Pagina 1 - Opinione del 29-8-2012

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Direttore ARTURO DIACONALE
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Mercoledì 29 Agosto 2012
delle Libertà
Il centrodestra alzi la voce con i tecnici illiberali
i può rischiare di mettere in crisi
un governo per una questione
di bollicine? Si può. Anzi, si deve.
Perché il governo in questione è na-
to come un governo tecnico, non
ideologico, imposto dall’emergenza
e votato a fronteggiarla con i prov-
vedimenti imposti autoritariamente
dai cosiddetti “mercati”. E la tassa
sulle bevande gassate e zuccherate
dimostra che il governo ha scelto
di cambiare radicalmente la propria
natura trasformandosi in un esecu-
tivo che come indirizzo primario
non ha quello di portare il paese
fuori dell’emergenza ma quello di
imporre un modello di vita virtuo-
so e modigerato ai cittadini.
S
Se dunque il governo da tecni-
co diventa un governo proibizio-
nista, che pretende non di educare
ma di imporre con la forza delle
leggi regole ispirate a quella mo-
rale politicamente corretta che at-
tribuisce allo stato il compito di
far dimagrire autoritariamente gli
obesi, bisogna puntare i piedi. E,
dopo aver messo in chiaro che a
nessun tecnico non votato dal cor-
po elettorale può essere permesso
di diventare il portatore di una
qualche virtù morale e salvifica,
va annunciato che non è possibile
votare un provvedimento in cui si
certifica la radicale trasformazio-
ne della natura dell’esecutivo.
Le bollicine, infatti, sono la car-
tina di tornasole del dna della com-
pagine ministeriale voluta da Gior-
gio Napolitano e guidata da Mario
Monti. Perché cedere sul proibizio-
nismo delle bolle significa stabilire
un precedente destinato ad esten-
dere l’evidente vocazione proibizio-
nista e moralizzatrice dei burocrati
dirigisti incaricati di ricoprire il ruo-
lo di ministri in ogni settore dell’at-
tività dell’esecutivo. La faccenda
può far piacere alla sinistra che ha
tradito le sue antiche origini ga-
rantiste per rispolverare l’austerità
moralistica, elitaria ed autoritaria
autoritaria di Berlinguer. Può non
interessare minimamente i trasfor-
misti senza valori alla Casini e Fini
che si accalcano nel centro post-
democristiano in un disperato ten-
tativo di difesa dei propri privilegi
di potere. Ma non può lasciare in-
differente un Pdl che nel proprio
dna non può avere solo la difesa
delle garanzie personali del Cava-
liere ma deve necessariamente ave-
re quella delle libertà individuali
di tutti i cittadini .
Respingere come irricevibile
ed invotabile il protezionismo
moralista sulle bevande gassate,
quindi, è un modo per rivendicare
la propria natura antiautoritaria
e liberale.
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Quello stato (pat)etico che tassa soloper fare cassa
evi la coca cola che ti fa be-
ne / bevi la coca cola che ti
fa digerire / con tutte quelle, tutte
quelle bollicine...». Le tasse saluti-
ste annunciate dal ministro Renato
Balduzzi ci renderanno più cari i
versi di questa provocatoria can-
zone di Vasco Rossi. L’iniziativa
del ministro rivela una concezione
dello stato, della fiscalità, profon-
damente illiberale e anti-economi-
ca, ma con le aggravanti dell’inu-
tilità, dell’ipocrisia e della banalità.
Oltre al danno di essere governati
da statalisti, la beffa (o forse la for-
tuna?): questi signori non mostra-
no la minima coerenza per esserlo
fino in fondo, né il coraggio di sop-
«B
portare le conseguenze del loro di-
rigismo.
C’è qualcuno che davvero ritie-
ne che «un aumento di tre cente-
simi a bottiglietta» – questo l’ag-
gravio quantificato ieri dal ministro
– possa aiutare a «far riflettere –
questo lo scopo proclamato – sulla
necessità di abitudini alimentari
migliori, specialmente per i più gio-
vani»? Non solo l’aggravio è con-
tenuto nell’entità, ma anche circo-
scritto nei prodotti che colpisce.
Perché è stata esclusa una moltitu-
dine di cibi e bevande – anche della
nostra tradizione gastronomica –
senz’altro nocivi e di cui spesso
abusiamo? Perché, per esempio, si
sono salvate le merendine? E gli in-
saccati? Il vino? Il sale? Il caffè? La
mozzarella? La pasta? I dolci? So-
no salutari forse un etto di pasta
alla carbonara, o un crostino di
lardo di colonnata, o una bottiglia
di Chianti? E perché, al contrario,
il fisco non premia i comportamen-
ti virtuosi, come l’esercizio fisico?
Per cambiare davvero, in senso “sa-
lutista”, i consumi alimentari degli
italiani sarebbe servito un aggravio
molto più pesante, e anche sui pro-
dotti nostrani, ma avrebbe causato
danni enormi all’economia e sol-
levato resistenze ancora più forti.
Eppure, per quanto sia “mini”,
questo nuovo balzello su bibite
analcoliche gassate e superalcolici
con zuccheri aggiunti, in ragione
della loro diffusione tra i ceti po-
polari garantirà alle casse dello sta-
to un gettito nient’affatto trascu-
rabile di circa 250 milioni di euro
l’anno. La nuova tassa, dunque, è
inutile sul piano delle abitudini ali-
mentari e ipocrita, perché lo scopo
apparentemente nobile – la salute
dei cittadini – serve a dissimulare
il vero obiettivo: fare cassa.
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2
di
FEDERICO PUNZI
Perché è stata esclusa
una moltitudine di cibi
e bevande,
anche della nostra
tradizione gastronomica,
senz’altro nocivi
e di cui spesso
abusiamo? Perché,
ad esempio, salvare
le merendine?
di
ARTURO DIACONALE
Respingere come
irricevibile ed invotabile
il provvedimento
moralista sulle bevande
gassate è un modo
a disposizione
del centrodestra
per rivendicare
la propria natura
antiautoritaria e liberale
Bollicine, il governo rischia l’embolia
K
Dopo i blitz della Guardia di Fi-
nanza da Cortina a Portofino, a caccia di
ferraristi con lo ski-pass e capitani corag-
giosi con vascelli fantasma sconosciuti al
fisco, il governo prepara il dispiegamento
delle Fiamme Gialle dietro i distributori
automatici delle bevande gassate. Se-
condo il libretto rosso del governo tec-
nico, infatti, dopo il male assoluto della
ricchezza personale viene quello del giro-
vita abbondante. Chi vuole dissetarsi be-
vendo Coca-Cola, dunque, deve pagare
l’accisa sulle bollicine voluta dal ministro
alla Morigeratezza Gastrica, Renato Bal-
duzzi. E mentre la comunità scientifica si
divide sull’impatto sociale della Cedrata
Tassoni, i tecnici decretano che l’obesità
dilagante è un peso troppo oneroso per le
magre casse dello stato, e va arginata
senza remore. Senza contare che tutti
questi ciccioni in giro in Italia rischiano di
farci fare una magra figura con i tedeschi,
che giustamente vanno fieri della longili-
nea silhouette della loro Cancelliera.
Tempi duri anche per le gare di rutti tanto
in voga tra i buontemponi sin dai tempi
del liceo: da oggi potrebbero costare una
verifica fiscale.