Storia ed emigrazione italiana in Alabama

Si sa che milioni di immigrati italiani arrivarono nelle grandi città delle due coste sulla costa a due, ma poi alcuni di loro si sparsero in tutti gli Stati Uniti, alla ricerca di un posto per ricominciare una nuova vita. Coloro che andarono in luoghi più piccoli e meno conosciuti, in comunità più ristrette ma non per questo meno importanti, ebbero un'esperienza simile, ma allo stesso tempo diversa, rispetto ai loro connazionali che rimasero nelle grandi città.

A Birmingham, in Alabama, gli italiani stanno ora celebrando le loro origini con una magnifica mostra, e questo progetto non si fermerà qui: è per questo che siamo molto felici di dare il benvenuto a Mary Jo Gagliano, che ha progettato, organizzato, gestito e portato a compimento questa esposizione, con l'aiuto di alcuni membri della Italian American Heritage Society of Birmingham (IAHS).

Mary Jo, raccontaci qualcosa di questo meraviglioso progetto sponsorizzato dalla Italian American Heritage Society of Birmingham: “La Storia: Birmingham’s Italian community”

Credo sia utile dire qualcosa sulla storia della magica città di Birmingham, e sul Vulcan Park and Museum, dove è in corso la mostra. C'è una montagna che domina Birmingham chiamata Red Mountain, chiamata così perché era una delle maggiori vene di estrazione di minerale di ferro, negli anni in cui nacque la città. Alcuni leader della città vollero celebrare e promuovere l'industria del ferro e del carbone in Alabama, e decisero di farlo in occasione dell’esposizione universale che si tenne nel 1904 a St. Louis, Missouri. Scelsero di costruire una statua, e questa vinse il primo premio.

Un immigrato italiano di nome Giuseppe Moretti, all’epoca famoso in tutto il mondo per la sua arte, accettò di completare un calco in gesso del Dio greco del ferro, Vulcan, e lo fece in soli quaranta giorni. Giuseppe portò il modellino del calco in gesso nel New Jersey e là, con l’aiuto di sedici immigrati italiani, modellò il vero e proprio calco alto 56 piedi (17 metri). Il calco in gesso fu spedito in treno a Birmingham, dove nelle Sloss Furnaces il calco fu ricoperto di ghisa, e così nacque la statua alta 56 piedi.

Dopo l’esposizione universale la statua venne esposta presso la Fiera dello Stato. Poi, dopo diversi anni, Vulcan fu fissato in cima a un monumento di pietra, anch’esso costruito da immigrati italiani: la maggior parte di loro vivevano a Birmingham, ma per questo lavoro furono raggiunti da altri provenienti da altre zone degli Stati Uniti. Questa è la storia di Vulcan.

A proposito della mostra, seppi da uno dei membri della Italian American Heritage Society of Birmingham che il Vulcan Park and Museum stava cercando aiuto per l’organizzazione di una mostra incentrata sull’emigrazione italiana nella nostra zona. Chiamai il direttore e disse che era in programma una mostra sulla comunità di colore a Birmingham, e io gli risposi che dopo di essa, una mostra sulla comunità italiana sarebbe stata perfetta. Gli immigrati italiani in queste zone non vennero subito accettati dai bianchi anglosassoni, per cui si stabilirono e iniziarono le loro attività nei quartieri della comunità di colore.

Il direttore fu subito d’accordo, e a quel punto iniziai la fase di pianificazione e di ricerca, chiedendo ai membri della nostra organizzazione di partecipare, dividendosi in più comitati tematici. Abbiamo pensato di realizzare un libro dove ognuno potesse ricordare i membri della loro famiglia, a partire dalla prima generazione di immigrati e arrivando fino ai giorni nostri. Abbiamo anche realizzato una targa di bronzo per permettere alle famiglie italiane di onorare i loro antenati immigrati, incidendo i loro nomi sulla placca. Il mio collega Leone Chiarella insieme ad un altro membro, Angie Piazza Giardina, hanno raccolto fondi coinvolgendo alcune aziende e famiglie nella partecipazione all’iniziativa. Con i fondi relativi al libro commemorativo, alla placca di bronzo e, naturalmente, grazie anche ad un paio di eventi di fundraising, abbiamo raccolto 65.000 $. Abbiamo collezionato reperti, testimonianze orali, foto, documenti delle famiglie degli immigrati italiani: una grande quantità di materiale, ma riteniamo che questa è solo una goccia nel mare delle informazioni e dei ricordi dell’immigrazione italiana a Birmingham.

Ci sono voluti 16 mesi dall'inizio del nostro lavoro all'apertura della mostra. Devo dire che nella serata di apertura ho davvero sentito la presenza della mia bisnonna, dei miei nonni, dei miei zii e naturalmente di mio padre in piedi accanto a me, con le lacrime che rigavano il mio volto. Per me, è stata un’esperienza che mi ha toccato e riscaldato il cuore, un momento di celebrazione e successo non solo per me e la mia famiglia, ma per quelle di ogni immigrato italiano che fece dell’Alabama la sua nuova casa. E’ stato un immenso onore.

La mostra è stata inaugurata il 19 settembre 2014, e sta avendo un grande successo. Avete in programma altre iniziative?

