Direttore ARTURO DIACONALE
Fondato nel 1847 - Anno XVII N.271 - Euro 1,00
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Mercoledì 21 Novembre 2012
delle Libertà
L’austerità e le spese folli per primarie ed elezioni
on va derubricata a semplice
polemica da battaglia per le
primarie quella che vede contrap-
posti Ugo Sposetti, storico ex te-
soriere dei Ds e sostenitore di Pier-
luigi Bersani, ed i più stretti
collaboratori di Matteo Renzi. E
che è incentrata sui soldi spesi dal
sindaco di Firenze nella campagna
per la conquista della candidatura
a premier in contrapposizione con
il segretario del proprio partito.
Sposetti sostiene che la macchina
propagandistica con cui Renzi ha
percorso mezza Italia e che ha
prodotto la manifestazione con-
clusiva alla Leopolda sia costata
una cifra ben superiore a quella
N
dei 200mila euro che è il tetto di
spesa dei candidati indicato dalle
regole delle primarie. L’ex tesorie-
re Ds ha fornito una serie di dati
e di cifre ed ha concluso che i
conti di Renzi sono molto più alti
di quelli dichiarati ufficialmente.
I renziani, ovviamente, hanno ne-
gato le affermazioni di Sposetti e
lo stesso Renzi ha ribadito che
tutte le cifre sono state ufficializ-
zate sul sito ufficiale della propria
campagna e provengono dalla li-
bera sottoscrizione dei propri so-
stenitori.
Stabilire chi abbia ragione e chi
torto non è una impresa difficile.
È del tutto inutile. Perché mai co-
me nella campagne elettorali (e le
primarie sono una campagna elet-
torale) la matematica è una opi-
nione. Che cambia e si modifica a
seconda di chi fornisce cifre e giu-
stificazioni.
Più interessante, piuttosto, è ri-
flettere sul fatto che le primarie,
proprio perché costituiscono una
campagna elettorale anticipata,
comportano comunque un costo.
Che forse potrà essere contenuto
ma che è sempre e comunque ele-
vato. E che da qualcuno va soste-
nuto. Un qualcuno che non è lo
stato, visto che i rimborsi elettorali
non sono ancora previsti per le
primarie ma solo per le elezioni
tradizionali. Chi paga, allora?
I sostenitori a colpi di piccole
sottoscrizioni che nel caso di Ren-
zi hanno raggiunto una cifra si-
curamente ragguardevole (oltre i
centomila euro) ma di di sicuro
nettamente inferiore a quella ne-
cessaria per pagare tutte le spese?
Oppure i fondi del partito, come
potrebbe essere nel caso di Pier-
luigi Bersani, con evidente dispa-
rità di condizioni tra il segretario
ed i suoi sfidanti?
La questione non è di poco
conto. Perché i costi delle primarie
sono solo l’antipasto. Il piatto for-
te viene con le elezioni tradizionali.
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Le solite ricette dei soliti “neo-democristiani”
ra inevitabile che in un simile
frangente, all’interno di una
transizione politica dai risvolti
oscuri ed imprevedibili, spuntas-
sero come funghi le più variegate
formule e ricette per uscire dalla
crisi, con l’intento di rinvigorire
una democrazia chiaramente boc-
cheggiante. Ovviamente dopo
l’uscita romana di Montezemolo,
tesa a promuovere una sorta di ri-
fondazione democristiana intorno
alla figura carismatica di Mario
Monti, si fa un gran parlare di
una sorta di reinvestitura popolare
dell’attuale governo tecnico, pur
senza un coinvolgimento elettorale
diretto del bocconiano. E se l’ope-
E
razione dovesse andare a buon
fine, portata avanti da un com-
posito fritto misto di partitini,
movimenti ed associazioni appar-
tenenti all’area cattolica e mode-
rata, si tratterebbe comunque
dell’ennesima anomalia di un si-
stema che proprio non riesce a
percorrere la strada maestra per
risolvere le grandi questioni na-
zionali. Questioni nazionali che,
occorre ripeterlo con forza, fino
ad ora nessuno è stato sostanzial-
mente in grado neppure di scalfi-
re. A cominciare da quel “mo-
loch” statale che continua,
professori o meno, a divorare im-
mense risorse, distruggendo ogni
speranza di ripresa. E così, mentre
si discute di progressisti e mode-
rati e di molti altri temi di lana
caprina, non c’è un indicatore
economico e finanziario che ci in-
duca a nutrire un pur lieve otti-
mismo, anzi. Mentre sulle piazze
e nei pollai televisivi ci si affanna
a seppellire la “vecchia” classe
politica, ripetendo la prassi ance-
strale del capro espiatorio quale
rito purificatore, sembra interes-
sare a ben pochi neo-professioni-
sti del bene comune l’aumento
vertiginoso del solo debito statale,
cresciuto di ben 90 miliardi nei
primi 10 mesi del 2012. Un dato
raccapricciante che, a occhio,
contrasta decisamente col deficit
di bilancio previsto per l’anno in
corso. Un dato raccapricciante
che alcuni dei “nuovi” soggetti
pronti a scendere in campo sem-
brano assolutamente trascurare.
A tale proposito, tornando all’ini-
ziativa promossa da Italia Futura,
uno dei suoi più autorevoli soste-
nitori, il presidente delle Acli, An-
drea Olieviero, ha dichiarato nel
corso del talk mattutino...
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2
di
CLAUDIO ROMITI
Se dovesse andare
a buon fine l’operazione
del Monti-bis, portata
avanti da un composito
fritto misto di partitini,
si tratterebbe comunque
dell’ennesima anomalia
di un sistema incapace
di risolvere le grandi
questioni nazionali
di
ARTURO DIACONALE
In un paese afflitto
da una crisi economica
spaventosa, con aziende
che chiudono i battenti
e disoccupati in crescita,
circola un fiume
di denaro che tra
qualche mese
è destinato a diventare
un vero tsunami
Metà pensioni sotto i mille euro
K
Oltre metà dei pensionati ha
una pensione al di sotto dei mille euro
al mese. Le cifre, impietose, sono ri-
portate nel nel bilancio sociale Inps. Si
tratta di 7,2 milioni di pensionati. Tra i
pensionati, il 17% può addirittura con-
tare su un reddito inferiore ai 500 euro
mensili. L’Inps segnala che il reddito
pensionistico medio lordo nel 2011
erogato dagli enti previdenziali è stato
di 1.131 euro (1.366 euro per gli uo-
mini, 930 per le donne). Ma c’e grande
differenza a livello territoriale: 1.238 al
Nord, 1.193 al Centro, 920 al Sud. Ri-
spetto all’anno precedente, sono au-
mentate sia le pensioni di vecchiaia
che quelle di anzianitá, mentre dimi-
nuiscono leggermente le prestazioni
di invaliditá previdenziale. Intanto, cala
inesorabilmente il potere d’acquisto
delle famiglie, sceso tra il 2008 e il
2011
del 3,8%.
Intanto, il direttore dell’ Agenzia delle
Entrate, Attilio Befera, non trova niente
di meglio da fare che terrorizzare le fa-
miglie a «reddito zero» che stanno
dando fondo ai risparmi di una vita. E
ci regala il “redditest”.