Pagina 2 - Opinione del 23-8-2012

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iceva Karl Marx che la storia
si ripete sempre due volte: la
prima sotto forma di tragedia, la
seconda sotto forma di farsa. Pro-
babilmente, se il padre del sociali-
smo avesse conosciuto come fun-
ziona la giustizia sportiva italiana,
si sarebbe dovuto ricredere: qui
quando la storia si ripete è sempre
e solo come farsa.
Emblematico, in questo senso,
il caso dell’allenatore juventino An-
tonio Conte, condannato in primo
grado a 10 mesi di squalifica per
omessa denuncia di presunte com-
bine nei match Novara-Siena e Al-
binoleffe-Siena, quando ancora
Conte allenava i bianconeri toscani.
Il tutto sulla base esclusiva di ac-
cuse mosse dall’ex calciatore e se-
dicente “pentito” Filippo Carobbio.
Accuse, tra l’altro, mai verificate
dai fatti, prive di un qualsivoglia
appiglio probatorio, e per giunta
sempre smentite da tutti gli altri
giocatori senesi che avevano sempre
sollevato Mr. Conte da qualsiasi re-
sponsabilità. Ciononostante, per la
giustizia sportiva italiana, che fun-
ziona un po’ come i vecchi tribunali
della Santa Inquisizione, l’onere del-
la prova ricade sull’accusato, e non
sull’accusatore. Basta che qualcuno
punti il dito, insomma, per finire in
guai molto seri. Così, secondo i giu-
dici di primo grado, l’allenatore ju-
ventino, con il suo piglio così diri-
gista e autoritario, «non poteva non
sapere» quello che si stava traman-
do negli spogliatoi. E tanto era ba-
stato per spiccare una sentenza di
condanna.
Ma questo, della farsa, è stato
soltanto il primo atto. Il secondo si
è registrato ieri, con la lettura della
sentenza d’appello: «La Corte di
Giustizia Federale presieduta da
Gerardo Mastrandrea ha accolto 5
ricorsi di club e tesserati, in alcuni
casi parzialmente, contro le senten-
D
ze di primo grado emesse dalla
Commissione Disciplinare Nazio-
nale in relazione ai filoni del calcio
scommesse relativi alle inchieste
condotte dalle Procure di Bari e
Cremona. Per effetto delle decisioni
(...) è stata parzialmente riformata
la decisione su Antonio Conte, pro-
sciolto per la gara Novara-Siena,
ma squalificato per 10 mesi in re-
lazione ad Albinoleffe-Siena con
una rideterminazione della sanzione
rispetto alla decisione della Com-
missione Disciplinare». In poche
parole, pur dimezzando l’impianto
accusatorio a carico di Conte ri-
spetto al primo grado, ne ha man-
tenuto il peso della sanzione finale.
Raddoppiando, di fatto, la pena per
l’unico dei due illeciti contestati ri-
masto in piedi.
Mister Conte se ne faccia una
ragione: la giustizia sportiva in Ita-
lia non esiste. Inutile dunque strap-
parsi i capelli riconquistati con così
tanta fatica. Se però esiste una giu-
stizia divina, o per lo meno un de-
stino beffardo a sufficienza da ren-
dere la pariglia alla beffa di una
sentenza delirante, potrà tornare a
sedere sulla panchina della sua Ju-
ventus giusto in tempo per dispu-
tarsi la finale di Champions League.
LUCA PAUTASSO
di
ROSAMARIA GUNNELLA
due mesi dalle elezioni regio-
nali in Sicilia il centrodestra si
ricompatta intorno al nome di Nel-
lo Musumeci. Dopo il sì del Pdl,
l’ex sottosegretario di stato del go-
verno Berlusconi, già presidente
della provincia di Catania e leader
de La Destra nell’Isola, sarà il can-
didato alla presidenza della Regio-
ne, con il sostegno anche di Grande
Sud, Partito dei siciliani (questo il
nuovo nome dell’Mpa di Raffaele
Lombardo), il Pid di Saverio Ro-
mano e Mps di Riccardo Savona.
