Page 7 - Opinione del 20-10-2012

II
CULTURA
II
John Gabriel Borkman:
le gelide tenebre di Ibsen
di
GIUSEPPE TALARICO
ortare in scena il testo di un
grande autore della cultura mo-
derna rappresenta una sfida per un
regista, poiché è necessario che la
rappresentazione scenica sia capace
di dare piena visibilità alla ispira-
zione poetica dei suoi drammi. Il
regista Piero Maccarinelli dello
spettacolo John Gabriel Borkman,
in scena al tetro Eliseo di Roma dal
16
ottobre al 4 novembre, è riusci-
to in questo spettacolo a creare le
atmosfere rarefatte e intrise di una
gelida tenebra, che pervadono tutti
i testi di Henrik Ibsen, il grande
drammaturgo norvegese. Nella pri-
ma parte dello spettacolo, nel sa-
lotto elegante e raffinato di una ca-
sa arredata con il gusto e lo stile
della borghesia intellettuale, dopo
molti anni due donne, oramai at-
tempate ed avviate verso la matu-
rità, si incontrano. Presto si scopre
che si tratta di due sorelle gemelle,
Gunhild Borkman e Ella Renthein.
Hanno una conversazione a tratti
dura e priva di ogni forma di gen-
tilezza, poiché sono separate da
vecchi e mai sopiti risentimenti. In
preda allo sconforto, Gunhild Bor-
kman racconta la catastrofe che si
è abbattuta sulla sua famiglia, do-
po che il marito John Gabriel Bor-
kman, direttore di una banca di af-
fari, è stato arrestato e condannato
per i reati finanziari, di cui si era
reso responsabile. Ella Renthein, la
sorella gemella, dopo lo scandalo,
la vergogna e l’onta del carcere, in
cui è rimasto rinchiuso a scontare
la pena per cinque anni Gabriel
Borkman, ha acquistato con i suoi
capitali l’intero patrimonio, sicchè
sia la sorella che il marito vivono
in una casa di cui è proprietaria.
Gabriel Borkman, come le confessa
la sorella, dopo essere uscito dal
carcere, si è rinchiuso in se stesso,
ha perduto la stima sociale e ha vi-
sto distrutto per sempre il suo pre-
stigio professionale e familiare. Per
questo motivo, John Gabriel Bor-
kman non esce mai di casa, si li-
mita a passeggiare nella sua stanza
in modo frenetico, nella quale cerca
conforto per i suoi dolori inconso-
labili ascoltando la musica, che una
giovane donna suona al pianoforte
per lui. Le due sorelle gemelle, du-
rante la conversazione che hanno
nel salotto della loro casa, evocano
la figura del giovane Erhat Bol-
kman, che secondo i desideri di sua
madre, deve riscattare il nome della
P
sua famiglia, sfregiato e screditato
dalla scandalo in cui il padre è ri-
masto coinvolto. Ben presto emerge
il conflitto che divide le due sorelle,
ognuna della quali vorrebbe avere
l’affetto esclusivo di Erhat Bor-
kman, sia la madre, sia la zia, che
si era occupata di lui nel periodo
in cui il padre era caduto in disgra-
zia. L’apparizione sulla scena di
John Gabriel Borkman, che si tor-
menta quotidianamente ripensando
alle sue responsabilità e ai motivi
per i quali ha perduto tutto ciò che
aveva, è uno dei momenti più in-
tensi e profondi dello spettacolo.
Gabriel Borkman riceve nell’appar-
tamento, nel quale vive da recluso,
un suo amico, Vihel Foldal, impie-
gato ed autore di una tragedia, che
non è mai riuscito a pubblicare. A
Vihel, in un momento di resipiscen-
za, confessa i motivi del disastro fi-
nanziario, di cui si è reso respon-
sabile. Gabriel Borkmna gli
confessa che si era appropriato dei
depositi e dei titoli azionari dei
clienti della sua banca, poiché vo-
leva dare vita ad uno sviluppo eco-
nomico, da cui sarebbero derivati
benefici, benessere e prosperità per
una moltitudine di uomini. Mal-
grado lo scandalo, la vergogna del
carcere, il disonore che ha macchia-
to in modo irrimediabile la sua fa-
miglia, Gabriel Borkman nutre la
speranza che, prima o poi, in base
alle sue competenze finanziarie, gli
amministratori della banca lo do-
vranno richiamare e reintegrare
nelle funzioni che aveva in passato.
