ella città eterna campeggia un
manifesto del seguente tenore:
Vota alle primarie Bersani per
cambiare l’Italia”. Se non ricordo
male, nel 2006 si diceva la stessa
cosa riferita a Prodi ed alla mag-
gioranza dell’Unione. I risultati so-
no stati quelli che sappiamo, a tal
punto che gli italiani furono di nuo-
vo chiamati al voto nel tentativo di
rimediare a quel drammatico erro-
re. Berlusconi scese in campo con
il nuovo movimento che chiamò
Popolo delle Libertà, coinvolgendo
anche Fini che compensò lautamen-
te concedendogli lo scanno di pre-
sidente della Camera dei deputati.
Il resto è storia recente e purtroppo
funesta e disastrosa per l’Italia, che
sotto la guida congiunta del Tecno-
crate Monti e del Monarca Napo-
litano, invece di essere salvata dal
baratro nel quale – a dire di Bersa-
ni, Monti stesso, Fini, Casini e Ven-
dola, l’aveva fatta precipitare pro-
prio Berlusconi che si arrese, pena
la distruzione personale ed econo-
mica, con la mediazione del Ceri-
moniere Gianni Letta – trovasi a
detta di tutti peggio di prima. Con
una recessione è ai massimi storici,
l’inflazione pure, e la prospettiva di
crescita inesistente. Tanto premesso,
torna sul proscenio della politica il
comunista Bersani che vuole cam-
biare l’Italia. È mai possibile che gli
italiani abbocchino ancora una vol-
ta ai proclami di questa gente? Pen-
so proprio di no e spiego perché.
Se viene intervistato il politico di
sinistra di turno sulla medicina utile
per salvare e rilanciare l’Italia, la
risposta è scontata. Lotta all’eva-
sione fiscale, condivisa ovviamente
a parole da tutti, e Patrimoniale di
stampo classista che comunque fa
presa sulla povera gente. Ma il Ber-
sani, il Vendola, lo stesso Renzi, che
tenta furbescamente di scostarsi dal
vecchio, sono a conoscenza di
N
quante persone sono ricche e di
quante persone, appartenenti al ce-
to medio, sono diventate povere?
Forse no, se continuano, ancora og-
gi, a non parlare dei politici stessi,
dei manager pubblici e privati, delle
pensioni d’oro e dei privilegi. I ric-
chi ai quali pensano questi signori,
sono quelli che già da tempo hanno
abbandonato l’Italia, stufi di pagare
tasse che negli altri paesi non esi-
stono nella stessa proporzione. Poi-
ché il clima che si respira è questo,
è giunto il momento di far tornare
in campo il Cavaliere, che nono-
stante i suoi imperdonabili errori è
ancora una volta l’unico in grado
di far tornare l’entusiasmo alla gen-
te che non è disposta ad essere gab-
bata dal solito imbonitore comu-
nista. Ma ad una condizione.
Berlusconi deve liberarsi sia dei ruf-
fiani che dei facili adulatori, lascian-
do all’angolo gli uomini dell’appa-
rato di destra che hanno raccolto,
non si sa dove, centomila firma per
la candidatura di Alfano. Ci sono
tanti giovani e meno giovani – Cro-
setto, Cattaneo, la stessa Meloni –
che forse hanno capito che far po-
litica significa interessarsi dei pro-
blemi dei cittadini tutti, ricchi e po-
veri, nel tentativo di risolverli.
TITTA SGROMO
di
MICHELE DI LOLLO
l paradigma del centrodestra do-
po le primarie è Angelino Alfano
in cerca di un equilibrio è di un po-
sto in ciò che verrà dopo il Pdl. Nel-
le ultime ore voci, contraddizioni e
dichiarazioni lasciano immaginare
un panorama che non cambia per
incertezza. Il caos resta, ma qual-
cosa si muove nel partito. C’è chi è
pronto a partire, a seguire Silvio
Berlusconi in quello che molti chia-
mano l’ultimo viaggio, una nuova
Forza Italia - o quale che sia il no-
me della rinnovata formazione - che
si dice pronto a lanciare insieme ai
suoi fedelissimi. Le primarie non si
faranno perché il Cav è pronto a
scendere in campo. Lo si era sem-
pre detto in via dell’Umiltà, i co-
lonnelli, i coordinatori e lo stesso
Alfano lo avevano ripetuto più
volte. L’altro ieri, durante la pun-
tata di Porta a Porta, Maurizio Lu-
pi, dà l’annuncio della volontà di
rinviare la competizione. Oggi in
una nota ribadisce il concetto af-
fermando che il segretario non ha
ancora deciso se mantenere la sca-
denza, fissata dalla segreteria per
il 16 dicembre o se posticiparla:
«
Chi crede nelle primarie vuole sa-
pere con certezza quale sia la pro-
posta politica del centrodestra,
quale la compagine del partito,
quali i candidati a premier».
