezioni. Ma per andare al go-
verno». Ecco l’endorsement politico al
segretario del Partito Democratico nel
documento sottoscritto ieri da 22 vel-
troniani, tra deputati ed esponenti di
spicco del Pd.
«
Con queste posizioni - scrivono - ab-
biamo deciso di sostenere alle prima-
rie la candidatura di Pierluigi Bersani,
di cui abbiamo apprezzato i contenuti
politici e programmatici della relazione
alla recente Assemblea Nazionale del
Pd e che ha il profilo adeguato per gui-
dare l’impegno del Pd per il governo e
il cambiamento dell’Italia».
Ventidue veltroniani per Pier posson
bastare?