Sì, la mostra è visitabile presso il Vulcan Park and Museum fino al 18 settembre 2015. Durante tutto questo periodo, la IAHS ha ospitato e ospiterà eventi educativi mensili, sia presso la sede della mostra che in altri luoghi di Birmingham. Per citarne alcuni: un seminario su come ottenere la doppia cittadinanza; un colloquio con uno dei nostri membri che ha pubblicato diversi libri, uno dei quali – la biografia di suo padre che combatté nella seconda guerra mondiale - ha vinto anche alcuni premi; una dimostrazione di cucina italiana; una passeggiata in bicicletta, per beneficenza, che termina di fronte alla nostra Cattedrale, per la benedizione delle bicilette.

Una menzione particolare, tra queste attività, va al tour in autobus delle città minerarie dove i nostri immigrati lavorarono, e alcuni di essi morirono all’interno delle miniere; dei primi cimiteri italiani, dove si possono vedere lapidi, molto semplici e povere, di sconosciuti immigrati italiani; e delle prime Chiese cattoliche che ospitarono gli immigrati italiani. La guida di questo tour è Carlo Roppa, da Carrera, che ha lavorato come scultore a Birmingham. Carlo ha scolpito un bel busto, comprensivo di base, per onorare un sacerdote di nome Giovanni Canepa che nacque a Genova, e fu inviato a Birmingham dal Papa per prendersi cura dei nostri antenati, e fu determinante nella creazione di ben tre chiese cattoliche a Birmingham.

La IAHS organizzerà anche “The Magic City of Birmingham’s Italiana Heritage Festa” in un grande parco nel centro cittadino di Birmingham, il 16 maggio del 2015. La festa inizierà con una processione della Madonna benedetta, portata per le vie della nostra città fino ad arrivare al parco. Questo sarà il primo anno in cui organizziamo un evento di questo calibro, e per ora sarà un evento di un solo giorno.

La missione dell’IAHS è quella di incoraggiare, promuovere e preservare la cultura e il patrimonio italiano, con le sue attività incentrate su diverse manifestazioni culturali dell’italianità: le tradizioni, il cibo, la lingua, la storia, la religione, il folklore, i costumi, le feste, la musica e le ricerche genealogiche. Perché l’IAHS possa svolgere questo compito nella sua pienezza, la comunità italiana a Birmingham si sta adoperando per raccogliere il denaro necessario al sogno di costruire un museo della cultura italoamericana nella città di Birmingham.

Qual è la storia dell'emigrazione italiana in Alabama e gli Stati del sudest?

Dal 1870 alla metà degli anni ’20 del XX secolo, il 90% degli immigrati italiani che arrivarono in Alabama veniva dalla Sicilia e dal sud dell’Italia. Quello che li portò qui fu l'incapacità di mantenere il possesso della loro terra di fronte all’oppressione di coloro che volevano toglierla ai legittimi proprietari, la siccità, la fame e la mancanza di lavoro; ma anche l'opportunità che l’America dava di poter lavorare, di essere in grado di guadagnare per dare da mangiare alle loro famiglie, e la convinzione di un futuro migliore. Gli italiani sono grandi lavoratori che credono nella proprietà, e qui trovarono il riconoscimento per entrambe le cose.

Quanti sono gli italoamericani nelle vostre zone? E ci sono nuovi emigrati Italiani, nati in Italia e recentemente emigrati lì, magari per lavorare o studiare?

Che io sappia, non esistono censimenti ufficiali che ci dicano il numero degli italoamericani in Alabama, o quello dei nuovi emigrati italiani. Io penso che siano nell’ordine delle centinaia migliaia. Solo a Birmingham e nelle aree limitrofe ci sono quaranta, forse cinquanta mila americani di origine italiana. Tra di loro ci sono anche coloro che si sono trasferiti in Alabama da altri Stati per vari motivi, che sono quelli che possono attrarre la nuova emigrazione qui: occupazione, rilocazione aziendale, ricongiungimento familiare, educazione. Qui ci sono centri medici di fama mondiale come la University of Alabama Hospital, la Kirkland Clinic, il Children’s Hospital of Alabama e la University of Alabama School of medicine.

Quali sono i luoghi più importanti per gli italiani in Alabama?

In Alabama c’erano quartieri dove gli immigrati italiani si stabilirono e costruirono la loro comunità. Alcuni di loro erano contadini: poi la loro terra fu acquistata per costruire l’Air Museum e in seguito l'aeroporto di Birmingham. Ora non c'è più un quartiere italiano nella mia città. Ci sono però alcune chiese ancora in piedi, costruite dagli immigrati italiani.

E poi, come accennato prima, abbiamo Vulcan: è questo il nostro monumento italiano in Alabama. È la seconda statua più alta del mondo, dopo quella della Libertà a New York; ma è la più grande creata negli Stati Uniti, ed è anche la più grande statua in ferro al mondo. Ed è tutta italiana, compresa la base. E’ per questo che mi batto con così tanta convinzione per aprire questo museo, perché ne abbiamo bisogno! Il sindaco della città di Birmingham, William A. Bell, è con noi al 100%.

Per un anno possiamo lavorare sul fatto di avere la nostra mostra. Nel mese di settembre 2015 verrà smantellata, ma dovremo cercare di fare in modo che da lì prosegua la nostra passione per realizzare il sogno di avere il nostro museo di cultura italoamericana nella città magica di Birmingham, Alabama.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:36