Direttore ARTURO DIACONALE
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Giovedì 29 Novembre 2012
delle Libertà
Ilva,metafora dell’Italia in crisi
Magistrati tuttofare, politici corrotti e imprenditori disinvolti. A Taranto c’è tutto quello che ha trascinato
il paese sull’orlo del baratro. Ci mancavano solo fulmini, crolli e trombe d’aria. Almeno, fino a ieri
Quei media schierati e le primarie all’italiana
Il passo avanti che ancoramanca aMatteoRenzi
Palestina: entrare all’Onu per scalzare Israele
enis Verdini ha perfettamente
ragione nel chiedere il ritiro di
tutti i candidati alle primarie del Pdl.
E non perché il ritiro va incontro ai
desideri di Silvio Berlusconi, che alla
primarie non ha mai creduto. E nep-
pure perché il passo indietro di Al-
fano, Meloni, Crosetto e tutti gli al-
tri aspiranti premier di un partito
che non sa neppure se sarà ancora
vivo al momento delle elezioni, può
favorire quella ricomposizione uni-
taria di un soggetto politico che sen-
za unità non può correre verso Pa-
lazzo Chigi ma solo verso la Rupe
Tarpea. La ragione che rende inop-
pugnabile la proposta di Verdini è
diversa e non ha nulla a che fare con
D
le questioni interne del Pdl, i rap-
porti tra il Cavaliere ed il suo delfi-
no, gli ex An e le amazzoni, i leali
ed i cortigiani. Questa ragione emer-
ge con assoluta chiarezza da una do-
manda banale. Ma il sistema media-
tico nazionale assicurerebbe alle
primarie del Pdl lo stesso risalto da-
to alle primarie del Pd? Negli Stati
Uniti, cioè da dove è stato importato
il sistema delle primarie, il sistema
mediatico a stelle ed a strisce assi-
cura attenzione e spazi sostanzial-
mente identici a Democratici e Re-
pubblicani. Se non ci fosse questa
parità non ci sarebbero neppure le
primarie. Al punto che l’eguaglianza
del rilevo mediatico data alle elezio-
ni interne dei due principali partiti
del paese si verifica in qualsiasi caso.
Anche quando i repubblicani sono
in ascesa ed i democratici in declino
o viceversa. E questa eguaglianza si
manifesta come la condizione essen-
ziale, determinante e qualificante del
funzionamento del sistema demo-
cratico statunitense. Nel nostro pae-
se, invece, abbiamo importato le pri-
marie ma ci siano dimenticati di
inserire nel pacchetto l’indispensa-
bile condizione della democrazia.
L’attenzione data dal sistema me-
diatico nazionale alle primarie del
Partito Democratico, o meglio, alla
sfida tra il duo Bersani-Vendola e
Renzi (Tabacci e Puppato sono stati
praticamente ignorati), è stata in-
credibile, totalizzante, ossessiva. E
sempre segnata dall’esaltazione della
capacità innovativa del Pd e dei suoi
dirigenti, accompagnata dalla sot-
tolineatura della contemporanea
inadeguatezza antropologica e ge-
netica del Pdl e dei suoi dirigenti.
Non c’era sicuramente bisogno delle
primarie del Pd per avere la confer-
ma del collateralismo nei confronti
della sinistra della stragrande mag-
gioranza dei media nazionali. Ma è
stato il modo con cui questo colla-
teralismo, figlio della vecchia ege-
monia politica e culturale della si-
nistra stessa...
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2
e a uno come me, che pensa che
di sinistra conta soprattutto es-
serlo stati, si ritrova d’un tratto a
riflettere che nel disastro prossimo
venturo il minore dei mali è Renzi,
che di sinistra lo è (ancora), vuol
dire che qualcosa di immane e di
irreparabile sta accadendo nella
politica. O, meglio, nella non po-
litica. Sono arrivato a questa con-
clusione, che però è ancora in at-
tesa di altre conferme, nel corso
delle orge mediatiche sulle prima-
rie, dalle quali ho subito dapprima
un impulso ad andarmene al cine-
ma e, successivamemte, persistendo
l’orgia sui palinsesti, mi sono ras-
segnato a riascoltarne i sunti e gli
S
approfondimenti mano a mano
che, dopo i risultati - non impre-
visti e, numericamente, non così
esaltanti come partecipazione, a
parte l’exploit renziano - si deli-
neavano, soprattutto da parte del
sindaco fiorentino, alcuni spunti
programmatici lasciati in ombra.