Una grande alleanza di centrode-
stra che sulla carta ha i numeri per
vincere sull’anomala coalizione di
centrosinistra (Pd ed Udc) che so-
stiene l’ex sindaco di Gela ed eu-
roparlamentare Pd, Rosario Cro-
cetta. Dopo avere incassato
l’appoggio di tutto il centrodestra,
compresi gli autonomisti di Lom-
bardo, Musumeci avrà il non facile
compito di riunire intorno allo stes-
so tavolo le forze che lo sostengo-
no, superando i contrasti, spesso
molto aspri, degli ultimi mesi. Se
da una parte il centrodestra ha ri-
trovato una sua unità nel conver-
gere su Musumeci, acque agitate ci
sono in casa del Nuovo Polo che,
al momento, non si presenta com-
patto a fianco del leader del partito
di Storace. Carmelo Briguglio, in-
fatti, coordinatore regionale di Fu-
turo e Libertà dice «stop alle illa-
zioni» e precisa che «decisioni finali
di Fli sulle Regionali saranno as-
sunte presto da tutta la classe diri-
gente collegialmente e alla luce del
sole». La candidatura di Nello Mu-
sumeci, lanciata da Gianfranco
Miccichè dopo il suo passo indietro
per la corsa alla poltrona di Palazzo
d’Orleans, è stata accolta positiva-
mente da molti esponenti regionali
e nazionali del Pdl. «Occorre co-
A
struire uno schieramento alterna-
tivo a queste sinistre - ha affermato
il segretario del Pdl Angelino Alfa-
no - prive di progetto di governo e
di idee sullo sviluppo di questa ter-
ra straordinaria. Se questa è la sfi-
da, seria e concreta, noi ci stiamo».
La scelta del Pdl di convergere su
Musumeci e quindi di ricompattare
il centrodestra, mettendo da parte
le polemiche e gli scontri degli ul-
timi due anni, è stata di grande re-
sponsabilità. Soprattutto per quan-
to riguarda il rapporto con il
movimento autonomista di Lom-
bardo, ostacolato fino ad ora dal-
l’ala catanese del partito che fa ri-
ferimento al senatore Giuseppe
Firrarello e a Giuseppe Castiglione,
co-coordinatore regionale del par-
tito di Berlusconi in Sicilia. «La sto-
ria di questi anni non può essere
cancellata. Il giudizio sul governo
regionale che si sta chiudendo - ha
dichiarato Castiglione - è sempre
negativo. Adesso, però, apriamo
una nuova stagione politica che
crediamo sia possibile realizzare
grazie all’autorevolezza di una per-
sona come Nello Musumeci. Da
questo momento – ha concluso –
lavoreremo tutti fianco a fianco e
da qui si valuterà l’amore per la Si-
cilia e la capacità di affrontare e ri-
solvere i problemi dell’Isola». Un
giudizio positivo sulla candidatura
dell’ex sottosegretario arriva anche
dal capogruppo del Pdl alla Came-
ra Fabrizio Cicchitto, secondo il
quale «Musumeci ci sembra un
candidato assai serio e in grado di
unificare tutto il centrodestra». La
non facile gestazione della candi-
datura del presidente della Regione,
la cui importanza e valenza politica
nazionale non era stata sottovalu-
tata a Roma da Berlusconi, si è ri-
solta con Musumeci. L’importanza
della soluzione politica, che ha tro-
vato nel senatore Giovanni Pistorio,
coordinatore del partito di Lom-
bardo (insieme a Miccichè i veri
protagonisti di questa soluzione),
un sostenitore e un interprete non
isolato, non sta soltanto nell’indi-
cazione del candidato ma nella pro-
spettiva nazionale che questa alle-
anza siciliana sia determinante nello
scontro centrodestra-centrosinistra
del 2013. Lo sfarinamento della si-
nistra con due candidati, Crocetta
e Fava, mentre un terzo potrebbe
essere messo in pista dall’Idv di Or-
lando che reclama un esponente
della società civile, l’isolamento
dell’Udc di Casini e D’Alia, inca-
strata nell’alleanza con il Pd, la dif-
ficoltà di Fli che, per evitare frat-
ture al suo interno, potrebbe
affiancarsi a Musumeci, fanno ri-
tenere che in Sicilia si sta costituen-
do la base per una nuova maggio-
ranza nazionale di centrodestra. In
attesa che si definisca con chiarezza
la posizione di Fli che oscilla tra la
candidatura solitaria di Granata, il
sostegno di Crocetta o il ritorno al-
la “casa madre”. La ricomposizione
di un raggruppamento politico
omogeneo darà non solo un deter-
minante apporto alla soluzione po-
litica in Sicilia ma proporrà a li-
vello nazionale un modello per
uscire da equivoci ed incertezze.
