R1, un amico di robot   dal design italiano

Dopo il personal computer, arriva il “personal humanoid”. Grazie al lavoro di 22 giovani scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, è nato infatti R1, il primo robot a basso costo concepito per raggiungere il mercato di massa.

Un milione di euro e 16 mesi di studi e progettazione per dare alla luce quello che negli anni diventerà un normale coinquilino, con mansioni a cavallo fra un collaboratore domestico e un assistente personale. Un metro e venticinque di altezza, estendibili fino a un metro e quarantacinque, per 50 chili di fibra di carbonio e plastica. Tutto quello di cui ha bisogno è imparare la planimetria dell’ambiente e la disposizione degli oggetti, dopodiché sarà in grado di preparare un caffè, pulire, fare la spesa on-line, ricordarvi di assumere un medicinale o, più semplicemente, prendere il telecomando al posto vostro mentre sarete comodamente sdraiati sul divano.

R1, a cui ognuno potrà dare il nome e la voce che preferisce, ha un’autonomia di tre ore e si carica come un cellulare. Si muove su due ruote, a una velocità massima di due chilometri orari, limite oltre il quale non sarebbe garantita la sicurezza. Ha due braccia estendibili di 13 centimetri e mani rivestite di pelle artificiale in grado di regolare la pressione e afferrare gli oggetti senza provocare danni.

Infatti, a differenza del giapponese Pepper, da poco adottato anche sulle navi da crociera, R1 non si limita ad indicare gli oggetti oppure a fare gesti. Il nuovo robot italiano è in grado di sollevare circa un chilo e mezzo per arto. E soprattutto è un robot intelligente, dotato di un sistema di intelligenza artificiale all’avanguardia: “A differenza della maggior parte dei team che conducono studi sull’intelligenza artificiale – spiegano i realizzatori – noi sviluppiamo le capacità del robot lavorando direttamente sul prototipo. È questa la cosiddetta “cognizione incorporata” (“embedded cognition”); cioè l’idea, supportata dalle evidenze neuroscientifiche, che la cognizione, anche la più astratta e simbolica, non sia indipendente dal corpo che la implementa”.  Il miglior concentrato di tecnologia degli ultimi tempi. Basti solo considerare la testa, composta da un grande schermo a Led in cui compaiono poche espressioni utili per interagire con l’uomo, due telecamere a colori, uno scanner tridimensionale al posto degli occhi e due altoparlanti e un microfono per parlare e ascoltare. E poi la “pancia”, dove tre computer permettono al robot di controllare e coordinare i movimenti e una scheda wireless in grado di collegarsi a Internet per aggiornare il software.

A fare davvero la differenza però, è il prezzo. R1, costruito soprattutto grazie alle conoscenze acquisite dalla creazione di altri robot, primo fra tutti iCub, punta alla distribuzione di massa e per questo alla minimizzazione dei costi. “Noi ci siamo spremuti le meningi per abbattere i costi mantenendo alta la qualità – spiega Giorgio Metta, responsabile e coordinatore del progetto (nella foto) – Abbiamo cercato di rendere il tutto meno dispendioso utilizzando materiali economici, come polimeri e plastiche, che richiedono processi produttivi meno costosi rispetto a quelli tradizionali”.

Il prototipo costruito all’Iit è costato 50mila euro. “Per i primi 100 prototipi – aggiunge Metta – abbiamo individuato un target di prezzo che si aggira sui 25mila euro. Superata questa soglia, il prezzo inizierà a scendere e continuerà a calare man mano che diventerà un prodotto di consumo. La fascia di prezzo, più o meno finale, sarà di 3mila euro, circa il costo di un moderno televisore al plasma”.

Se quel giorno dovesse arrivare, se davvero cioè saranno i robot i nostri fedeli accompagnatori, speriamo che almeno abbiano un cuore.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:34