Alla Gnam, Secessione   e avanguardia: mostra

Fino al 15 febbraio 2015, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, sarà possibile visitare la mostra Secessione e Avanguardia. L’arte in Italia prima della Grande Guerra 1905-1915, a cura di Stefania Frezzotti. Siamo in Italia, durante un forte periodo di cambiamento e di innovazione nel panorama artistico e letterario, negli anni precedenti la Grande guerra. Pochi in verità, in cui le ideologie sono forti, durante i quali, diversi artisti e critici si interrogano sui concetti di modernità e di avanguardia. L'esposizione alla Gnam si articola in otto aree tematiche, con più di 170 opere in diverse sale.

La mostra parte dal 1905, anno in cui Gino Severini e Umberto Boccioni organizzano nel Ridotto del Teatro Nazionale di Roma una Mostra dei Rifiutati. Sempre all'inizio del secolo nel clima del socialismo umanitario, si ritrovano Duilio Cambellotti e Giacomo Balla. Fra il 1908 e il 1915 si avverte il bisogno di rinnovamento e di apertura internazionale che a Venezia e a Roma troveranno la loro concentrazione, nelle manifestazioni di Ca'Pesaro e della Secessione romana. Nelle prime sale si nota l'intrecciarsi delle due manifestazioni. Si ritrovano poi Gino Rossi, Tullio Garbari, Ubaldo Oppi, Vittorio Zecchin, Guido Marussig, Arturo Martini e Felice Casorati, che daranno un importante contributo allo sviluppo dell'arte italiana degli anni 20 e 30.

Grande interesse nel 1913 la sala dell'arte francese che, dopo pochi anni dalla mostra al Lyceum di Firenze sull'impressionismo, in cui veniva esposto per la prima volta in Italia un dipinto di Vincent Van Gogh (Il Giardiniere ora alla Galleria nazionale), propone una rassegna che parte dall'impressionismo per arrivare alle ultime tendenze. L'area mitteleuropea è rappresentata dal simbolismo di Franz von Stuck e dello svizzero Ferdinand Hodler. Nel 1914 arriva a Roma il nuovo gruppo austriaco capeggiato da Gustav Klimt che vede fra gli esponenti Kolo Moser e Egon Schiele.

Poi gli artisti russi del Mir Iskusstva o Mondo dell'Arte. Si vedrà poi la dirompente novità dei Futuristi, ambiguamente emarginati dalle secessioni romane, che trova una propria sede nella Galleria Permanente Futurista di Giuseppe Sprovieri, la quale nel 1914 ospita esponenti europei dell'astrattismo e del futurismo. La Galleria Sprovieri è il laboratorio sperimentale in cui si sfidano il pubblico e la critica con le opere di Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Luigi Russolo, Carlo Carrà, Gino Severini, del primo Depero. Ca'Pesaro e Secessione romana sono i poli di un'avanguardia “moderata”, contrapposta all'avanguardia radicale del Futurismo, che invece vuole segnare profondamente e in modo rivoluzionario il linguaggio artistico, la psiche dell'uomo moderno e la realtà politica.

La mostra si chiude sulla tabula rasa che il conflitto mondiale attua nei confronti di ogni aspirazione avanguardista, inglobandone lo slancio vitale. All'entusiastico interventismo futurista, alla nuova, modernissima iconografia della guerra nelle “dimostrazioni patriottiche” di Cangiullo, Marinetti, Balla, si contrappone la poetica del silenzio e dell'assenza, presagio del dramma imminente, del primo De Chirico. L'iniziativa rientra nel Programma ufficiale delle commemorazioni per il centenario della Grande guerra della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:27