Gli studenti americani   a lezione in Italia

I numeri dicono che l’Italia è il primo Paese non anglofono in tutto il mondo per incoming di studenti americani. Ogni anno circa 35mila studenti americani vengono in Italia per migliorare le loro conoscenze e le loro competenze: è un numero enorme. Vengono qui attraverso programmi organizzati da istituzioni accademiche americane, la stragrande maggioranza dei quali fa parte di Aacupi (Association of american college and university programs in Italy).

Da molti anni questa associazione migliora e promuove i rapporti tra Italia e Stati Uniti dal punto di vista educativo, culturale, sociale ed economico: è per questo che non potevamo perdere l’occasione di incontrare il suo presidente, la professoressa Portia Prebys (nella foto), che dirige anche il Rome Program del Saint Mary College di Notre Dame, nell’Indiana, e recentemente ha ricevuto il titolo di Cavaliere dell’ordine al Merito della Repubblica italiana, per il meritorio servizio alla nostra nazione, che ha riconosciuto la sua lunga carriera nel campo dell’istruzione internazionale.

Professoressa Prebys, lei è il presidente dell’Association of american college and university programs in Italy. Ci può descrivere questa associazione e le sue attività?

Aacupi è un’associazione senza scopo di lucro fondata nel 1978 per consentire a programmi accademici statunitensi accreditati e operanti in Italia, su diversi livelli di laurea, lo scambio di informazioni e un’azione comune per salvaguardare la loro integrità sul suolo italiano. Da allora, l’associazione ha chiarito le posizioni giuridiche e fiscali delle istituzioni ad essa associate al fine di tutelare e regolarizzare la natura specifica di questi programmi come indipendenti del sistema universitario italiano. Tra le altre cose, Aacupi collabora e si interfaccia con le autorità italiane per le procedure di immigrazione, incluse le domande di visto e i permessi di soggiorno per garantire un’applicazione uniforme a tutte le istituzioni aderenti. Lavorando insieme, per tutti, si riesce a raggiungere il risultato.

Quanti membri avete? E quanti studenti americani vengono in Italia ogni anno con i programmi sponsorizzati dai vostri associati?

Abbiamo 150 istituti membri operanti in 43 diverse città in tutta la penisola italiana: tramite questi programmi oltre 30mila studenti americani vengono in Italia ogni anno. Il programma più antico è quello dello Smith College a Firenze, che risale al 1931. Altri programmi si sono moltiplicati da allora.

Chi sono questi studenti, da quali Stati provengono? Ci sono molti italoamericani tra loro?

Gli studenti dei programmi Aacupi provengono da ogni Stato dell’Unione. Il 75 per cento di questi studenti sono donne, la metà hanno 20 anni, un terzo sono nel loro primo anno di college, e almeno un terzo trascorre un intero semestre in Italia. Gli italoamericani sono il 25 per cento del totale degli studenti e, durante il loro soggiorno, molti visitano il luogo di nascita dei loro antenati per la prima volta.

Abbiamo notato che la maggior parte dei programmi sono in Toscana e a Roma. C’è una mancanza di interesse da altre città italiane e regioni nell’accogliere studenti americani?

Se è vero che circa la metà di tutti i programmi si trovano a Roma e nel Lazio, mentre circa il 30 per cento sono a Firenze e in Toscana. C’è anche una forte presenza a Bologna, Arezzo, Orvieto, Padova e Cortona. Esistono poi programmi a Perugia, Ferrara e Reggio Emilia, Torino, Milano, Vicenza e Venezia, tra gli altri luoghi. I nostri studenti si sentono i benvenuti in tutta Italia e spesso stabiliscono delle ottime relazioni con la popolazione delle città in cui sono ospiti. Anche un breve periodo di studio in Italia significa per loro l’inizio di una relazione duratura con la cultura italiana e con gli italiani, un rapporto profondo che si rinnova di volta in volta, a molti livelli, nelle successive visite che si verificano anno dopo anno, con la famiglia e gli amici al seguito.

Quali sono i principali argomenti di studio per i giovani americani che vengono in Italia? E che tipo di corsi sono offerti dai programmi dei vostri associati?

Più della metà di tutti i programmi insegnano corsi tradizionali nelle materie alle cosiddette “liberal arts”, che significa che gli studenti seguono corsi di storia nelle sue molteplici sfaccettature: storia dell’arte, storia della musica, lingua, letteratura – tutto riferito all’Italia – anche mediante varie visite nei luoghi oggetto delle materie studiate. Ci sono 41 programmi Aacupi che offrono Architettura e Interior e Urban Design, e 17 in Fashion Design. Le Scienze politiche e gli Studi internazionali sono anche altamente sviluppate all’interno dei programmi. Le Scienze umane, compresi gli Studi alimentari, così come Infermieristica, Business e Ingegneria saranno i nostri programmi di domani.

C’è, da parte di questi ragazzi americani, la voglia di tornare in Italia dopo la fine del loro periodo di studi?

Praticamente dobbiamo fare noi le valige per loro alla fine di ciascun periodo per metterli sull’aereo che li riporta a casa. I nostri studenti non vogliono lasciare l’Italia, poi vogliono sempre tornare qui. Non passa giorno che un ex studente suoni alla nostra porta per annunciarci che è tornato. Noi lo chiamiamo la nostra missione “educating in paradise”, educare in paradiso, e per noi è veramente una speciale opportunità per ampliare gli orizzonti e aprire nuove finestre culturali su altre realtà globali. Il mondo non sarebbe forse un posto veramente diverso se ogni ventenne avesse la possibilità di passare sei mesi vivendo in un altro paese? E l’Italia è, ovviamente, il posto migliore dove farlo.

Che cosa potrebbe fare l’Italia per migliorare l’accoglienza verso gli studenti americani?

I Governi italiani, nel corso degli anni, sono stati estremamente cooperativi nell’assistere l’associazione con riferimento alla burocrazia relativa agli affari legali e fiscali, nonché alle procedure di immigrazione per i nostri studenti. Rappresentiamo una nicchia unica nella realtà accademica internazionale. Se solo potessimo fare qualcosa per il tasso di cambio euro/dollaro.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:32