Riflessioni sul

Il mio parere è quello di un veterinario pratico che ha avuto la possibilità, legale nella clinica veterinaria, di usare cellule staminali adulte per 9 anni su patologie non provocate di animali vicini all’uomo, non animali di laboratorio. La medicina rigenerativa da anni ha usato staminali adulte ottenute da midollo e da grasso prodotte da varie compagnie, ma i risultati ottenuti sono in molte patologie non risolutivi ed a volte contrastanti.

I veri giudici sono stati i veterinari pratici e i proprietari degli animali che le hanno giudicate terapeuticamente insufficienti perché i risultati in veterinaria devono mostrare più di un leggero miglioramento. Naturalmente questo non è il caso di pazienti umani senza alcuna speranza. Le staminali adulte da grasso e da midollo messe in coltura per raggiungere un numero idoneo alla terapia hanno la caratteristica ed il limite di trasformarsi ogni volta in una popolazione cellulare diversa.

Cioè pur mantenendo i recettori di staminalità acquisiscono altri recettori caratteristici di diverse tipologie cellulari, cioè si indirizzano verso cellule dell’osso, del muscolo, della cartilagine, ecc. Per cui, oltre a perdere potere rigenerativo, possono avere sul paziente un effetto ogni volta diverso. Infatti, quando staminali adulte ottenute da coltura vengono usate in lesioni del tendine flessore superficiale del cavallo abbiamo pubblicazioni che riportano miglioramenti, altre nessun effetto ed altre ancora controindicazioni. Inoltre le staminali ottenute da midollo e da grasso sono staminali mesenchimali, cioè non hanno caratteristiche tali da rigenerare cellule nervose.

Ma anche se riuscisse attraverso alcune manipolazioni a trasformarle in cellule nervose, che effetto avrebbero rispetto a staminali indifferenziate con solo i recettori di staminalità che mantengono tutta la potenzialità rigeneratrice e possono trasformarsi in ogni tipo di tessuto? Provo a spiegarvelo meglio. Se inoculo in un’articolazione malata staminali che attraverso fattori chimici ho indirizzato a diventare cellule della cartilagine, avrò con queste maggiori risultati rispetto ad una popolazione di staminali indifferenziata che può trasformarsi in ogni tipo di cellula interagendo oltre che con cellule cartilaginee anche con quelle dell’osso, della capsula sinoviale, ecc.? Se quindi trasformiamo le staminali da midollo in cellule “staminali neurologiche”, e questo va provato perché ad oggi da staminali mesenchimali non sembra possibile farlo, otterremmo un risultato migliore di staminali indifferenziate?

Quindi tiriamo le prime conclusioni: Le staminali adulte messe in coltura dànno una popolazione sempre diversa, con risultati non sovrapponibili. Ora in medicina umana se non qualifichi e quantifichi ciò che sperimenti, non puoi fare una sperimentazione. Quindi ogni terapia che non sa cosa sperimenta non può essere logicamente portata avanti. (In Canada però, Paese più permissivo, è stato approvato un farmaco a base di staminali allogeniche da midollo messe in coltura anche se non è stato possibile qualificarle: il Prochymal (First Stem Cell Drug Approved Tuesday 22 May 2012) – approvato unicamente per il trattamento della “acute graft-vs-host disease” (GvHD) nei bambini, una devastante complicazione di trapianto del midollo che uccide circa l’80% di tutti i bambini colpiti, poco dopo che la malattia è stata diagnosticata. Cioè la sua applicazione è limitata a contrastare effetti collaterali da rigetto di trapianti di midollo che le stesse staminali da midollo potrebbero provocare).

L’espressione di molti recettori sulla membrana cellulare oltre a quelli di staminalità spiega perché l’esame delle cellule inoculate dalla Stamina sono state giudicate “non staminali”. Inoltre viene anche detto che il quantitativo di cellule è bassissimo tale da essere una terapia quasi omeopatica (riporto ciò che è stato dichiarato dalla Commissione che le ha valutate). Ma io sono convinto che, se anche non ci sono le prerogative legali per far diventare le staminali ottenute dalla Stamina una terapia, ci siano stati alcuni casi di miglioramento clinico. Questi possono essere spiegati solo attraverso una visione quantistica della medicina rigenerativa, che dà alle staminali caratteristiche informative non solo chimiche, ma anche energetiche.

In parole povere, si dà a queste cellule, cariche di energia, la prerogativa di essere “particelle” e “onde” allo stesso tempo. Diventano così efficaci senza dover essere legate al numero di cellule somministrato. Come non si possono negare gli effetti terapeutici e patogenetici dei campi magnetici o delle radiazioni, così non si può scartare l’ipotesi quantistica applicata alla terapia staminale che riesce a spiegare fenomeni altrimenti incomprensibili come la mancanza di relazione tra la quantità di cellule staminali usate e i risultati terapeutici e il miglioramento di tessuti danneggiati attraverso inoculazione endovenosa di staminali, anche se solo un numero insignificante di queste staminali marcate raggiunge l’area patologica. Le staminali da midollo proposte dalla Stamina, inoculate, possono, secondo questa teoria, portare alcune volte e in certe malattie all’attenuazione di sintomi patologici.

