Street art a Corviale?

Dare colore alle cose può renderle diverse. Alcuni anni fa una survey condotta nelle scuole primarie del XV Municipio di Roma, quello che include, tra gli altri anche Corviale, il palazzone lungo quasi un chilometro che sorge nella zona nord ovest della Capitale, progettato da Mario Fiorentino e frutto di un’ideologia anni ‘70 in seguito duramente criticata, aveva evidenziato che la quasi totalità dei bambini coinvolti nell’indagine alla domanda “cosa faresti per migliorare il Serpentone?” aveva risposto che lo avrebbe colorato.

Chi conosce Corviale si troverà certamente in linea con il parere espresso dai fanciulli. La cosa più difficile da “digerire” di Corviale non è in sé la mastodontica struttura, quanto quell’uniforme e schiacciante mole di cemento grigio che si estende a macchia d’olio per un chilometro di lunghezza e nove piani di altezza. Ma perché parlare di Corviale all’indomani della presentazione della mappa della Street Art romana? Solo pochi giorni fa infatti è stato presentato il progetto di una mappa che racchiuda i luoghi e le opere a cielo aperto disseminate su ben 13 municipi capitolini. Il progetto, fortemente sostenuto dall’Assessore alla Cultura del Campidoglio Giovanna Marinelli, si prefigge di far conoscere e rendere di facile fruizione – a romani e turisti – questo immenso capitale artistico a cielo aperto.

Le opere attualmente realizzate sono oltre 330. Il lavoro ha coinvolto oltre 100 artisti di fama internazionale, di cui una metà italiani e 25 romani. Si tratta in buona parte di facciate di palazzine di edilizia popolare o stabilimenti in disuso. Le opere sono sparse per la città, con una predilezione per i quartieri più esterni e di più difficile integrazione rispetto al contesto cittadino. Si annoverano numerose opere a San Basilio – quartiere periferico romano balzato alle cronache come importante piazza di spaccio – alla borgata Finocchio, a Tor Marancia... Quartieri della città di difficile passaggio e di nessun appeal per turisti e visitatori.

Le opere, oltre ad aver donato una nuova vita agli edifici, rappresentano un importante tentativo di riqualificazione e integrazione di quelle aree al resto del contesto urbano. Nei prossimi mesi il vicesindaco Luigi Nieri – esponente da sempre molto attivo nell’ambito della riqualificazione delle periferie – ha annunciato l’arrivo di decine di mappe disponibili negli info point della Capitale. Intanto Artribune, con il sostegno del Campidoglio e dei Municipi coinvolti ha realizzato l’app “Street art Roma”, che consentirà una geolocalizzazione delle opere corredate da foto ed informazioni aggiuntive. In vista del Giubileo straordinario, che porterà nella capitale migliaia di turisti, verranno organizzati bus turistici e tour ad hoc. Nei piani della Marinelli esiste anche il proposito di trasformare il Macro di via Nizza nella casa della Street Art, coniugando in questo modo l’arte di strada a mostre indoor.

Il progetto sembra davvero un’iniziativa di rilievo. Tornando all’incipit iniziale sul Serpentone romano – negli anni da sempre oggetto di accesi dibattiti e aspre polemiche – ci permettiamo di suggerire al sindaco Ignazio Marino e alla sua squadra di assessori di promuovere opere a cielo aperto anche sulle facciate e nei lunghi corridoi di Corviale. Ridare colore e nuova vita attraverso l’arte ad un palazzone che già in sè rappresenta un’opera architettonica, offrirebbe una concreta chance di riscatto a quell’area e un motivo di indiscusso orgoglio a quanti lo abitano.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 15:30