Le dichiarazioni Berlusconi negli
ultimi giorni sconvolgono i piani. I
tentennamenti li complicano e non
è ancora chiaro quale sia material-
mente l’offerta di questo centrode-
stra per le prossime politiche. Il Ca-
valiere sopravvive al Cavaliere,
tagliando via ciò che di inefficiente
c’è nel Popolo della Libertà, un se-
gretario che non reggeva la scena e
decide di tornare allo spirito del ’94.
Secondo Lupi c’è bisogno di fare
chiarezza. Cosa possono pensare
I
gli elettori «se il presidente e fon-
datore di uno schieramento, dopo
aver fatto un passo indietro, dichia-
ra di voler tornare in campo, colti-
vare l’idea di un nuovo partito ma
di non essere ancora deciso nel met-
terla in pratica». Il segretario e il
presidente, il vecchio giovane e il
giovane vecchio devono chiarirsi
per definire una nuova linea.
Ci sarà una decisione da pren-
dere dagli organi interni, una scis-
sione, un’alleanza all’ombra del
Porcellum. Ma è ormai quasi certo
che il sole delle primarie sia tra-
montato e che ci si prepari a fare i
conti con una nuova prospettiva. Il
sindaco di Pavia Alessandro Catta-
neo, fervente sostenitore dei gazebo,
esprime tutto il suo dissenso per
aver cassato sul nascere la gara.
«
Sono arrabbiato. Non c’è ancora
nulla di ufficiale ma è anche vero
che nessuno sembra più crederci».
Poi fa notare come tutti siano pre-
occupati a sentire cosa si dicono
Berlusconi e Alfano, mentre ci sono
un gran numero id elettori delusi
che si aspettano un segnale concreto
di rinnovamento. « vogliono coe-
renza e serietà». Afferma che le pri-
marie si devono fare: l’unico segno
attraverso cui affermare credibilità
ai loro occhi».
Non si tira indietro neanche
Giorgia Meloni. Su Twitter fa sa-
pere: «Si dice che vogliano annul-
lare le primarie, ma nessun organo
del Pdl si è riunito. Chi vuole an-
nullarle ci metta la faccia, io non
mi ritiro». Daniela Santanché sta
con Berlusconi, l’ha sempre detto.
«
Credo nelle primarie e mi sono
candidata, ma con le novità che so-
no sopraggiunte non possiamo più
farle». Mariastella Gelmini prende
atto del mutamento in corso e si di-
ce pronta a seguire gli ordini che
arrivano dall’alto. «C’è poco tem-
po. Si cercherà il rinnovamento del
partito per altre vie». Sostiene che
Alfano si fa carico dell’unità del
partito e che la decisione finale spet-
terà alla dirigenza. Ma la dirigenza
chi seguirà. Nelle ultime ore si è
parlato di tregua tra Berlusconi ed
Alfano, di attesa. Di un segretario
chiuso in via dell’Umiltà in attesa
di alzare bandiera bianca, accettan-
do le pressioni che arrivano dal Ca-
valiere. Lui ha già deciso, nonostan-
te le contraddizioni degli ultimi
giorni. Parte la mobilitazione attra-
verso internet, arrivano le mail da
Forzasilvio.it che comunicano l’av-
vio della campagna elettorale. Sia-
mo all’alba di un nuova forza po-
litica, che potrebbe essere
annunciata tra lunedì e martedì.
Ma resta da definire un punto di
notevole importanza. Cosa ne sarà
del vecchio contenitore, chi resterà
e chi deciderà di seguirlo. Cosa ne
sarà degli ex An. La scelta di Alfano
sarà decisiva per gli scari futuri.
