Direttore ARTURO DIACONALE
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Giovedì 22 Novembre 2012
delle Libertà
Val d’Aosta, referendume fuga dalle responsabilità
n Val d’Aosta la maggioranza
dei cittadini non vuole il piro-
gassificatore. Cioè l’impianto che
dovrebbe eseguire il trattamento
a caldo dei rifiuti prodotti nella
regione. Un referendum proposi-
tivo ha bocciato con una sorta di
plebiscito negativo la decisione
presa dal Consiglio regionale con
un voto quasi unanime (trenta
voti a favore e cinque astenuti su
35
consiglieri) di puntare a risol-
vere il problema dei rifiuti adot-
tando il pirogassificatore. Beppe
Grillo, che ha condotto in prima
persona la battaglia contro l’im-
pianto di trattamento dei rifiuti
valdostani, ha legittimamente ri-
I
vendicato al Movimento cinque
stelle la clamorosa vittoria. E tutti
gli osservatori hanno giudicato la
vicenda come una significativa
anticipazione di quanto avverrà
alle prossime elezioni politiche.
Cioè come una prova generale del
grande successo che arriderà al
movimento del comico genovese
(
ma si può ancora definire comi-
co un personaggio che si accinge
a guidare la seconda o terza forza
politica del paese?). Il referendum
valdostano, però, non può essere
giudicato solo come una antici-
pazione del prossimo risultato
delle politiche di primavera. Per-
ché gli abitanti della Val d’Aosta
saranno pure stati convinti a vo-
tare contro la decisione del Con-
siglio dall’eloquenza di Grillo, ma
non si sono espressi a favore di
una persona o di un partito. Han-
no espresso con una valanga di
schede la propria decisione di re-
spingere in maniera netta e defi-
nitiva una possibile soluzione da
dare al problema dei rifiuti della
regione. Non hanno indicato al-
cuna soluzione alternativa al pi-
rogassificatore. Perché il referen-
dum, pur essendo propositivo,
non proponeva nulla di tutto
questo. Ma anche se ci fossero
state proposte di soluzione diver-
sa non le avrebbero comunque
votate. Perché al fondo della loro
scelta c’è stato il rifiuto stesso di
un problema, quello dello smal-
timento dei rifiuti, che viene con-
cepito come un male da elimina-
re in quanto frutto della
perversione della società dei con-
sumi. Qualcuno ha visto nell’esi-
to del referendum valdostano il
vero volto dell’antipolitica. Cioè
il rifiuto della razionalità che im-
pone alla politica di affrontare e
risolvere i problemi della società
ed il trionfo dell’irrazionalità che
nega l’esistenza dei problemi pur
di negare alla politica l’obbligo
di risolverli.
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2
La guerra di Befera sempre più psico-ideologica
ella migliore delle ipotesi il
redditest” è inutile, quindi
uno spreco di soldi pubblici.
«
Non cerchiamo la piccola eva-
sione o l’errore materiale», rassi-
cura il direttore dell’Agenzia delle
Entrate, Attilio Befera. Dunque,
il software non è rivolto ai con-
tribuenti onesti, i quali possono
incappare al massimo in qualche
errore di dichiarazione. «Non de-
ve terrorizzare chi già paga le tas-
se – spiega – ma dovrebbe essere
usato da chi evade». Ma cosa se
ne fa chi evade consapevolmente
e sistematicamente, e quindi sa
già che le sue spese non sono in
linea con il reddito dichiarato? Al
N
massimo lo utilizzerà per carpire
criteri e misure usati dal fisco per
circoscrivere l’area della sospetta
evasione, al fine di affinare le
proprie tecniche evasive, o anche
solo verificare fino a che soglia
può spendere il reddito evaso sen-
za correre il rischio di insospettire
troppo. Insomma, un software
che paradossalmente rischia di
aiutare l’evasore, piuttosto che
indurlo all’adempimento sponta-
neo. Il contribuente onesto, inve-
ce, che riscontrasse una “non coe-
renza” tra le proprie spese e il
reddito dichiarato ne ricaverebbe
solo ansia e allarme. Non sarebbe
portato a dichiarare reddito che
non ha percepito, ma potrebbe
essere indotto a moderare in ogni
caso le sue spese per non rischiare
di finire tra i “sospetti”. Ma il
redditest è solo l’antipasto del
redditometro, al via dal gennaio
prossimo. L’Agenzia delle Entrate
potrà calcolare il reddito che le
famiglie dovrebbero dichiarare
alla luce delle spese sostenute, in-
vertendo sul contribuente l’onere
di provare che la spesa eccedente
non è il frutto di reddito non di-
chiarato. L’accertamento scatta
quando lo scostamento supera la
soglia di tolleranza del 20%, an-
che se «nella prima fase saremo
molto cauti», assicura Befera. In-
tendiamoci: giusto concentrarsi
non solo là dove il reddito viene
prodotto, ma anche sulle spese
incoerenti con il reddito dichia-
rato, per verificare che non siano
frutto di evasione. Ma “assolu-
tizzare” su una platea di 25 mi-
lioni di famiglie il concetto che
le spese debbano corrispondere
al reddito dichiarato per non de-
stare sospetti è puro delirio di
onnipotenza statalista.
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2
di
FEDERICO PUNZI
ll software del redditest
non è nient’altro
che un primo antipasto
del redditometro.
L’Agenzia delle Entrate
potrà calcolare
il reddito che le famiglie
dovrebbero dichiarare
alla luce delle spese.
Un delirio d’onnipotenza
di
ARTURO DIACONALE
Nessuno, tantomeno
Beppe Grillo, spiega
ai valdostani
che il loro rifiuto
di modernità
e la loro fuga
dalle responsabilità
si scarica sulle spalle
di tutti gli italiani.
E dunque su loro stessi
Pdl,primarie inbilico.Oggi si decide
K
Una giornata intera di tira e
molla a Palazzo Grazioli. Con Angelino
Alfano a perorare la causa delle prima-
rie e a dimostrare a tutti di aver abba-
stanza “quid” per non arretrare davanti
alle obbiezioni di Silvio Berlusconi. Al
Cavaliere le primarie non vanno proprio
giù, ma per il segretario del Pdl ora di-
venta una questione di principio e per
questo ha intenzione di lottare fino alla
fine. Per ora il massimo che si riesce a
fare è prendere tempo. Alla fine della
giornata, infatti, Alfano dirama un co-
municato nel quale afferma che le pri-
marie così come erano state pensate
non si possono fare e convoca per oggi
la riunione per stabilire le nuove regole.
«
Alla luce del fatto nuovo rappresen-
tato dalla possibilità delle elezioni anti-
cipate e accorpate - spiega Alfano - il
calendario delle elezioni primarie, ini-
zialmente deciso dall’Ufficio di Presi-
denza del partito diviene impraticabile.
Su tutto questo, ho convocato per do-
mani i coordinatori regionali e provin-
ciali del partito, per un confronto sulle
questioni organizzative e sulla data di
svolgimento delle primarie».