I droni del futuro saranno usa e getta

Dove non arriva la tecnologia, tornano le vecchie maniere. La Darpa, Agenzia del governo americano che sviluppa tecnologie in ambito militare e lavora sui più evoluti progetti di difesa, sta infatti mettendo a punto un drone usa e getta. Con la collaborazione di Otherlab, gruppo di ricerca sull’aerodinamica, nasce quindi Icarus, dietro al cui nome c’è ben altro che il riferimento al mitico figlio di Dedalo le cui ali si sciolsero in volo con i raggi del sole.

Icarus sta infatti per “Inbound, Controlled, Air-Releasable, Unrecoverable Systems” e ha come obiettivo la costruzione di “veicoli aerei che possano fare consegne precise di rifornimenti essenziali e poi evaporare nell’aria”. I nuovi droni, pensati per portare medicine in zone isolate a causa di conflitti, calamità o qualsivoglia ragione, compiranno infatti un viaggio di sola andata, per poi essere abbandonati. Per questa ragione, fondamentale è la questione della biodegradabilità. I nuovi vettori dovranno decomporsi in un arco di tempo piuttosto breve, e per un fattore ambientale e per evitare che una volta esaurita la loro funzione principale vengano recuperati e riutilizzati per scopi diversi da quelli per cui sono stati costruiti. Il prototipo al momento è stato realizzato in cartone, ma il gruppo di ricerca starebbe valutando anche l’idea di utilizzare una plastica vegetale o della gelatina ricavata da alghe e funghi. Il drone non sarà dotato né di motore né di sistema di propulsione e funzionerà come un aliante.

Per rendere più agevole il volo, sarà dunque in grado di reggere un peso massimo di circa due chili e non dovrà superare i tre metri. L’unico sistema elettronico di cui sarà equipaggiato è un ricettore di segnali Gps e sensori e attuatori aerodinamici per mantenere il veicolo stabile e poterlo pilotare da remoto. Il processo di assemblaggio dei droni, che si presentano come un flat-pack con un insieme di fogli di cartone tagliati a laser da mettere insieme, richiederà circa trenta minuti per pezzo e, proprio come all’Ikea, spiega Mikell Taylor, leader del team di Otherlab, il montaggio “potrebbe essere reso ancora più facile con istruzioni pre-stampate sugli stessi droni. L’obiettivo è quello di rendere il design abbastanza semplice da non richiedere abilità o esperienza per costruirli”.

Il futuro, spiegano quelli della Darpa, non sarà solo di droni usa e getta ma, come previsto dal progetto Vanish Programmable Resource (Vapr), a fargli compagnia ci saranno anche sciami di droni e proiettili autosterzanti. Non un fantasy, ma prossima realtà.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:22