Quel che mi ero chiesto qualche anno fa era come ovviare ai limiti terapeutici delle staminali adulte ottenute fino ad allora in veterinaria. Il goal era trovare staminali adulte con i soli recettori di staminalità (legalmente ammissibili in medicina umana e con maggior potenziale energetico) e con caratteristiche di pluripotenza, capaci di interagire in molte patologie comprese quelle neurologiche. Dopo anni di studio sono riuscito a trovare staminali con queste caratteristiche ottenendole dal sangue. A questo punto non mi restava che valutare i limiti di una terapia che dava risultati sorprendenti su patologie non provocate in animali vicini all’uomo nella scala zoologica. Ed i limiti c’erano! Infatti patologie come il cancro e la Sla non possono essere, oggi, curate con queste staminali.

Riguardo a questo ho sviluppato una “teoria” dove cancro e Sla mostravano essere processi evolutivi simili, ma con sintomi opposti. Se il cancro ha un’evoluzione iperproduttiva, le malattie degenerative evolvono in modo ipoproduttivo. Partono entrambe da una prima fase di squilibrio fisiologico e strutturale ed una seconda fase dove insorgono mutazioni epigenetiche delle staminali monopotenti di organi diversi. Oggi, per epigenetica si intendono quei meccanismi ereditabili di modificazione del Dna che alterano l’espressione genica, ma non la sequenza del genoma. Secondo la mia teoria le staminali ottenute dal sangue, re-inoculate, hanno la capacità energetica di riorganizzare un processo strutturale-fisiologico, ma non una mutazione epigenetica stabile.

Posso spiegarvelo meglio: “L’energia mentale e la conoscenza di un giornalista (staminali) può organizzare e chiarificare un articolo scritto in modo incomprensibile (malattia), ma non è in grado di correggerlo e renderlo pubblicabile se al suo computer hanno sostituito alcuni tasti per formulare le parole (mutazione epigenetiche)”. Questo proverebbe perché i migliori risultati della Stamina non avvengono in patologie con mutazioni epigenetiche stabili. Quando si parla di mutazioni dobbiamo distinguere tra quelle epigenetiche e quelle genetiche. Le mutazioni epigenetiche sono volute da una decisione dell’organismo che modifica l’espressione di un gene senza modificarne il genoma. Le mutazioni genetiche invece sono un cambiamento nel nostro patrimonio genetico. Nel primo caso l’organismo ha preso una decisione sbagliata per cercare di far sopravvivere l’individuo.

Nel secondo caso invece l’organismo non è responsabile della mutazione genetica e giudicandola non idonea alla sopravvivenza la contrasta per aiutare l’organismo a sopravvivere. Quindi, poiché le staminali lavorano in sintonia con le decisioni prese dall’organismo funzioneranno di più nelle patologie a base genetica che non su quelle a base epigenetica. In definitiva, prestando più attenzione alla veterinaria, che ha maggior libertà di azione ed è quindi avanti nella ricerca in medicina rigenerativa, terapie con staminali adulte come quella della Stamina possono essere migliorate e rese attuabili in medicina umana. Quindi bocciare la “Stamina” non significa bocciare le cellule staminali! La ricerca veterinaria, attraverso l’ottenimento di staminali da de- programmazione del sangue e la mia teoria terapeutica, ha raggiunto una metodologia idonea ad una sperimentazione legale che avrà bisogno di un tempo breve, ma necessario per essere attuata in clinica umana.

Ecco i punti di forza della nuova terapia staminale: - Facilità di prelievo, bastano pochi ml di sangue; - Tempo breve di preparazione (72) ore; - Emoderivato che facilita l’applicazione in umana e che rende compatibili e sicure iniezioni endovena; - Le staminali ottenute mostrano solo recettori di staminalità; - Possono essere qualificate e quantificate attraverso Sorter, quindi idonee ad un trial sperimentale umano; - Sono pure, ed allo stesso grado di maturazione; - Una frazione di queste ha caratteristiche di pluripotenza; - Ne serve un quantitativo minimo per garantire risultato; - C’è un miglioramento in molte patologie (oculistiche, cardiache, ortopediche, neurologiche, e l’invecchiamento, la patologia più complessa da curare); - Possono essere usate in prevenzione (anche nel cancro e nella SLA se la diagnosi è precedente ad una mutazione epigenetica stabile); - L’effetto terapeutico è lungo nel tempo; - La mancanza di fattori di istocompatibilità rende l’inoculazione allogenica sicura per cui possono diventare il miglior farmaco ed il miglior vaccino di tutti i tempi consentendo la preparazione di centinaia di dosi da mezzo litro di sangue.

Questo nonostante migliaia di inoculazioni allogeniche in veterinaria, andrà sperimentato e provato anche per la medicina umana; - La terapia è supportata da un protocollo sicuro dedotto da 20mila inoculazioni in patologie non provocate in animali vicino all’uomo; - Le nostre numerose pubblicazioni scientifiche sono confermate dagli unici filmati significativi sulla terapia staminale con un prima e dopo su YouTube (“Polettini staminali”). Ed eccone i limiti: - Non tutte le patologie possono essere curate anche con questa tipologia di staminali; - Il sistema per ottenere queste cellule è brevettato, ma in mano a una società che ha però prerogativa di rispettabilità e di alti valori morali.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:28