“American Pastoral”:  lo Svedese McGregor

L’opera d’arte riuscita poeticamente è capace di rappresentare in modo convincente un periodo storico. Questo è il caso del film, da poco approdato nelle sale italiane, “Pastorale Americana” tratto dal romanzo di cui è autore Philip Roth, uno tra i maggiori intellettuali del nostro tempo. Nella prima scena un giovane uomo ebreo e benestante, Seymour Levov, soprannominato lo svedese (parte interpretata da Ewan McGregor), presenta a suo padre la sua fidanzata, Dawn Dwyer Levov (ruolo impersonato da Jennifer Connelly). Il padre dello svedese, titolare di una solida azienda che produce guanti raffinati per signora, è ostile per principio che suo figlio possa sposare una donna non ebrea. Dawn, tuttavia, è irremovibile nella sua volontà di sposare Seymour, sicché il matrimonio viene celebrato. La vicenda, come avviene nel libro, è raccontata da Nathan Zuckerman ed è ambientata a Newark, piccola comunità situata nel New Jersey. La giovane coppia, che gode del benessere e degli agi dovuti alle ricchezze accumulate dalla famiglie dello svedese, vive in una villa elegante e raffinata, circondata da un paesaggio ameno, dove Dawn si occupa di una fattoria. Da questo matrimonio nasce una bambina, a cui sarà dato il nome di Merry.

Nella prima parte del film sono intense e indimenticabili le scene, colme di tenerezza e amore dovute all’armonia familiare, che mostrano i momenti fondamentali della vita di Merry accanto ai suoi genitori. Una volta raggiunta l’età della ragione, Merry assume un atteggiamento di aperta e violenta contestazione contro la società americana, le sue sicurezze e le sue ingannevoli ipocrisie. In questa parte del film il regista Ewan McGregor, fedele alla poetica del libro di Roth, rappresenta il conflitto insanabile tra la generazione dell’immediato dopoguerra, impegnata a realizzarsi in obbedienza all’idea di felicità derivante dal sogno americano, e la nuova generazione che nel 1968 contestò la guerra in Vietnam, rivendicò il rispetto dei diritti civili contro ogni forma di discriminazione nei riguardi della popolazione nera e delle minoranze razziali, e mise in discussione la politica estera degli Usa. Infatti Merry, sempre più insofferente verso il modello educativo che i suoi genitori tentano di imporle, si reca a New York e inizia a frequentare gruppi politici, radicalizzati e inclini a commettere azioni terroristiche.

È bello assistere a questa mirabile simmetria nella rappresentazione, tra la ribellione che Merry decide di compiere contro l’autorità incarnata dai suoi genitori e i violenti scontri che attraversano le città americane in quegli anni. Una volta completato il liceo, Merry compie un attentato terroristico a Newark, facendo saltare in aria un ufficio postale e provocando la morte di un lavoratore onesto e per bene. Da questo momento, essendo per i suoi crimini ricercata dalla polizia e dell’Fbi, Merry entra in clandestinità abbandonando per sempre la sua famiglia. Bella e indimenticabile appare la scena in cui i genitori di Merry, contriti e mortificati, incontrano la moglie del dipendente morto in seguito all’attentato terroristico. Questa donna, con lucidità sorprendente, dichiara che entrambi sono vittime incolpevoli, sia lei sia i genitori di Merry, di una violenza politica insensata quanto assurda e intollerabile. Il padre di Merry, lo svedese, non si rassegna all’idea di aver perso per sempre sua figlia, mentre sua moglie Dawn, con l’animo straziato dal dolore irrimediabile, precipita nell’abisso della malattia mentale e viene ricoverata in una clinica psichiatrica.

Questo film, come anche il libro di cui è autore Roth, ha lo stile e la forma letteraria di un dramma, che per la sua profondità e bellezza evoca il modello supremo della tragedia greca. Infatti lo svedese, mai rassegnato, continuerà a ricercare sua figlia con la quale avrà, dopo molto tempo, un colloquio drammatico. Merry, anni dopo, oramai devastata nella mente e nel corpo, convertitasi ad una setta spirituale indiana, mentre parla con suo padre, il quale le chiede se sia stata lei a commettere l’attentato terroristico, ammette le sue responsabilità e afferma di averne compiuti altri tre provocando la morte di persone innocenti. Seymour Levov, un uomo di successo che invano si oppone ad un destino crudele che lo ha separato per sempre da sua figlia, si strugge e tormenta nella sua sofferenza, senza riuscire a liberarsi dal suo dolore. Un film che aiuta a capire cosa furono gli anni della contestazione in America e in occidente.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:25