In questa parte dello spettacolo,
non solo viene delineata la perso-
nalità fortemente megalomane di
Gabriel Borkman, ma affiora uno
dei temi della drammaturgia di Ib-
sen, la impossibilità dell’uomo di
dominare il destino, poiché ogni
suo progetto e aspirazione gli pro-
curano offese, mortificazioni, umi-
liazioni, e la definitiva condanna
alla solitudine. I sogni coltivati dal-
la mente umana si infrangono ine-
sorabilmente contro la dura e pie-
trificata realtà umana. Quando
Vihel si permette di notare che dif-
ficilmente potrà ritornare a guidare
la banca, John Gabriel Borkman
lo allontana, soprafatto da una in-
contenibile ira, dalla sua stanza,
dove rimane da solo. Nella notte
Gabriel Borkman riceve la visita
inaspettata di Ella Rentheim, la so-
rella gemella di sua moglie. Hanno
un chiarimento privo di infingi-
menti, grazie al quale si apprende
che in gioventù si sono amati. Ga-
briel Borkman ha sposato sua so-
rella ed ha rinunciato ad amarla,
poiché di Ella Rentheim si era in-
vaghito un potente uomo d’affari,
grazie al cui aiuto lui era riuscito
a conquistare i vertici della banca
d’affari. Ella Renthiem, quando ap-
prende questa tragica verità, dispe-
randosi lo rimprovera, acusandolo
di avere ucciso la sua anima e di
avere soffocato il loro amore, pur
di inseguire i suoi sogni di gran-
dezza e di gloria. In questa parte
dello spettacolo emerge il tema del-
la incomunicabilità umana e la dif-
ficoltà a conciliare la purezza dei
sentimenti con i desideri che muo-
vono gli uomini ad agire, per avere
un ruolo di prestigio nella società
umana. Ella, triste e con l’animo
attraversato dal dolore provocato
per il rimpianto di quello che po-
teva essere e non si è avverato, in-
forma Gabriel Borkman che è gra-
vemente malata e che, poiché sta
per morire, vuole lasciare i suoi be-
ni al nipote Erhat, adottandolo e
dandogli il suo cognome. Intorno
al giovane Erhat, che si è innamo-
rato di una donna avvenente Fanni
Wilton, si consuma l’ultimo con-
flitto tra le due sorelle gemelle.
Nessuna di loro riuscirà ad avere
l’affetto esclusivo del giovane Er-
hat, poiché questi deciderà di ab-
bandonare, in compagnia della sua
donna, la casa dei genitori, per re-
carsi all’estero e vivere in serenità
la sua vita di giovane uomo. Dopo
otto anni John Gabriel Borkman
abbandona la sua stanza ed in
compagnia di Ella, la donna amata
in gioventù, si reca nel bosco a pas-
seggiare per contemplare da lonta-
no le trasformazione che la sua cit-
tà ha subito. In questo luogo,
pensando a quanto avrebbe potuto
fare per accrescere la ricchezza del
suo paese, tormentato dai rimorsi
e dai rimpianti, da uomo sconfitto
muore tra le braccia di Ella, ucciso
dalle tenebre gelide che avevano
inaridito il suo animo. Alla fine del-
lo spettacolo, nessuno dei perso-
naggi riesce a realizzare i propri so-
gni e le proprie aspirazioni. Sia la
scenografia, sia gli arredamenti sia
le musiche evocano le atmosfere
nordiche, con grande realismo.
Uno spettacolo notevole e profon-
do ispirato ad un testo di un genio
universale del teatro come Henrik
Ibsen.
Tetro Eliseo, John Gabriel Bor-
kman regia Piero Maccarinelli, con
Massimo Popolizio, Manuela Man-
dracchia, Luicrezia Lante Della
Rovere, Mauro Avogardo, Alex
Cendron, Ilaria Genatiempo, Ca-
milla Diana
Portare in scena
il testo di un grande
autore della cultura
moderna rappresenta
una sfida per un regista,
poiché è necessario
che la rappresentazione
scenica sia capace
di dare piena visibilità
all’ispirazione poetica
dei suoi drammi.
Il regista Piero
Maccarinelli dello
spettacolo John Gabriel
Borkman, in scena
al teatro Eliseo di Roma
dal 16 ottobre
al 4 novembre,
è riuscito in questo
spettacolo a creare
le atmosfere rarefatte
e intrise di una gelida
tenebra, che pervadono
tutti i testi di Ibsen,
il grande drammaturgo
norvegese
L’OPINIONE delle Libertà
SABATO 20 OTTOBRE 2012
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