Pagina 5 - Opinione del 29-8-2012

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II
ESTERI
II
Isaac incombe sul Gop
Gli uragani sono di destra
di
STEFANO MAGNI
saac fa tremare New Orleans. E
la colpa è certamente della Con-
vention Repubblicana di Tampa.
Mettiamo le cose in chiaro: un
uragano non è colpa dell’uomo. È
un evento della natura. L’uomo
può, al massimo, cercare di ripa-
rarsi dall’uragano, sia individual-
mente che collettivamente. Eppure
la tentazione di politicizzare un
evento naturale è sempre stata for-
te. Lo abbiamo visto con il terre-
moto e tsunami dell’anno scorso in
Giappone: il dibattito, scatenatosi
in tutto il mondo, sull’incidente nu-
cleare di Fukushima (che ha pro-
vocato 0 vittime) ha fatto cinica-
mente dimenticare le oltre 15mila
vittime della catastrofe.
Negli Stati Uniti, l’uragano Ka-
trina, che devastò la costa del Golfo
del Messico nel 2005 è altrettanto
cinicamente ricordato come un “er-
rore di George W. Bush”. Errore
nell’organizzazione dei soccorsi, si-
curo. Ma anche errore… nel cau-
sarlo. Una leggenda ecologista dura
a morire e tuttora di moda, ritiene
che l’ex presidente repubblicano
abbia contribuito alla formazione
della tempesta (??) rifiutandosi di
ratificare i protocolli di Kyoto. Ok.
Meglio ricostruire qualche passag-
gio per cercare di spiegare questo
vero e proprio delirio. C’è chi crede
che gli uragani siano sempre più
I
frequenti e devastanti (e già questo
dato è statisticamente discutibile)
a causa del riscaldamento globale
(e una correlazione fra i due feno-
meni è lungi dall’essere dimostrata),
che quest’ultimo sia causato dai gas
serra emessi dalle attività umane
(anche su questo la comunità scien-
tifica è divisa) e dunque, chi non
ratifica il protocollo di Kyoto, per
la riduzione delle emissioni, è cor-
responsabile del riscaldamento glo-
bale e di conseguenza degli uragani.
Quindi: George W. Bush e i Repub-
blicani sono la causa degli uragani.
Qualcuno ci crede? C’è chi lo sot-
tintende, come il commentatore
della Nbc Chuck Todd, che, da
Tampa, commenta: «… se si pensa
che questa tempesta stia muovendo
sulla Louisiana, lo spettro, l’ombra
di Bush e Katrina inizia ad allun-
garsi su questa convention. È un
qualcosa che preoccupa gli orga-
nizzatori e non vi sarebbe alcuna
sorpresa se il martedì (ieri, ndr)
qualcosa cambi nel programma».
Diamo per scontato, dunque, che
Katrina è un’ombra, una macchia,
o un fantasma dell’amministrazione
Bush. Adesso alla Casa Bianca c’è
Barack Obama. Ma se arriva l’ura-
gano e fa un disastro, la colpa di-
vina si trasferisce sulla sua opposi-
zione. Al governo o in minoranza,
non si sbaglia mai: gli uragani sono
sempre di destra. Qualcuno, per
fortuna, ci scherza sopra. Anche se
rivela un certo cattivo gusto: l’at-
tore Samuel Jackson, ad esempio,
scrive su Twitter che il Grand Old
Party è stato risparmiato da Isaac
e dunque non capisce quale sia il
disegno di Dio. Ripreso da mille
critiche, Jackson si è poi scusato
«con Dio, con Tampa, con il Gop
e con Isaac». Ironizza anche Dana
Milbank, commentatore del Wa-
shington Post. Dopo aver elencato
una serie di disavventure del Grand
Old Party, scrive che: «Queste sono
le ultime preoccupazioni per i Re-
pubblicani, nell’ultima settimana.
Ora sono alla mercé di Madre Na-
tura, la quale sta rivelando un certo
senso dell’umorismo». Certo, avrà
ancora molto senso dell’umorismo
se Isaac dovesse provocare un nuo-
vo disastro in Louisiana, a sette an-
ni da Katrina.
Gli israeliani non hanno ucciso Rachel Corrie
K
La corte di Haifa ha assolto lo Stato israeliano per la morte di
Rachel Corrie, l’attivista Usa travolta nel 2003 da una ruspa mentre fa-
ceva da scudo umano contro la demolizione di alcune case palestinesi
Russia, un castigo
senza un delitto
I commentatori parlano
dell’«ombra di Bush
e Katrina», l’attore
Samuel Jackson scherza
grevemente sul disegno
divino. Politicizzare
la natura è ormai
la moda dei progressisti
Londra, tutti nudi allameta
Il popolo dalla parte di Harry
aisia Osipova, esponente del
movimento di opposizione Al-
tra Russia, è stata condannata ieri
a 8 anni di carcere per possesso il-
legale di droga. L’accusa è a-poli-
tica, ma il processo, stando agli op-
positori, è politico. Secondo
l’avvocato della Osipova, l’accusa
è stata fabbricata dalla polizia: un
agente, durante la perquisizione,
avrebbe lasciato 4 grammi di eroi-
na nel suo appartamento per in-
castrarla. Fatto, questo, conferma-
to anche da un testimone durante
il processo. E il motivo sarebbe an-
che abbastanza evidente: la Osi-
pova, come ha affermato lei stessa,
si era rifiutata di testimoniare con-
tro suo marito Sergei Fomchenkov,
membro del comitato esecutivo di
Altra Russia. In pratica si sarebbe
trattato di un classico metodo da
Kgb: o denunci i tuoi parenti, ne-
mici dello Stato, oppure finisci tu
stesso in galera. Non solo i difen-
sori della Osipova e i sostenitori
di Altra Russia sono convinti che
si tratti di un’operazione sporca.
