II
SOCIETÀ
II
Condanna e fuga,Corona diventa unoqualunque
di
CLAUDIO BELLUMORI
aspetto fisico non l’ha mai
trascurato. E proprio da una
palestra, dove si forgiano i mu-
scoli, ha fatto perdere le proprie
tracce. Fabrizio Corona, il temuto
paparazzo, è passato dall’altra
parte dell’obiettivo. Condannato
a cinque anni per estorsione ag-
gravata ai danni di David Treze-
guet, ex attaccante della Juventus
e della nazionale francese, Coro-
na si è dileguato poco prima del
pronunciamento della sentenza.
Gli agenti della polizia di Milano
lo stavano seguendo e il fotogra-
fo, con una mossa alla Houdini,
si è dato alla fuga. Su di lui è
scattato un mandato di cattura
internazionale e il 38enne, di col-
po, è passato dalle stelle alle stal-
le. Chissà, forse dal suo rifugio
l’ex puledro della scuderia di Lele
Mora starà osservando con am-
mirazione l’attenzione mediatica
che si è riversata su di lui, un gio-
vanotto capace di eludere le forze
dell’ordine e al tempo stesso di
entrare a pieno titolo nel novero
dei latitanti. Dal suo cellulare ha
risposto un altro, che ha glissato
«
non può parlare». Di certo è che
Fabrizio Corona, un uomo che
non ha mai conosciuto di persona
l’accezione di “scrupolo”, è di-
ventato uno qualunque: invece di
rispondere a muso duro all’esito
della giustizia, il ragazzo nato a
Catania ha provvisoriamente la-
sciato la ribalta del palcoscenico,
come un amante furtivo che vuol
evitare la furia di un marito ap-
pena cornificato dalla propria
moglie.
Corona, che non è di primo
pelo, ha già conosciuto il sapore
e il profumo del carcere. Nell’am-
bito dell’inchiesta “Vallettopoli”,
il 13 marzo 2007 è stato arrestato
con l’accusa di associazione a de-
linquere finalizzata all’estorsione.
Settantasette (nella smorfia napo-
letana il numero indica le gambe
delle donne, guarda un pò ndr)
giorni suddivisi fra la casa cir-
condariale di Potenza e quella
milanese di San Vittore a Milano.
Il 29 maggio 2007 gli sono stati
concessi gli arresti domiciliari.
Prendendo le sembianze di un Sil-
vio Pellico de noantri, ha preso
spunto per scrivere un libro “La
mia prigione” e lanciare una can-
zone “Corona non perdona”. In
fondo business is business.
Nel suo curriculum il Fabrizio
tricolore” ha tracciato una pa-
rabola figlia di un vita senza freni
inibitori. Il 29 febbraio 2008 è
stato rinviato a giudizio, il 27 ot-
tobre 2009 il pm di Milano
Frank Di Maio ha chiesto una
condanna a sette anni e due mesi
di reclusione per Corona, accusa-
to di estorsione e tentata estor-
sione per presunti fotoricatti ai
danni di un gruppo di vip, tra cui
Lapo Elkann e Adriano. Nello
stesso anno, ma il 10 dicembre,
Corona ha ricevuto una condan-
na a tre anni e otto mesi di reclu-
sione dalla quinta sezione penale
del tribunale di Milano. I giudici
hanno anche condannato il suo
collaboratore Marco Bonato a 2
anni e 4 mesi di reclusione. In ap-
pello, il 2 dicembre 2010, la con-
danna è stata ridotta a un anno
e 5 mesi per tentata estorsione ai
L’
danni dei calciatori Francesco Co-
co e Adriano. Nel 2011, peraltro,
la Corte di Cassazione ha ribadi-
to la condanna in appello a un
anno e cinque mesi, la sentenza
diventa quindi definitiva. In que-
sta braccio di ferro con la legge,
non va dimenticato che il 12 mar-
zo 2010 è stato condannato a tre
anni e quattro mesi di reclusione
in primo grado dal tribunale di
Torino per aver ricattato il calcia-
tore della Juventus David Treze-
guet. Il pm aveva richiesto una
condanna di tre anni e sette mesi.