Probabilmente se ne vedranno an-
cora di questi spunti per dir così
antitradizionali rispetto al mam-
mouth progressista, compresi per
esempio a “Porta a Porta” l’altra
sera, ma l’impressione è, appunto,
che Renzi non solo usi un linguag-
gio diverso ma i cui contenuti rie-
cheggiano sia Blair che Craxi, pur
persistendo di quest’ultimo la
dam-
natio memoriae
su cui il giovane
Renzi, che rivendica il diritto al-
l’eresia in una mummificata gau-
che italiana, dovrebbe soffermarsi
non foss’altro che per quel tenue
filo liberalsocialista che li unisce,
e che lo rende, a volte, così felice-
mente eretico, con certe uscite alla
lib-lab. Ancora uno sforzo, Matteo,
un piccolo passo e, dopo il Pertini
sepolto a Stella ricordato da Ber-
sani, potresti infrangere quella
damnatio memoriae
dell’ipocrisia
guachista, se non con una visita al-
la tomba di Hammamet, almemo
con una citazione craxiana che
spesso usi dimenticandone l’autore:
governare significa decidere. Mi
rendo conto che a tali pensieri mi
trae più che l’empito dell’entusia-
smo che non c’è più, la sconsolata
visione del campo opposto il cui
disastro ha fatto rilucere, fin trop-
po, le primarie
son et lumiere
del
Pd e i cui sviluppi si piegano gior-
no dopo giorno in un’impietosa,
sadomasochista gara verso il ba-
ratro. Mi chiedo se davvero le cose
che vengono dette dall’ex gruppo
dirigente del fu Pdl siano frutto di
menti normali o semplici
flatus vo-
cis
,
così, tanto per esserci, mi chie-
do se davvero una qualche malat-
tia misteriosa non abbia invaso i
loro corpi (i
visitors
?)...
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2
ggi all’Onu torna la patata
bollente della Palestina. L’Au-
torità Palestinese chiede, infatti, di
essere riconosciuta come “Stato os-
servatore”, un gradino in meno ri-
spetto a “Stato membro”. Ma pur
sempre “Stato”, internazionalmen-
te riconosciuto. In qualità di “os-
servatore”, il governo di Ramallah
potrà accedere a organi interna-
zionali giuridici, come la Corte Pe-
nale Internazionale. Ed è proprio
questo il vero interesse di Abu Ma-
zen: poter denunciare Israele per
crimini di guerra e contro l’uma-
nità, come ha già tentato di fare lo
scorso aprile. Allora, il tribunale
dell’Aia aveva respinto al mittente
O
la raccomandazione palestinese,
proprio perché l’Anp è “entità” e
non “Stato”. Con l’avanzamento
di status, invece, si potrebbe aprire
la procedura. Oltre a Gaza, questa
volta, l’Anp intende portare all’at-
tenzione dell’Aia anche la morte
di Yassir Arafat. Che, secondo i pa-
lestinesi, sarebbe stato assassinato
da Israele. La sua salma è stata rie-
sumata perché un centro medico
svizzero ha trovato “tracce di po-
lonio” sui suoi vestiti. Investigatori
palestinesi, russi e francesi, marte-
dì, hanno prelevato campioni bio-
logici dal corpo del defunto leader
dell’Olp. In attesa di un responso,
come ha dichiarato Tawfiq Tirawi,
l’investigatore palestinese, l’Anp si
prepara a portare il caso a cospetto
dei magistrati dell’Aia. Nel caso il
veleno venga trovato realmente. E
dando per scontato che (nel caso
si rintracci) gli avvelenatori siano
gli israeliani e non altri. Benché il
rappresentante palestinese all’Onu,
Riyad Mansour, dica e disdica
(
stando alle sue parole, il ricorso
all’Aia sarebbe solo “un’opzione”),
il progetto di lungo termine è già
abbastanza chiaro: ottenere dal-
l’Onu la legittimazione necessaria
a delegittimare Israele. Dopo più
di mezzo secolo dal 1947, anno in
cui l’Onu accettò la nascita dei due
Stati, uno arabo e uno ebraico, in
Palestina, lo Stato arabo vuole en-
trare per scalzare l’altro. Obietti-
vamente, proprio la guerra a Gaza
ha ulteriormente dimostrato come
l’eventuale Stato palestinese non
stia in piedi. È diviso in due gover-
ni distinti, uno dei quali (Hamas,
a Gaza) non fa passare tre anni
senza provocare una nuova guerra
contro Israele. Ma i palestinesi so-
no maestri nella comunicazione.
Per l’opinione pubblica, promuove
il concetto che sia lo Stato ebraico
ad aggredire Gaza, facendo dimen-
ticare la costante pioggia di razzi
palestinesi. Per i palati fini, invece,
fa passare l’idea che solo...
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2
di
ARTURO DIACONALE
Verdini ha ragione
a chiedere il ritiro di tutti
i candidati dalle primarie
del Pdl. Per loro, infatti,
ci sarebbe soltanto
disattenzione, critica,
sberleffo. Il tutto in spazi
ridotti e dominati
dal confronto negativo
con il plebiscito del Pd
di
PAOLO PILLITTERI
L’impressione è che
il sindaco di Firenze
utilizzi un linguaggio
diverso, i cui contenuti
riecheggiano sia Blair
che Craxi.Ancora
uno sforzo e potrebbe
infrangere l’ultima
damnatio memoriae”
dell’ipocrisia guachista
di
STEFANO MAGNI
L’Anp mira a farsi
riconoscere“Stato
osservatore”all’Onu.
Solo così potrebbe
denunciare il governo
di Gerusalemme
alla Corte Penale
Internazionale.
E, nel lungo periodo,
isolare lo Stato ebraico