II
POLITICA
II
La Corte dimezza
le accuse ma raddoppia
la condanna
all’allenatore juventino:
non fu colpevole
per Novara-Siena,
ma i 10 i mesi di stop
dalla panchina restano
segue dalla prima
VotaAntonio!
(...) la possibilità che le Brigate Rosse faces-
sero parte dell’album di famiglia e parlavano
di «sedicenti Br» sicuramente composte da
fascisti mascherati e da uomini dei servizi de-
viati. Dopo l’assassinio di Rossa, il Pci e la
macchina culturale ed informativa della si-
nistra scoprirono l’esistenza del “nemico a
sinistra” da contrastare, in nome di uno stato
che fino a quel momento il Pci dichiarava di
voler abbattere, con tutti i mezzi possibili ed
immaginabili giustificati dall’emergenza.
Il caso Napolitano ha prodotto la stessa me-
tamorfosi provocata dal caso Rossa. E non
è stato affatto casuale che a lanciare l’offen-
siva di criminalizzazione politica contro il
partito dei giudizi sia stato quel Luciano Vio-
lante che costruì e guidò a suo tempo il par-
tito dei giudici di allora contro le Br, la mafia
e tutti i nemici politici della sinistra degli ul-
timi trent’anni. Ma la coazione a ripetere se-
condo un riflesso pavloviano di stalinista me-
moria non può essere accettata. E non perché
i magistrati militanti e corporativi non ab-
biano bisogno di essere rimessi in riga. Ma
perché l’esperienza ha insegnato che questi
metodi da vecchio Pci producono effetti de-
vastanti sul sistema democratico. A partire
da quell’anomalia del partito dei giudici che
dopo le difese e gli incensamenti del passato
oggi si vuole massacrare e distruggere. In una
democrazia liberale non si deve massacrare
e distruggere nessuno, neppure il peggior ne-
mico. Perché la democrazia perde la qualifica
liberale e diventa autoritaria. Per salvare la
democrazia e correggere l’anomalia, quindi,
non c’è altra strada che sfidare i vari Ingroia
a partecipare in prima persona alle elezioni.
Senza i poteri incontrollabili della toga ma
solo con la forza delle idee e con l’umiltà di
andare in giro per l’Italia a ripetere: «Vota
Antonio, vota Antonio!».
ARTURO DIACONALE
Povera Sardegna
(...) Sulle bollette dell’acqua di Abbanoa, la
concessionaria che funesta da qualche anno
l’isola più bella ma anche meno servita di in-
frastrutture d’Italia, ci sarebbe da scrivere un
articolo a parte: tra inchieste, lamentele, con-
tenziosi con pubblici e privati è diventata la
leggenda negativa dell’isola. Gente che ha la
seconda casa in Sardegna e la tiene chiusa
dieci mesi l’anno si vede mandare bollette
anche da mille euro per le stagioni morte.
Inutili le richieste di letture perchè loro di-
cono “di non avere letturisti”. Tutto viene
fatto a calcolo presunto, con parametri molto
vicini agli interessi dell’azienda. Ma si sente
anche dire che presto saranno i magistrati
dell’isola a fare finire, forse “a schifio”, questo
scandalo e queste ingiustizie. In questo pa-
norama cche sta provocando seri danni al-
l’economia dell’isola, con deprezzamenti im-
mobiliari intorno al 30% del valore di
mercato, non poteva mancare un tocco di
grottesco. Quello dell’ “islamically correct”
della compagnia aerea, la “Meridiana”, as-
surta nei giorni scorsi alle cronache per il
quasi licenziamento di due hostess che hanno
osato «ridere e comportarsi in maniera alle-
gra» su un autobus che le riportava all’areo-
porto di Gedda dal quale poi sarebbero de-
collate per Cagliari. I sindacati dei lavoratori
del volo, di solito più che tempestivi, stavolta
si sono defilati. Guai a essere scambiati per
islamofobi. Adesso quelle allegre donnine
delle hostess sarde sono avvertite: anche se
assunte in Italia, sull’aereo che le porta in
Arabia Saudita vige la shar’ia. E la prossima
volta proveranno anche le bastonate. Quelle
che il fondamentalismo wahabita promette
alle donne che si ribellano al maschio padro-
ne. Con buona pace delle femministe nostra-
ne, sempre distratte quando c’è da difendere
una donna da un maschio mussulmano.
DIMITRI BUFFA
Regionali in Sicilia: la destra
si stringe intorno aMusumeci
Giustizia: a Conte
il danno e la beffa
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GIOVEDÌ 23 AGOSTO 2012
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