Direttore ARTURO DIACONALE
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Venerdì 23 Novembre 2012
delle Libertà
Europeismo, alibi delle sistemazioni personali
il caso di incominciare a par-
lare di europeismo. E di distin-
guere tra quello irresponsabile e
quello responsabile. A rendere ne-
cessaria la discussione e la distin-
zione c’è lo spettacolo inquietante
di un vertice straordinario Ue se-
gnato da divergenze apparente-
mente inconciliabili tra i 27 paesi
dell’Unione sul bilancio, sulla mo-
neta unica, sugli investimenti, sulla
banca centrale e su qualsiasi altro
argomento posto sul tavolo della
riunione. Ma c’è, soprattutto, la
totale indifferenza con cui la mag-
gioranza dei politici italiani che
fanno dell’europeismo una fede as-
soluta ed indiscutibile reagisce al-
È
l’evidente dimostrazione della cre-
scente incapacità dell’Unione eu-
ropea di affrontare una crisi eco-
nomica che rischia di farla
esplodere in tanti pezzi separati e
tra loro conflittuali.
Lo spettacolo desolante offerto
dal vertice Ue, in realtà, non stu-
pisce. L’assenza di una unità poli-
tica dell’Europa impone ai singoli
paesi di perseguire il proprio inte-
resse nazionale. Per cui è addirit-
tura normale che la Gran Bretagna
si rifiuti di versare a Bruxelles i sol-
di che ha tagliato al proprio bilan-
cio, che la Francia difenda alla
morte gli stanziamenti europei per
la propria agricoltura, che la Ger-
mania minacci di non sostenere la
Grecia sull’orlo della bancarotta e
che l’Italia, addirittura l’Italia, fac-
cia la voce grossa sollecitando più
equità nella distribuzione delle ri-
sorse. E non stupisce neppure
l’eventualità che dallo scontro tra
gli interessi nazionali possa venire
fuori l’uscita della Gran Bretagna
dall’Unione Europea e l’avvio di
un processo di frammentazione e
scomposizione dell’intera Ue.
Ciò che colpisce è che mentre
l’Europa fondata su basi econo-
miche e commerciali e tenuta uni-
ta dalle burocrazie di Bruxelles
rischia lo sfaldamento, gli euro-
peisti italiani non prendano nep-
pure in considerazione una even-
tualità del genere e si arrocchino
attorno alla loro fede incrollabile
pretendendo di stabilire che il fu-
turo del nostro paese debba ob-
bligatoriamente passare attraver-
so l’applicazione della cosiddetta
Agenda Europa”. Ma quale
agenda? E di quale Europa?
Porre questi interrogativi non
significa negare o ripudiare il va-
lore dell’unità del Vecchio Conti-
nente. Significa, semplicemente, fis-
sare una differenza netta tra
l’europeismo fideistico ed irrespon-
sabile e l’europeismo cosciente e
responsabile.
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Israele,Gaza e il terzismo ipocrita dei massmedia
,
senza forse, uno dei più grandi
tumori del nostro tempo in Ita-
lia, ma anche in Europa e nell’intero
Occidente: il conformismo e il po-
liticamente corretto nel mondo del-
l’informazione mainstream. Un’in-
formazione che sempre più
disinforma perché relativizza, perché
in nome di una ipocrita imparzialità
calpesta l’obiettività, ha perso ogni
riferimento valoriale nella lettura
degli eventi, il cui susseguirsi viene
riportato privo di nesso causa-effetto
e di un contesto, in un flusso di no-
tizie accompagnato da finte analisi
e pervaso di un moralismo istanta-
neo e superficiale, dove prevale la
preoccupazione di apparire equani-
È
mi e di uniformare la realtà ai propri
rassicuranti tabù politicamente cor-
retti. Va bene, non esisteranno il
bianco e il nero, ma almeno ripor-
tateci le sfumature di grigio. La co-
pertura mediatica dell’ennesima crisi
di Gaza è l’ennesima, lampante di-
mostrazione. L’incapacità di distin-
guere tra un’organizzazione feroce-
mente terrorista e barbara come
Hamas, che opera non nell’interesse
dei palestinesi, ma di uno stato ter-
rorista come l’Iran, e uno stato de-
mocratico e civile come Israele, è
una vergogna insopportabile, ripu-
gnante. Se il governo israeliano de-
cide di agire sulla spinta dei propri
cittadini che in grande maggioranza
chiedono un intervento militare per
far cessare il lancio di missili sul loro
territorio, allora è un bieco calcolo
elettorale. Pelo sullo stomaco nei
confronti di Israele, però ci si beve
la propaganda di Hamas come
nemmeno la propaganda nazista ne-
gli anni ‘30. Hamas spara centinaia
di missili (1.500 in pochi giorni), e
indiscriminatamente, sulle città israe-
liane, ma sotto processo mediatico
finisce Israele per raid mirati contro
obiettivi militari (depositi di armi o
leader terroristi). Fa vittime civili?
Sicuramente (anche se a dare i nu-
meri, a decidere chi sono i civili e
chi i militanti è la stessa Hamas e i
media registrano senza verificare).
Ma si dimenticano di dire che Ha-
mas non difende minimamente la
sua popolazione, anzi usa i civili co-
me “scudi umani”, come strumento
di propaganda politica: più vittime,
più biasimo internazionale si può
aizzare contro Israele. Sotto accusa
finisce Israele perché la sua reazione
è “sproporzionata”: la contabilità
dei morti a suo favore sottintende
che in fondo i razzetti di Hamas so-
no poco più che fuochi d’artificio.
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2
di
FEDERICO PUNZI
L’incapacità
di distinguere
tra un’organizzazione
barbara come Hamas,
che opera nell’interesse
di uno stato terrorista
come l’Iran, e uno stato
democratico e civile
come Israele, è una
vergogna insopportabile
di
ARTURO DIACONALE
Occorre stare attenti
a smascherare chi tira
in ballo l’Agenda
europea in modo
irresponsabile. Come
alcuni politici che usano
la Ue per dare dignità
intellettuale alle manovre
in atto per le proprie
sistemazioni personali
Primarie Pdl, si vota il 16 dicembre
K
Nonostante la resistenza di Sil-
vio Berlusconi, alla fine la spunta il se-
gretario Angelino Alfano: il Popolo della
Libertà avrà le sue elezioni primarie per
la scelta del candidato premier.
E dopo il balletto delle date, arriva
anche una conferma per il calendario:
domenica 16 dicembre. A dirlo è stato lo
stesso Alfano, smentendo le voci sul-
l’immimente annullamento delle consul-
tazioni proprio per l’insistenza del Cav.
Ora l’attenzione del partito può tornare
finalmente a concentrarsi sul vero punto
focale: gli sfidanti.
Oltre al segretario in carica, sono scesi
in campo l’ex ministro della Gioventù,
Giorgia Meloni; il forzista piemontese
Guido Crosetto (ma c’è chi già ventila
un possibile ticket Meloni-Crosetto, ma-
gari con l’aggiunta del formattatore
Alessandro Cattaneo, anche lui in lizza);
il redivivo Giancarlo Galan, tornato in
pista dopo l’annuncio di voler abbando-
nare la corsa; la bolzanina Michaela
Biancofiore; la pasionaria Daniela San-
tanché; l’ex forzanuovista Luciano Sili-
ghini Garagnani, e il “Berlusconi di
Modena” Gianpiero Samorì.