Al Teatro Due Roma, una "lontana fedeltà"

venerdì 19 aprile 2013


La nostra drammaturgia di questo secondo decennio del Duemila si riduce spesso a commediole minimaliste, sgangherate nella struttura e affidate a spregiudicatezze e battute da magazine. Raramente esse raggiungono la gradevolezza e la leggerezza di quello che i francesi chiamano teatro boulevardier. Eppure esistono autori, come ho sotttolineato nella mia recentissima "Storia del teatro italiano contemporaneo" (Edizioni Studium) che non s'arrendono alla volgarità e alla mediocrità corrente, proponendo un teatro che vola alto e che affronta i temi di fondo dei nostri tempi difficili.

"Una lontana fedeltà" di Paolo Fallai, in scena al Teatro Due Roma fino al 28 aprile, appartiene a una drammaturgia che rappresenta il male di vivere, la solitudine, le difficoltà di rapporti, il vuoto esistenziale che logora e talvolta soffoca la stessa voglia di andare avanti. Protagonista di "Una lontana fedeltà" è Nemo , un uomo di mezza età che passa una parte del suo tempo in un bar dove una cantante, accompagnata al pianoforte, interpreta motivi jazz. L'atmosfera e il canto struggente sono ideali per lui che lì ha trovato la sua vera casa. Legge, studia da uomo colto qual è, ma soprattutto vive nel ricordo delle donne che ha amato e di una moglie che lo ha lasciato. È una commedia della memoria, non solo personale, perchè si popola di grandi figure femminili del teatro. In questa prospettiva è anche una suggestiva esplorazione di testi teatrali dominati da personaggi che sono archetipi della femminilità: Cassandra, Ellida, Salomé, Lulu, Filumena Marturano. Cassandra non è , però, la veggente di Omero e dei tragici, ma una donna che ha molto amato. Ellida , la protagonista de "La donna del mare" di Ibsen, è l'immagine della donna che, come la moglie di Nemo, ha sentito il fascino dell'altro.

Lulu, il grande personaggio creato da Frank Wedekind è la seduzione pura che coinvolge l'uomo fino a distruggerlo. Salomé è la giovinezza trasgressiva e inquietante alla quale è impossibile resistere, come ha rivelato Oscar Wilde nel suo dramma e ancor più Richard Strauss in quello che resta uno dei suoi capolavori musicali. Filumena Marturano, l'eroina della commedia di Eduardo De Filippo, è la femminilità che una donna di oggi, la moglie di Nemo, rifiuta, tanto che esclama: «Filumena Marturano ve la meritate voi uomini!». Nemo proietta queste figure nella sua vita, in una sorta di viaggio al termine della notte, dove non riesce però a fare i conti con se stesso. L'autore e il regista Alessandro Berdini hanno scritto nel programma che «non esiste tipo di donna che non abbia sottoposto il proprio carattere alla prova di una continua e impietosa messa in discussione. Proprio quello che gli uomini non hanno mai fatto , di cui avrebbero tanto bisogno, e , ancora oggi , stentano perfino a capire». Un testo come questo , dove il presente e il passato convivono in atmosfere oniriche, presenta, come non è difficile immaginare, molti rischi nella messinscena.

Alessandro Berdini, con l'apporto della indovinata scenografia di Lorenzo Ciccarelli, dei costumi evocativi di Daria Calvelli e delle luci atmosferiche di Danilo Facco, ha creato uno spettacolo di grande suggestione, in cui raffinatezza e emozione, verità e finzione, dolore e sottile ironia sono perfettamente fusi. Merito anche della sua attenta e sicura direzione degli interpreti. Edoardo Siravo è assai convincente nel darci la malinconia e l'inquietudine esistenziale del personaggio, attraversate da felici lampi di autoironia. Giulia Innocenti, che è insieme la moglie di Nemo e Ellida ci dà un ritratto di donna forte e moderna, che vede molto al di là del marito. Alexandra Mogos, dal fascino e dalla bellezza abbagliante, è una Salomé ideale, fanciulla e donna insieme, che sembra uscita da un quadro dell'Art Nouveau. Giulia Andò è una Lulu di elegante seduzione, la più pericolosa per ogni uomo. Claudia Salvatore si sdoppia in due personaggi, la cameriera del locale e Cassandra, con autorevolezza e personalità. Rossana Colace, accompagnata al pianoforte da Lucio Perotti, contribuisce con la sua voce espressiva a creare l'atmosfera in cui Nemo è immerso.


di Giovanni Antonucci