Il 16 gennaio 2012 la Corte d’ap-
pello di Torino condanna Fabrizio
Corona a 5 anni di reclusione per
i presunti ricatti all’ex-calciatore
bianconero, maggiorando così la
pena inflitta in primo grado. Fatti
i conti della serva, ammontano a
sette anni, dieci mesi e diciassette
giorni il cumulo delle pene che
Fabrizio Corona ha l’obbligo di
scontare in carcere. Infatti i cin-
que anni della Cassazione si sono
aggiunti a ulteriori pene per altre
condanne definitive. Per queste al
paparazzo era stato concesso l’af-
fidamento in prova, che si è pra-
ticamente polverizzato dopo la
fuga. Il resto è storia dei giorni
nostri.
In una società perennemente
incollata sui social network, non
potevano mancare gli attestati di
stima che gli utenti di Facebook
hanno lasciato sulla official page
di Corona.
«
Quando la tempesta sarà fi-
nita, probabilmente non saprai
neanche tu come hai fatto ad at-
traversarla e a uscirne vivo. Anzi,
non sarai neanche sicuro se sia fi-
nita per davvero. Ma su un punto
non c’è dubbio. Ed è che tu, usci-
to da quel vento, non sarai lo
stesso che vi è entrato» è l’ultimo
post lasciato in bacheca - datato
20
gennaio - che ha sfondato in
poche ore il muro dei 10mila “mi
piace” mentre sulla home page
del proprio sito (dove il fotografo
è ritratto su una moto, guarda ca-
so) campeggia da diverse ore il
messaggio “cooming soon”, cioè
«
arrivo presto».
Tra gli appelli che in questi
giorni hanno fatto a spallate, so-
no comparsi quelli di Lele Mora
Consegnati alla polizia») e - sul
Corriere della Sera - della fami-
glia («Fabrizio siamo affranti.
Con la poca lucidità di cui dispo-
niamo in un momento così dram-
matico, ovunque tu sia, ti chiedia-
mo di tornare al più presto e di
consegnarti alla giustizia»).
Tra fango e realtà l’ex marito
di Nina Moric, protagonista an-
che di una focosa love story con
Belen Rodriguez, ha tolto la ma-
schera del duro. I posteri ci po-
tranno dire se quella di Corona
si rivelerà una fuga d’altri tempi
o meno. Per adesso la questione
di fondo è che il fotografo ha ri-
posto nel cassetto il veleno e ha
assunto, per necessità, l’abito del
pulcino impaurito. In attesa che
faccia «pio» non resta che racco-
gliere per terra i cocci di un per-
sonaggio considerato un mito e
ogni qualvolta capace di colpi di
scena ma che, alla fine, si è dimo-
strato per quello che è. Vale a dire
uno normale, che fa pure rima
con banale. E questo non è uno
scoop. Strana la vita.
Con il suo obiettivo
ha creato il panico
nel mondo dei vip,
ma inchiodato
dalla giustizia
ha preferito scappare
togliendosi l’abito
dell’uomo di pietra.
Il paparazzo,
diventato nel tempo
un’icona dei giovani
che mirano
al successo
e al patinato jet-set,
è scappato
dopo la sentenza
della Cassazione
che ha confermato
la condanna
a cinque anni
di carcere
per estorsione
ai danni
dell’ex juventino
DavidTrezeguet.
Il muscoloso 38enne
ex marito
di NinaMoric
e protagonista
di una focosa
love story
con Belen Rodriguez
si è ritrovato
dalle stelle alle stalle
lasciando di colpo
l’atteggiamento
irriverente e sprezzante
che l’hanno reso
un beniamino
dell’italiano medio
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 23 GENNAIO 2013
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