Il libro di Marletta

martedì 1 settembre 2015


Esistono libri che, una volta pubblicati e recensiti, grazie al passa parola dei lettori, vengono letti e giudicati in termini positivi dalla critica ufficiale. Questo è il caso del romanzo di cui è autore Giuseppe Marletta, alto ufficiale dei Carabinieri che svolge la sua delicata professione in provincia di Parma, intitolato "Il Coraggio e la Promessa" (edito da Youcanprint).

Il libro è stato recensito sulla pagina letteraria del Corriere della Sera e presenta, sia per la insolita struttura narrativa sia per i temi affrontati sul piano letterario, innumerevoli motivi di interesse. La narrazione è divisa in due parti. Nella prima parte, in un immaginario paese della Sicilia alcuni carabinieri sono impegnati a reprimere il crimine organizzato. Viene commessa una rapina da tre malviventi, e grazie alla testimonianza di un signore, i responsabili del delitto vengono catturati e assicurati alla giustizia. I carabinieri, tra i quali vi è un giovane che presta servizio in Sicilia e proviene da un paese della Emilia Romagna, non riescono ad avere notizia sulla identità del misterioso testimone, che si è dissolto nel nulla, dopo avere collaborato con le forze dell’ordine. A distanza di nove anni, sulla prima pagina del Giornale di Sicilia, uno dei carabinieri, che aveva conosciuto il misterioso testimone, vede sulla prima pagina del giornale la foto di un uomo ucciso al mercato da un assassino, che gli aveva sparato in faccia, sfigurandolo.

Osservando con attenzione la foto sul giornale della vittima dell’omicidio, il carabiniere si accorge che al collo la persona assassinata indossava una collana simile a quella del misterioso testimone, grazie al quale, nove anni prima, era stato possibile scoprire la identità degli autori della rapina. La narrazione nel libro di Marletta è basata sulla difficile indagine intorno alla morte di una persona, dalla identità sconosciuta e misteriosa. Grazie alla collaborazione di un uomo semplice, Ignazio Pellegrino, che si trovava al mercato il giorno in cui il misterioso testimone è stato ucciso, le forze dell’ordine riescono a scoprire il responsabile del delitto, un affiliato alla ‘nadrangata, Paolo Iannelli. Paolo Iannelli venne identificato con grande facilità da Iganzio Pellegrino, poiché sul suo collo era raffigurata la immagine di San Michele Arcangelo, sulla cui effige avviene il rito di iniziazione alla ‘ndrangata. In questa parte del libro vi sono riflessioni degne di attenzione sul codice di onore su cui si fonda la ‘ndrangata e sul sistema della omertà, che ne rafforza il potere di controllo sulla realtà meridionale.

Pellegrino, il semplice cittadino siciliano, collaborando con le forze dell’ordine, mette in discussione il sistema della omertà. In seguito, i Carabinieri della città siciliana per proseguire le indagini sono costretti a spostarsi in diverse città meridionali. Questo fatto consente a Marletta di sviluppare una riflessione intellettuale sulla questione meridionale, con lo stato unitario che dopo il risorgimento, deludendo le aspettative degli intellettuali meridionali, impose le tasse e fu fermo nel reprimere il fenomeno del brigantaggio; sulla rivolta di Reggio Calabria negli anni settanta; sulla scelta di creare l’industria dell’acciaio a Taranto, pur di favorire lo sviluppo economico con i danni ambientali enormi e irreparabili che ne seguirono. Grazie agli elementi raccolti, i carabinieri alla fine della difficile inchiesta, riescono a scoprire il luogo in cui ha vissuto il misterioso uomo.

L’uomo viveva e abitava in una casa ricavata all’interno di una montagna, in un luogo occulto e impenetrabile. Grazie alle loro inchieste, gli inquirenti scoprono che l’uomo aveva aperto in Calabria una attività commerciale, che, dopo avere subito un tentativo di estorsione da parte degli uomini delle ‘ndrine, aveva dovuto chiudere. Infatti l’uomo, con la identità falsa di Loris Visentin, non volendo subire la violenza mafiosa, aveva denunciato gli estorsori, sparendo in seguito, proprio mentre si celebrava il processo contro gli affiliati delle ‘ndrine che con coraggio aveva denunciato alle autorità. Fino a questo punto, che coincide con la prima parte del libro, la narrazione ha la forma letteraria di un romanzo noir. A modificare l’andamento del racconto è un fatto insolito e sorprendente, che suscita suspense nell’animo del lettore e lo tiene inchiodato alla pagina.

Di fronte agli inquirenti, magistrati e alti ufficiali dell’arma, compare un signore misterioso, che chiede di poter parlare e si rifiuta di rivelare la propria identità. L’uomo, un signore che dà la impressione agli inquirenti di sapere tante cose sulla identità della persona uccisa, racconta una storia coinvolgente ed emozionante. La persona uccisa si chiamava Claudio Ferrucci, era figlio di un diplomatico di valore, che rappresentò l’Italia in Germania durante il fascismo. Claudio Ferrucci apparteneva ad una famiglia di antico lignaggio della città emiliana di Rocca Alta. Il padre, uomo di grande cultura, si era sempre rifiutato di aderire al fascismo, e durante la sua attività diplomatica nella città di Berlino, aveva redatto rapporti velatamente critici verso il regime nazista, accusato di compiere e perpetrare crimini odiosi verso gli ebrei e gli zingari.

Claudio Ferrucci, mentre si trovava in un giardino pubblico con i suoi amati libri a Rocca Alta, incontrò una bambina negli anni trenta, che lo colpì sia per la sua intelligenza sia per l’interesse mostrato, malgrado la giovane età, per la letteratura. Pur essendo piccola, la bambina, Marina Brunetti, promise a Claudio di volerlo amare, dopo avere raggiunto l’età adulta. La guerra, alla cui origine per Marletta vi è la bramosia di potere e di ricchezza, dividerà Claudio e Marina. Claudio, dopo che il padre verrà arrestato e torturato dai nazifascisti, diverrà uno dei principali e più autorevoli capi partigiani, assumendo il nome di battaglia del comandante Guglielmo. Dopo la fine della guerra, Claudio Ferrucci assumerà una falsa identità e avrà un ruolo nelle attività di spionaggio, che si svilupperanno nel corso della guerra fredda tra le nazioni occidentali e quelle del patto di Varsavia.

Va osservato che in molte parti della narrazione, il romanzo, oltre ad avere una forma letteraria che evoca i grandi libri sulla resistenza e il fascismo, di Beppe Fenoglio, di Italo Calvino, di Ignazio Silone e di Giorgio Bassani, ha un respiro epico, poiché presenta la lotta partigiana come una tragica avventura in cui vennero coinvolti i giovani che si schierarono a favore della libertà e della democrazia e contro la tirannide nazifascista. La conclusione di questo libro, bello e emozionante, sorprenderà il lettore, poiché indicherà quanto sia importante, in questo momento di crisi, morale e non solo economica, rinsaldare e rafforzare il sentimento di appartenenza degli italiani alla nazione.

Giuseppe Marletta è un vero scrittore e narratore, che ha saputo creare una forma narrativa insolita, facendo convivere dal punto di vista letterario nel suo libro sorprendente e singolare il genere noir con quello del romanzo storico. Il libro è notevole e merita di essere letto, poiché aiuta a capire aspetti fondamentali della Italia contemporanea, il fenomeno mafioso e la sua origine storica, e della storia del novecento, la lotta di liberazione, la guerra civile e la resistenza, che precedettero la nascita della Repubblica Democratica nel nostro Paese.


di Giuseppe Talarico