II
POLITICA
II
K
Angelino ALFANO
È il momento di far
tornare in campo
il Cavaliere.Malgrado
i suoi imperdonabili
errori, è ancora l’unico
in grado di far tornare
l’entusiasmo al popolo
del centrodestra
segue dalla prima
Bersani, Renzi
e la metafora Ilva
(...)
di una crisi che non solo colpisce il set-
tore industriale che per l’intera storia dello
stato unitario ha rappresentato il simbolo
della modernizzazione del paese ma che,
attraverso l’incapacità di trovare soluzioni
convincenti da parte di chi si propone alla
guida del futuro governo, appare totalmen-
te irrisolvibile.
Naturalmente nessuno avrebbe potuto pre-
tendere da Bersani e Renzi di indicare in
pochi minuti quale dovrebbe essere il mo-
dello di sviluppo e di crescita destinato a
sostituire quello esaurito della grande in-
dustria perennemente oscillante tra l’assi-
stenza e la presenza pubblica e segnata
dall’inciucio perenne tra padroni, sindacati,
dirigenti e politici. Ma un segnale, un bar-
lume, una qualche e pur minima indicazio-
ne avrebbe dovuto esserci. Perché la con-
clusione televisiva delle primarie non era
una sorta di “Ruota della fortuna” in cui
chi vince porta a casa dei soldi, ma l’occa-
sione per sottoporre al giudizio degli italiani
le strategie migliori per fermare le devasta-
zioni e la rovina in atto. Questa occasione
non è andata persa. Al contrario! Ora sap-
piamo che né Bersani, né Renzi hanno la
più minima idea di come uscire dalla crisi.
Il ché è un bene per la chiarezza. Ma un
dramma per il futuro.
ARTURO DIACONALE
Il circo tragico
dell’Agenda Monti
(...)
si dividano tutti e tre, lasciando che
Renzi si crei un bel listone a suo nome, che
prenderà più voti del Pd, assorbendo con-
sistenti aliquote di astensionismo e di con-
sensi, in libera uscita dalla maggioranza si-
lenziosa del centrodestra. Poi, a elezioni
avvenute (nessuno prenderà il premio di
maggioranza? Meglio così, tanto i “ribal-
toni” sono sempre in agguato), si faranno
i giochi in Parlamento, che non sarà più
una semplice marionetta da voto, in mano
alle segreterie dei partiti! Altro giro, altra
sorpresa: Monti dice che la sanità pubblica
costa troppo: perché non riforma quella
che c’è, finanziandola con i risparmi di ge-
stione? Posso dire come si fa? Primo: per
gli acquisti di materiale sanitario basta sta-
bilire una lista standard di prodotti di largo
consumo e di beni durevoli. Dopo di che,
si utilizza Consip per gli acquisti centraliz-
zati, facendo sì che ad esempio una siringa
abbia lo stesso prezzo sia in Sicilia che in
Val d’Aosta. Secondo: la scelta di manager
e dirigenza medico/amministrativa avviene
a partire da elenchi unici nazionali, in cui
è il regolamento ad assegnare i punteggi,
in automatico, agli eventi diritto.
Spetterà, poi, a un’Authority di garanzia
(
controllata dal Parlamento) provvedere
alla nomina e all’accertamento periodico
del mantenimento dei requisiti degli iscrit-
ti, scegliendo in ordine di graduatoria i
professionisti da incaricare, sulla base di
quanto richiesto dalle strutture sanitarie
regionali. Direttori generali, amministra-
tivi e sanitari delle Asl, poi, riceveranno
il premio di produttività, proporzional-
mente ai risparmi di gestione conseguiti
e alla “customer satisfaction” (facendo
contare il giudizio dei cittadini). Sono ri-
forme a costo zero, Herr President, che
tagliano le unghie a tutte le caste che si
comportano come il Conte Ugolino, di-
vorando i bilanci pubblici, pur di tenere
in vita i propri privilegi. Ma Lei, presi-
dente Monti, a che gioco sta giocando?
MAURIZIO BONANNI
Incertezza suAlfano e Pdl
Un passo dopo le primarie
Ormai ci resta solo
il solito Berlusconi
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VENERDÌ 30 NOVEMBRE 2012
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