Anche lo stesso ex presidente Dmi-
tri Medvedev, prima che lasciasse
il posto a Vladimir Putin aveva
manifestato qualche dubbio in me-
rito alla legalità della detenzione
della dissidente e di altre 31 per-
sonalità dell’opposizione: a marzo
aveva chiesto all’ufficio della Pro-
cura Generale di riesaminare la le-
galità di quei casi. Il processo è an-
T
dato avanti a lungo ed ha attra-
versato fasi alterne. La Osipova
era stata arrestata nel novembre
del 2010, con l’accusa, appunto,
di detenzione illegale di eroina. La
prima sentenza era stata spiccata
nel dicembre del 2011: 10 anni di
carcere. Nel febbraio successivo,
però, la corte di Smolensk (nella
Russia occidentale) non aveva con-
fermato il verdetto e aveva ordi-
nato di rifare il processo. Il mese
successivo era arrivato il suggeri-
mento clemente di Medvedev.
Adesso il presidente è Vladimir Pu-
tin. E il tribunale di Smolensk si è
mostrato clemente, ma solo fino
ad un certo punto: 8 anni di car-
cere invece dei 10 della sentenza
precedente.
La giustizia in Russia è politi-
cizzata? La domanda parrebbe re-
torica, dopo le sentenze di condan-
na comminate alle ragazze delle
Pussy Riot, per non parlare del
lunghissimo caso di Mikheil Kho-
dorkovsky, imprenditore ex rivale
di Putin in galera dal 2003. C’è
uno spiraglio però. Tre giorni fa è
stato assolto, per non aver com-
messo il fatto, lo scacchista e dis-
sidente Garri Kasparov. Era accu-
sato di manifestazione illegale. La
giudice moscovita Yekaterina Ve-
klich lo ha assolto per non aver
commesso il fatto. C’è un(a) giu-
dice anche a Mosca.
(ste. ma.)
l consiglio migliore gliel’ha for-
nito Rupert Murdoch, con uno
dei suoi tweet: «Solo una lezione
per Harry, evitare playmate con
fotocamere». Una bella impresa
nell’epoca della tecnologia galop-
pante, ma sempre di un consiglio
utile si tratta. Poi l’australiano è
il proprietario del Sun, l’unica te-
stata britannica che ha pubblicato
le foto della notte pazza del prin-
cipe Harry a Las Vegas, venendo
meno ad un patto non scritto (e
intrapreso dopo la scomparsa di
Diana) tra la famiglia reale e la
stampa d’Oltremanica per cui si
può dare spazio al gossip che ri-
guarda Buckingham Palace, ma
meglio non spingersi oltre nell’in-
timità. Il popolare tabloid addi-
rittura il giorno dopo che il sito
americano TMZ aveva messo on
line gli scatti imbarazzanti era
uscito in edicola con due modelli
(pare uno stagista ed una cronista
di moda) che replicavano la scena.
Dagli Stati Uniti minacciano
che siano in arrivo documenti an-
cora più compromettenti. Ma se
Elisabetta II e l’esercito di Sua
Maestà hanno già tirato le orec-
chie al principe, i sudditi sembra-
no essere dalla sua. O quantome-
no disposti a perdonarlo e riderci
sopra, come lasciano intendere le
fotografie che riprendono decine
di commilitoni senza divisa ad-
dosso in segno di sostegno ad
I
Harry. «Il pubblico lo ama»: lo
ha scritto sempre il solito Mur-
doch, azzeccandoci. Pare quindi
che l’opera di restyling di casa
Windsor non abbia subito un bru-
sco stop: dopo la morte di Diana,
i pettegolezzi rivelati da diversi
componenti della servitù, le gaffe
del principe Carlo e lo scandalo
finanziario che aveva coinvolto
Sarah Ferguson, ex moglie del du-
ca di York Andrea, erano arrivati
prima il fidanzamento ufficiale e
poi il matrimonio tra William e
Kate a ridare serenità. Intanto
Carlo e Camilla erano riusciti ad
aggirare le polemiche delle loro
nozze e a guadagnare popolarità.
Gli addetti all’immagine dei Win-
dsor hanno puntato sulla familia-
rità, il glamour della nuova arri-
vata Kate e la simpatia dei fratelli
William ed Harry. Al resto ci ha
pensato la regina, con il Diamond
Jubilee per i sessant’anni di regno
e interpretando se stessa nella ce-
rimonia di apertura delle Olim-
piadi, lancio con il paracadute
compreso.
Il pubblico ama Harry o forse
non ci fa più caso: alle sue scor-
ribande non solo si è abituato, ma
le alimenta, ipotizzando chissà
quali avventure e quali relazioni
sentimentali. Harry imbraccia la
mitragliatrice durante una missio-
ne in Afghanistan e scherza con
Usain Bolt. Gioca a rugby (e pur
essendo principe di Galles, allo
stadio si presenta con la maglia
inglese) e alza il gomito con amici
e commilitoni. Si rende protago-
nista di storie a cui avrebbero tan-
to voluto partecipare lettori e te-
lespettatori. A suo modo, in ogni
senso, ha contribuito a rendere la
famiglia reale meno elitaria pro-
prio quando le ultime barriere so-
ciali cadono di fronte al flusso
continuo di informazioni non fil-
trate e incontrollabili. Il tempo
della democrazia fagocitante e
mediatica. Un solo accorgimento
pragmatico: per una serie di even-
ti potrebbe comunque diventare
sovrano. E’ un soldato, con i gra-
di di capitano: dovrebbe conosce-
re bene il significato dell’espres-
sione “farsi trovare pronti”.
DARIO MAZZOCCHI
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 29 AGOSTO 2012
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