R1, un amico di robot dal design italiano

mercoledì 27 luglio 2016


Dopo il personal computer, arriva il “personal humanoid”. Grazie al lavoro di 22 giovani scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, è nato infatti R1, il primo robot a basso costo concepito per raggiungere il mercato di massa.

Un milione di euro e 16 mesi di studi e progettazione per dare alla luce quello che negli anni diventerà un normale coinquilino, con mansioni a cavallo fra un collaboratore domestico e un assistente personale. Un metro e venticinque di altezza, estendibili fino a un metro e quarantacinque, per 50 chili di fibra di carbonio e plastica. Tutto quello di cui ha bisogno è imparare la planimetria dell’ambiente e la disposizione degli oggetti, dopodiché sarà in grado di preparare un caffè, pulire, fare la spesa on-line, ricordarvi di assumere un medicinale o, più semplicemente, prendere il telecomando al posto vostro mentre sarete comodamente sdraiati sul divano.

R1, a cui ognuno potrà dare il nome e la voce che preferisce, ha un’autonomia di tre ore e si carica come un cellulare. Si muove su due ruote, a una velocità massima di due chilometri orari, limite oltre il quale non sarebbe garantita la sicurezza. Ha due braccia estendibili di 13 centimetri e mani rivestite di pelle artificiale in grado di regolare la pressione e afferrare gli oggetti senza provocare danni.

Infatti, a differenza del giapponese Pepper, da poco adottato anche sulle navi da crociera, R1 non si limita ad indicare gli oggetti oppure a fare gesti. Il nuovo robot italiano è in grado di sollevare circa un chilo e mezzo per arto. E soprattutto è un robot intelligente, dotato di un sistema di intelligenza artificiale all’avanguardia: “A differenza della maggior parte dei team che conducono studi sull’intelligenza artificiale – spiegano i realizzatori – noi sviluppiamo le capacità del robot lavorando direttamente sul prototipo. È questa la cosiddetta “cognizione incorporata” (“embedded cognition”); cioè l’idea, supportata dalle evidenze neuroscientifiche, che la cognizione, anche la più astratta e simbolica, non sia indipendente dal corpo che la implementa”.  Il miglior concentrato di tecnologia degli ultimi tempi. Basti solo considerare la testa, composta da un grande schermo a Led in cui compaiono poche espressioni utili per interagire con l’uomo, due telecamere a colori, uno scanner tridimensionale al posto degli occhi e due altoparlanti e un microfono per parlare e ascoltare. E poi la “pancia”, dove tre computer permettono al robot di controllare e coordinare i movimenti e una scheda wireless in grado di collegarsi a Internet per aggiornare il software.

A fare davvero la differenza però, è il prezzo. R1, costruito soprattutto grazie alle conoscenze acquisite dalla creazione di altri robot, primo fra tutti iCub, punta alla distribuzione di massa e per questo alla minimizzazione dei costi. “Noi ci siamo spremuti le meningi per abbattere i costi mantenendo alta la qualità – spiega Giorgio Metta, responsabile e coordinatore del progetto (nella foto) – Abbiamo cercato di rendere il tutto meno dispendioso utilizzando materiali economici, come polimeri e plastiche, che richiedono processi produttivi meno costosi rispetto a quelli tradizionali”.

Il prototipo costruito all’Iit è costato 50mila euro. “Per i primi 100 prototipi – aggiunge Metta – abbiamo individuato un target di prezzo che si aggira sui 25mila euro. Superata questa soglia, il prezzo inizierà a scendere e continuerà a calare man mano che diventerà un prodotto di consumo. La fascia di prezzo, più o meno finale, sarà di 3mila euro, circa il costo di un moderno televisore al plasma”.

Se quel giorno dovesse arrivare, se davvero cioè saranno i robot i nostri fedeli accompagnatori, speriamo che almeno abbiano un cuore.


di Maria Giulia Messina