Italiano Medio, Maccio  dipinge il televidiota

L’ Italiano medio”, concetto omonimo al titolo di un film di prossima uscita prodotto da Medusa, è un aspirante partecipante a “Masterchef”, che nella parodia viene ribattezzato “Mastervip”. Un uomo condizionato dalla televisione fino a diventare pazzo pur di apparirvi, concepito da genitori distratti che all’epoca guardavano i telefilm così come oggi lui guarda le serie alla moda su Sky.

Un uomo che crede solo all’apparire nel bene o nel male. O in entrambi. Ma dentro di sé questo “televidiota”, come li chiamava il “Borghese” di Mario Tedeschi, nasconde anche un’anima ecologica e solidale che sembra apparentemente fare a cazzotti con quel lato oscuro della psiche che invece sogna solo di andare a escort e tuffarsi nel vippaio delle discoteche. Come si può allora conciliare un igienista e un vegano con un addict di cocaina? O un inquinatore con un ecologo? O un razzista con un cooperante solidale? Alla fine della brillante commedia di Maccio Capatonda, nome d’arte di Marcello Macchia, l’arcano viene svelato: “finchè viviamo in Italia tutto questo è possibile”.

E il film di cui il regista è anche il mattatore assoluto inventa una pillolina che riduce le capacità cerebrali dal 20 per cento al 2 per cento per creare nello studente modello ed ecologo, pecora nera della propria famiglia di “televidioti”, un prototipo perfetto di gangster metropolitano. Il film rimarrà un esilarante tentativo, pionieristico, di fare un altro tipo di satira dissacrante, quella dell’autoironia dei propalatori di luoghi comuni. C’è anche un esilarante siparietto in cui il gruppo di eco terroristi, che condivide il covo segretissimo con dei jihadisti, riesce ad ottenere un appuntamento di 45 secondi in ascensore con Roberto Salviamolo, che sarebbe la parodia di Roberto Saviano. Preceduto dalla scorta che gli bonifica lo ascensore stesso con l’aspirapolvere: “qui è tutto pulito”.

Nel film si ride dall’inizio alla fine dei quasi cento minuti di amara parodia dei “nuovi mostri” italiani di oggi anche se non è a episodi come quello dei “Mostri” di ieri. Le situazioni fanno sbellicare e l’irriverenza verso il giornalismo e la tv spazzatura pure. E il toccare tabù e idoli sacri come lo stesso Saviano per farne satira è un esempio di onestà intellettuale per tutti i Crozza politically correct convinti che gli italiani debbano e possano ridere solo su Renzi e Berlusconi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:35