La parola manipolata  di Philippe Breton

La parola manipolata (Mimesis Edizioni) è un testo di Philippe Breton, insigne studioso francese, antropologo e sociologo, ricercatore presso il Cnrs (Centre National de la Recherche Scientifique) e docente alla Sorbona. Cos’è la manipolazione? Come la definisce Breton, si tratta di un processo comunicativo. In questo periodo storico (particolarmente in questo ma non solo, si vedrà leggendo il libro), la manipolazione delle informazioni sembra essere una pratica piuttosto “normale”, forse perché per molti stiamo vivendo nell’Era dell’informazione.

Se l'argomentazione è una modalità comunicativa in cui si tenta di convincere l’interlocutore a cambiare il proprio punto di vista (che potrebbe eventualmente cambiare anche le sue azioni); la manipolazione è un tentativo di imporre una posizione agendo però sull’interlocutore in modo che questi si senta concorde con tale posizione. Insomma, l’interlocutore manipolato viene inconsapevolmente imprigionato in un processo comunicativo che limita la propria libertà: non è veramente libero di scegliere se aderire o meno alla posizione che gli viene proposta, lo farà e basta.

Nel libro Breton espone in maniera molto chiara quali sono le strategie manipolatorie, i processi e le tecniche utilizzate dai media, dai politici, anche (persino) dalla gente comune (il lettore se ne accorgerà da sé). Lo studioso racconta la manipolazione e il suo uso nel corso della storia, proponendo poi le due grandi categorie operative: quella che agisce sull’aspetto affettivo e quella che agisce sull’aspetto cognitivo, elencando e spiegando chiaramente le tecniche. Concetti che si ritrovano fin troppo facilmente nella quotidianità: nei tg, sui giornali, nelle pubblicità, ecc.. Molti gli autori citati e i riferimenti a studi effettuati: Ciacotin, Packard, Milgram, Baudrillard, Barhtes, Watzlawick; studi sulla propaganda politica, sui persuasori occulti, sull’obbedienza, sull’autorità.

Perché leggere il libro di Breton? Perché spesso, troppo spesso (e questo è il più grande potere della manipolazione) si crede di essere stati liberi di aver preso una decisione quando invece si è stati solo vittime inconsapevoli di un atto manipolatorio. E proprio per questo, perché la consapevolezza è una grande risorsa, è bene informarsi, il più possibile. Imparare ad analizzare l’informazione, dubitarne e (a essere esagerati) dubitare anche dei libri sulla manipolazione. Del resto, come diceva Borges, “il dubbio è uno dei nomi dell’intelligenza”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:24